Che bella sensazione...
Ancora non ci credevo!
Pensavo di sognare...invece era tutto vero!
Potevo toccare di nuovo i fiori che mi aspettavano colorati e pieni di vita come me!
Iniziai a correre per i prati...ma la mia felicità si spense subito dopo che vidi Chiara che non si reggeva in piedi...
Era stanca, debole, triste...
Le colsi una margherita e l'appoggiai sulle sue mani magre...
"Tu sei sempre stata come questa margherita...bella, solare, colorata...
Che ti succede ora? Non sei felice che finalmente siamo uscite da lì e ora potrai tornare dalla mamma? Visto...ho mantenuto la mia promessa..." le dissi ridendo...
Ma lei non pensava alle mie parole...
"Hanna, sono stanca...voglio dormire."
Mi implorò...
"Va bene...troveremo qualcuno che possa ospitarci...almeno per questa notte...però domani mi prometti che ritorneremo al nostro paese?"
"Si".
Mi disse con una risposta fredda...
Era strana...ma faceva così perché aveva la febbre e non si sentiva bene...ma sapevo che il giorno dopo sarebbe ritornata piena di vita con la voglia di tornare a casa nelle braccia della sua mamma...
Iniziammo a camminare per ore...ma non trovavamo niente e nessuno...
Dopo sei ore di cammino, finalmente notammo una casa molto carina, con il tetto di legno rosso...
Bussai alla porta...aprì una signora abbastanza anziana...
"Chi siete? Cosa volete?"
Mi gridò...
"Signora, abbiamo bisogno di un posto per dormire...questa bambina ha la feddre e fuori fa molto freddo...per favore aiutateci...solo per questa notte..."
Le implorai...
"Io non ospito in casa degli ebrei...andate via!"
Gridò più forte di prima...
Chiuse la porta e ci lasciò fuori al freddo...ormai era notte...
Ci sedemmo sulle scale di quella casa...
Ad un certo punto la porta su riaprì ma questa volta uscì un signore abbastanza anziano.
"Che fate lì bambine?"
Ci chiese...
"Fa freddo e cerchiamo un posto per dormire questa notte..."
"Entrate allora..."
Rispose con un sorriso...
"La signora non ci vuole perché siamo...ebree"
"Rispondete solo a questo.
Nelle vostre vene non scorre del sangue come il nostro?
E il vostro cuore non batte come il nostro cuore?".Rimasi sorpresa da quelle parole...
Finalmente.
Entrammo...
Era una casa grandissima, di legno e antica...
C'erano tante scalinate che portavano ai piani superiori...
E quante camere!
Sembrava di essere in un castello...
"Sedetevi...volete qualcosa da mangiare?"
"Si! Per favore... Qualcosa per Chiara..."
Come era buono quel signore...
"Cos'ha la bambina?"
"Non lo so....ha la febbre da tanti giorni ed é molto debole...per favore... aiutatela..."
Gli implorai.
"Forse sarebbe meglio chiamare un dottore..."
Mi rassicurò...
"Ma sei impazzito? Se scopre che sono ebree finiremo anche noi in quei campi di sterminio!"
Era la voce della signora che ci aveva cacciate...
"Possiamo fidarci del dottor Strigo...intanto prepara qualcosa da mangiare per queste bambine..."
Le disse il signore...
Ero felice di essere in quella casa con un signore così buono e comprensivo...
Era un altro angelo che Dio mi aveva donato...
"Grazie signore...grazie davvero...".
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Una vita senza memoria é un filo spezzato
General FictionHo deciso di scrivere questa storia per non dimenticare l'orrore della seconda guerra mondiale e i campi di concentramento perché solo ricordando possiamo essere in grado di non commettere gli stessi errori e soprattutto perché "Una vita senza memor...