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Ormai Jennifer sembrava aver ripreso il controllo della sua vita, o almeno così pensava.
Tutto le sembrava tornato alla normalità, ma una parte di lei, quella fastidiosa parte di lei, sapeva che c'era qualcosa che non quadrava e scattava sempre ogni volta che lei e Liam stavano insieme.
Loro due, alla fine, erano tornati insieme.
Jennifer gli aveva dato quella che Liam aveva definito come 'la seconda opportunità più bella di sempre' e lei aveva sorriso, abbracciandolo e dandogli un tenero bacio sulle labbra.
Liam, però, era cambiato, Jennifer poteva notarlo benissimo.
Era diventato più ansioso, più protettivo, troppo soffocante.
"Faccio tutto per te, Jen. Per farti star bene." le diceva e lei ci credeva, troppo.

"Ciao, dolcezza." disse Liam, avvicinandosi a Jennifer.
La ragazza gli sorrise e chiuse il libro che stava leggendo, lo stava aspettando da venti minuti.
Alzò il viso e Liam fece scontrare le loro labbra, facendo scattare una mano alla base della sua nuca, trattenendola e approfondendo il bacio, mordendola, facendole male.
Jennifer si staccò e si passò la lingua sul labbro inferiore, sentendo l'odore del sangue. Liam le aveva distrutto il labbro inferiore.
Il ragazzo sorrise, la sua Jennifer.
"Allora, ricordato altro?" chiese e Jennifer annuì, sorridendo debolmente.
A dire il vero, quella notte Jennifer si era ricordata di un paio di mani che la picchiavano fino a lasciarle segni terribili. Si era ricordata dei brividi di freddo e di paura, delle urla che aveva lanciato quando era rimasta sola.
E poi si era ricordata di un paio di braccia che la circondavano.
"Ne vuoi parlare?" domandò Liam, stringendole la mano.
Aveva bisogno di sentirla, in qualsiasi modo.
Liam era così: doveva sapere di aver il controllo su lei, di poterla stringere, amare, e perché no, anche picchiare se doveva soddisfare i suoi bisogni. Perché era questo che gli avevano insegnato, da sempre: soddisfare i suoi bisogni, anche a costo di sottomettere gli altri.
Solo che Jennifer era così bella e così testarda, che, a volte, Liam non capiva se riusciva a soddisfarsi del tutto senza farle del male.
"No, tranquillo." mormorò Jennifer, andandosi a sistemare tra le sue braccia.
Per quanto suonasse strano, per quanto a volte Liam la spaventata con i suoi atteggiamenti, Jennifer si sentiva al sicuro con lui.
"Ti va di andare a una festa, dopo?" gli chiese, mentre Liam appoggiava il mento sulla sua testa.
"Una festa?" domandò con un sorriso, le feste finivano sempre bene per lui.
Jennifer annuì e respirò il suo odore, era un odore forte, ma niente a che fare con quello dolciastro della maglia che aveva a casa.
"Sì, è di Will. A casa sua. Mi piacerebbe se venissi con me." mormorò e Liam rise, trovando assolutamente ridicola quella proposta.
Però era a casa di Will, e Jennifer gliel'aveva chiesto con quella vocina così dolce che non le si poteva dire di no.
E poi, ci sarebbe stato sicuramente Niall.
"Ci saranno tutti i tuoi amici?" chiese il ragazzo, appoggiando le labbra sulla sua testa.
Jennifer sospirò e ci pensò su, anche se sapeva che ci sarebbero stati tutti, anche Niall.
Da quella sera, dopo che era andato via da casa sua, i due non si parlavano più, anche se Jennifer poteva giurare di sentire Niall.
Lo sentiva ovunque e questo perché Niall, in qualche modo, finiva sempre per essere presente nei suoi pensieri.
E lui, la osservava da lontano, per prendersene cura. Per cercare di mantenere la sua promessa.
"Sì, probabilmente sì." mormorò, staccandosi dall'abbraccio e sorridendogli.
"Verrò." disse Liam, di getto, e Jennifer si chinò in avanti, sfiorando le sue labbra.
"Grazie." sussurrò e un altro ricordo la colpì.

"Dobbiamo per forza andare stasera?" chiese, incrociando le braccia sul petto.
Jennifer si girò e lo trovò steso sul letto, un sorriso strafottente sulle sue labbra curvate all'insù.
"Sì, Amber ci tiene, lo sai." mormorò, rituffandosi nell'armadio, in cerca di un abito per quella sera, ma lei già sapeva quale indossare. Quello nero, con lo scollo a cuore sul davanti e il velo che scendeva sulle gambe. Il suo preferito.Sussultò quando sentì il suo naso sul suo collo e le sue mani sulla sua vita.

"Aspetto, allora, solo il momento in cui potrò levarti l'abito, sai." le disse, lasciandole un bacio sul collo e facendola rabbrividire.
Jennifer si girò, intrecciando le mani dietro il suo collo, avvicinandolo.
"Anch'io non vedo l'ora che arrivi quel momento." mormorò, per poi fiondarsi sulle sue labbra.

one hundred daysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora