12.be yourself

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Jennifer non era riuscita a seguire una lezione quella mattina, aveva ancora la testa che le esplodeva.
Per questo fu felice quando vide la chioma svolazzante di Amber andarle in contro con un sorriso.
"Non mi piace quella faccia." le mormorò l'amica, abbracciandola.
Jennifer si lasciò stringere da quelle braccia esili, familiari. Qualcosa che forse andava nel verso giusto.
"Almeno la tua è bella." mormorò Jennifer, facendo ridere Amber.
"Beh, sorrido. Ora dimmi perché non lo fai tu." le chiese, appoggiandosi al muro.
Jennifer si strinse nelle braccia, tremando. Come poteva raccontarlo?
Alzò lo sguardo e fissò gli occhi della sua amica, occhi sereni rispetto ai suoi.
"Ho scoperto che Liam ha una strana ossessione per me. Dice di volermi picchiare. Poi però lui nega tutto e dice che in realtà è qualcun altro.." mormorò, fissando come gli occhi sereni di Amber si andarono ad annerire, sconvolti.
"Che?" chiese, sconvolta.
Amber era sconvolta, dannazione.
Liam la picchiava? Quel ragazzo dolce e innocuo? E poi, chi era l'altro?
Jennifer sembrò leggerla negli occhi.
"Niall. Liam dice che Niall mi picchiava." mormorò, abbassando poi lo sguardo.
E Amber spalancò la bocca.
Niall!
"E tu.. ricordi chi era?" domandò, avvicinandosi a Jennifer, in un sussurro.
Jennifer alzò lo sguardo, abbracciandola. Amber la strinse, carezzandole i capelli.
"Non lo so, Amb. Non..non so a chi credere, d'accordo? So solo che qualcuno lo faceva e io.." disse ma non riusciva a terminare la frase.
Amber la strinse più forte, non sapeva che dirle.
"Andrà tutto bene, Jen. Io sono con te." mormorò, lasciandola andare.
Jennifer le sorrise e poi spostò lo sguardo verso un punto lontano, Liam si stava avvicinando.
Amber lo guardò e poi tornò a fissare la sua amica, un lieve sorriso sul suo volto.
"Io vi lascio. Jen, per qualunque cose, avvisami." le disse, stringendole una mano e poi andando a cercare il biondo, doveva darle delle spiegazioni.
Jennifer guardò la sua amica passare vicino a Liam e poi lui giungere, con le braccia aperte, pronta a stringerla.
"Andiamo in classe?" le chiese e Jennifer annuì, staccandosi dal suo abbraccio e sorridendogli.

Will e Niall si erano cambiati e adesso stavano lì, a palleggiare.
"Amber dove cazzo è?" chiese Niall, guardandosi intorno e lanciando il pallone fortissimo.
Will rise e si avvicinò al suo amico, mettendogli una mano sulla spalla.
"Ar-" disse, ma una mano che si posò violentemente sulla guancia di Niall lo fece zittire.
Niall guardò davanti a sé, trovando una furiosa Amber, con gli occhi lucidi e rossi, fissarlo furente e avrebbe potuto ucciderlo con i suoi occhi, in quel momento.
"Fai schifo, Niall! Schifo." urlò, attirando l'attenzione della classe, che fissò l'hippie stravolta.
Will si guardò intorno e portò fuori Amber, seguiti da Niall, che ancora si stava massaggiando la guancia.
"Lasciami, Will. Lasciami che io lo uccido!" urlò Amber, mantenendo il suo sguardo fisso su Niall.
Il ragazzo si avvicinò e prese Amber per un braccio.
"Che è successo?" domandò, mentre Amber cercava di divincolarsi dalla sua presa.
"Chi?" domandò la ragazza, calmandosi tra le braccia di Will e iniziando a piangere.
Niall la fissò confusa, che?
"Chi cosa?"
"Chi tra voi la picchiava, Niall?" domandò e Niall sentì il cuore cadergli per terra.
Jennifer davvero pensava che lui avrebbe potuto alzare le mani su di lei?
Davvero pensava che avrebbe potuto sfiorarla?
Liam.

Liam avrebbe pagato pur di vederla sempre così, attaccata a lui come se fosse un'ancora di salvezza e così lo vedeva, in quel momento.
Liam era la sua ancora di salvezza.
"Ti andrebbe stasera di andarci a prendere qualcosa?" le domandò, passandole una mano tra i capelli neri.
Jennifer sospirò e annuì, pensando che distrarsi l'avrebbe aiutata in quel momento.
Liam sorrise e si chinò sul suo orecchio.
"Poi ho casa libera, stasera." e Jennifer rabbrividì.
Si staccò da lui e gli diede un bacio sulla guancia.
"Io vado, ci sentiamo dopo." mormorò e, raccolte le sue cose, si avviò verso l'uscita.
Le faceva male la testa, quel giorno sembrava non finire mai e lei aveva paura.
Solitamente, quando pensava così, andava sempre peggio e lei sentiva che il peggio stava proprio arrivando.
Scosse la testa e si incamminò verso casa, non vedendo l'ora di poter dormire un poco.

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