14.paradise

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"Dove cazzo sei, Jennifer?"
La ragazza lesse quel messaggio altre tre volte, mentre si guardò intorno.
Niall si era fermato in un locale che Jennifer ricordava, era una paninoteca e le sembrava passata una vita da quando era andata lì l'ultima volta.
Alzò lo sguardo, il biondo era andato a prendere da mangiare.
"Ci penso io." le aveva detto con un sorriso, prima di mettersi in fila.
Abbassò nuovamente lo sguardo sul telefono e sospirò, digitando una risposta.
"Liam, non mi sono sentita molto bene. Ti chiamo io più tardi."
Inviò e posò il telefono in borsa, mentre qualche ricordo la colpiva ogni tanto.
Feste di qualsiasi tipo si erano svolte lì, amici e baci di qualsiasi genere si erano consumati tra quelle mura.
Un signore le sorrise, alzando il cappello e lei sorrise imbarazzata.
"Si chiama Jim." mormorò Niall, sedendole davanti.
Posò un vassoio con due panini e due porzioni di patatine sul tavolo, una birra e una coca.
"Immagino sia per me la coca." mormorò Jennifer, storcendo il naso.
E se avesse voluto altro?
"Prendevi sempre quella con l'hamburger, Jen." le disse Niall, a voce così bassa che la ragazza fece fatica a sentirla.
Prese il suo panino e gli diede un morso, chiudendo gli occhi e godendo di quel cibo.
Niall sorrise mentre mordeva il suo, la faccia di Jennifer in quel momento era impagabile.
Quando la ragazza aprì gli occhi, trovò Niall a fissarla e si sentì a disagio. Deglutì e prese un sorso di coca, sempre mantenendo gli occhi in quelli del ragazzo.
"Venivo spesso qui, vero?" domandò, riprendendo a mangiare.
Niall annuì, non sapendo come dirle che lì, praticamente, loro si rifugiavano quando non sapevano dove andare.
"Me lo ricordo, sai. Ci fu una festa, di Amber, credo." Jennifer sorrise mentre un tenero ricordo si formava nella sua mente.
"Fu la prima volta in cui vidi Liam." mormorò e Niall si irrigidì.
Tutto ma non quello.
Jennifer alzò lo sguardo, sorridendo vedendo Niall così.
"Perché l'hai picchiato, Niall?" domandò, abbassando il tono della voce.
Niall la guardò, non capendo, quando poi tutto, gli si presentò nella mente. Liam era andato da lei.
"Non l'ho mai picchiato, Jennifer." mormorò, sporgendosi in avanti.
Jennifer guardò quelle iridi azzurre e sarebbe stato così facile credergli se non fosse che, dannazione, Liam si era presentato a casa sua con il naso sporco di sangue, che i suoi ricordi non la lasciavano stare.
"Stai mentendo, Niall. L'ho visto, ok? Ho visto il sangue sulla faccia di Liam, perché non mi dici semplicemente il motivo?" chiese e lo vide irrigidire la mascella.
"Perché non mi credi?" domandò il ragazzo, non capendo.
Jennifer doveva conoscerlo, per forza.
Sapeva che lui non avrebbe mai fatto del male a nessuno, eppure in quel momento sembrava che per lei fosse più facile pensare che fosse lui il cattivo.
"Dammi un motivo per cui dovrei crederti, allora." lo sfidò e Niall sorrise.
Ecco cosa amava di lei, il fatto che non si arrendesse mai. Anche in quel momento, anche se era in torto, Jennifer lo sfidava per portare avanti la sua teoria.
Niall si tirò indietro, facendo scontrare la sua schiena con la sedia, prendendo un morso del suo panino. Jennifer lo imitò, aspettando una risposta.
"Perché mi conosci, Jennifer." mormorò, abbassando gli occhi.
E lo conosceva per davvero. Forse, lei era stata l'unica a conoscerlo sul serio, neanche Will lo conosceva così bene come lo conosceva lei.
"No, ti sbagli. Io non ti conosco." sussurrò Jennifer, sentendosi in colpa.
In colpa perché li aveva visti quegli occhi azzurri pregarla di ricordare, ma lei non riusciva a ricordare qualcos'altro che non fossero le sue mani stringerla.
Niall sospirò e finì di mangiare, lui non mollava.
Non voleva mollare perché mollare avrebbe significato perderla e perderla lo spaventava.
Jennifer capì che aveva toccato un argomento delicato, ma non sapeva che altro dire, insomma, non era colpa sua, o no?
La vibrazione del suo telefono catturò la sua attenzione, così per distrarsi lo prese.
"Se vuoi passo da te, dopo. Non respingermi."
Storse il naso, non sapendo che rispondere.
In quel momento, le tornarono in mente le parole della dottoressa, che a volte dovremmo seguire il cuore. E in quel momento, il suo cuore le diceva di rimanere lì, con quel ragazzo dagli occhi azzurri che sembrava rotto, che aspettava di tornare a vivere.
Niall notò come Jennifer fissasse preoccupata il suo telefono, così sospirò.
Sapeva già chi le avesse scritto, senza neanche bisogno di chiederlo.
Liam.
"Mi piacerebbe portarti in un posto, Jen. Per aiutarti a ricordare." le disse, attirando la sua attenzione.
Jennifer lo fissò, un sopracciglio alzato.
"Ascolta, sono un coglione, d'accordo? E' che io non posso non provare, ma ti prego, proviamo almeno a recuperare un rapporto di amicizia, d'accordo? Io ho bisogno di te nella mia vita, Jennifer." le disse, gli occhi lucidi.
E stava mentendo e dicendo la verità, in quel momento.
Non è vero che voleva l'amicizia, lui voleva di più. Ed era vero, aveva bisogno di lei nella sua vita.
Jennifer si sentì toccata da quelle parole, mentre il suo cuore si stringeva.
E adesso?
"Jen, ti prego. Ti chiedo solo un momento, per ritrovarci." mormorò e fu quel ritrovarci che le fece prendere la decisione, perché Jennifer aveva bisogno di ritrovarsi.
"Ci vediamo direttamente domani. Scusa."
Alzò lo sguardo dal suo telefono, Niall stava trattenendo il fiato.
"Dove andiamo?" chiese, un timido sorriso sulle sue labbra e quel sorriso sciolse tutti i dubbi di Niall.
Sopravviveremo, Jennifer.

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