Era strano viaggiare per tanti giorni e lunghe ore.
Mi sentivo come un uccellino che desiderava volare libero ma non poteva perché chiuso in gabbia.
Ero abituata ad uscire spesso e restare chiusa lì dentro non faceva proprio per me.
Certe volte volevo scappare, ma non potevo.
Che cosa provate quando qualcuno vi impedisce di fare qualcosa che si desidera molto?
Rabbia, rancore e stanchezza si erano impossessati di me.
Non dormivo da quando eravamo in viaggio e non sapevo come riuscivo a resistere al freddo.
Era impressionante vedere uomini, padri che si disperavano perché volevano uscire da lì, ma senza risultato.
Avevo la pelle d'oca.
Mi annoiavo...e quando non sapevo che fare, guardavo Andrea, che faceva lo stesso con me.
"Mamma...stai bene?"
Parlavo a mia madre che continuava a non darsi pace ma senza piangere.
Aveva finito tutte le lacrime che scendevano dai suoi occhi diventati rossi.
"Dai mamma, i tuoi occhi sono diventati rossi...mi piacevano più prima, verdi e lucenti".
Cercavo di cambiare discorso e mamma se ne accorse.
" Figlia mia, grazie".
"No mamma, non ringraziarmi. Devo essere io a farlo perché hai cresciuto me e Michael anche senza la presenza di papà."
"Papà...come vorrei che fosse qui adesso ad abbracciarmi come faceva quando ero triste, e ora lo sono."
"Mamma...ma...ci sono io ad abbracciarti! Papà mi ha detto di aiutarti e io lo sto facendo perché anche io sto male quando lo sei tu..."
Mia madre ricominciava a piangere...
Mi sentivo in colpa.
"Ho detto qualcosa che non dovevo dire?"
"Ma no amore...sono felice per te...almeno ci sei tu a consolarmi e a proteggermi...anche se dovrei proteggere io voi...Grazie"
"Mamma...tu sai che ti voglio bene"
"E tu sai che io te ne voglio di più..."
"Si ma io di più"
Ricominciò a sorridere e in quel momento il mio cuore si accese insieme al suo sorriso dolce che mi attraversava come una freccia piena d'amore...
La mamma per me era la persona più importante della mia vita.
Se lei non ci fosse stata, ora non sarei al mondo e non potrò mai ringraziarla abbastanza per tutto quello che ha fatto per la sua famiglia.
Amava tanto papà, si vedeva. Quando papà non tornava dalle missioni ma sera, non riusciva a dormire e certe volte rimaneva sveglia a parlare da sola implorando aiuto al cielo.
Era molto credente, la mia mamma.Si preoccupava troppo per noi...e pensava poco a se stessa.
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Una vita senza memoria é un filo spezzato
General FictionHo deciso di scrivere questa storia per non dimenticare l'orrore della seconda guerra mondiale e i campi di concentramento perché solo ricordando possiamo essere in grado di non commettere gli stessi errori e soprattutto perché "Una vita senza memor...