11.bomb

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"Non chiedermelo." mormorò Liam, avanzando verso di lei.
Jennifer si portò le braccia davanti il viso, tremando.
Lei non poteva sopportarlo, non capiva.
Liam si inginocchiò davanti a lei, abbassandole le mani e fissandola. I suoi occhi erano sconvolti.
"Come l'hai scoperto?" mormorò, la mascella serrata.
Jennifer guardò altrove, adesso che sapeva della sua 'malattia', aveva paura di farlo arrabbiare.
Liam prese il suo mento, con un po' troppa forza e lo girò, finché i loro occhi non si incontrarono di nuovo.
"Rispondimi, Jennifer." mormorò e lei si leccò le labbra secche.
"H-ho letto il tuo fascicolo." mormorò e Liam la lasciò andare, fissandola con un sorriso malato.
In un certo senso, era felice che lei sapesse, così non doveva più nascondersi.
Poteva essere chi davvero era, chi era sempre stato.
"Ti ho sempre chiesto scusa, però." mormorò, riprendendo il suo mento tra le mani.
Jennifer fissò quelle iridi, le parole che aveva letto poco prima le rimbalzavano in mente, facendole male.
"Tu non mi ami." disse e in quel momento, arrivò la dottoressa Lewis.
"Liam!" esclamò, vedendolo ai piedi della ragazza.
Jennifer aveva un volto sconvolto mentre la guardava, le sue iridi azzurre chiedevano aiuto.
"Dottoressa." salutò Liam, con un cenno del capo.
Si rialzò in piedi in maniera delicata, aggraziata e allungò una mano a Jennifer, invitandola a prenderla.
"Forza, ti riporto a casa." mormorò ma Jennifer rimase per terra, le braccia conserte.
"Jennifer, andiamo." mormorò Liam, la voce bassa.
"A dire il vero, noi dovremmo finire. Liam, tu vai. La riporto io a casa." si offrì la donna e Liam sbuffò, dando un pugno al muro, vicino a Jennifer.
La ragazza chiuse gli occhi, portandosi le mani sulle orecchie e singhiozzando.
La donna aspettò che Liam uscisse dall'edificio per poter correre vicino a Jennifer e stringerla tra le sue braccia. Jennifer si lasciò cullare, piangendo su di lei.
"Va tutto bene, Jennifer. Va tutto bene." mormorò, stringendola.

"Mi dispiace." mormorò Jennifer, prendendo la tazza di thé che Amanda le offrì.
"Jennifer, non hai nulla da scusarti. Certo, non avresti dovuto guardare quel fascicolo, ma tu non hai fatto nulla." mormorò la donna, strofinandole la mano sulla spalla.
Jennifer sorrise e prese un sorso di thé, sperando di scaldarsi, almeno in parte.
Ancora non riusciva a capacitarsi di quello che aveva letto, davvero quella descrizione era di Liam?
Amanda fissava la ragazza davanti lei fissare fuori, lo sguardo perso.
"A cosa pensi?" le domandò e in quel momento il telefono di Jennifer prese a squillare, ma lei non aveva la forza di rispondersi o muoversi di lì.
La fissò a lungo, piegando la testa di lato.
"A Liam." rispose e sospirò, poggiando la testa sul divano e portandosi le ginocchia sotto il mento.
"Non capisco perché l'amore non gli basti, perché debba farmi male." mormorò e Amanda rimase in silenzio.
Non poteva tradire il suo giuramento professionale e parlarne con la ragazza dei problemi di Liam.
"Tu lo ami davvero, Jennifer?" chiese e Jennifer abbassò lo sguardo sui suoi piedi, prendendo un altro sorso di quella bevanda.
"Vorrei andare a casa, se non le dispiace." mormorò, infine, rialzando lo sguardo.
Amanda sorrise e annuì, alzandosi e permettendo a Jennifer di seguirla.
La ragazza non sapeva come risponderle. Lo amava?
Dannazione sì.
Lo amava perché altrimenti non sarebbe tornata con lui, no?
Eppure quella notizia, leggere quelle particolarità su Liam.. aveva bisogno di picchiarla per dimostrare il suo amore.
L'aveva fatto anche in precedenza? E chi altro lo sapeva?
Jennifer era stanca, semplicemente.

"Grazie del passaggio, dottoressa." mormorò, quando arrivarono a casa sua.
"Ci vediamo la prossima settimana?" domandò la donna, sorridendole.
Jennifer annuì e corse dentro casa, non degnandosi neanche di salutare i suoi ma correndo nella sua stanza, buttandosi sul letto e fissando il soffitto.
Sentiva di dover ricordare, adesso più che mai.

Niall aveva sentito la porta di casa aprirsi e la voce di suo padre salutare sua madre.
Scese di sotto e la prima cosa che notò furono gli occhi di sua madre, fissi su di lui.
Si sentì male, all'inizio.
Lui lo sapeva che Jennifer sarebbe andata da lei e quell'espressione non portava mai niente di buono.
"Che le è successo?" domandò, andandole incontro.
Sua madre rimase in silenzio, abbassando lo sguardo.
"Mamma, cazzo, cosa è successo?" chiese Niall, ottenendo un'occhiataccia da parte della donna, che poi sospirò.
"Ha scoperto il fascicolo di Liam, tesoro. E lui era lì." mormorò e Niall si sentì la terra aprirsi sotto i piedi.
Cristo, Jennifer allora sapeva. Ricordava, anche?
"E?" chiese, in un sussurro.
Sua madre lo abbracciò e lui si sentì morire in quell'abbraccio.
"Non lo so, però l'ho riportata io a casa. Non ricorda, però.. Niall, lei confonde quello che ha vissuto con te con Liam. Non penso confonda anche il contrario, però questo significa che se lei si basa sui suoi ricordi, le vostre emozioni le scambia con quelle che aveva vissuto con lui e quindi potrebbe non tornare più con te." mormorò, cercando di semplificargli il concetto.
Niall sentì il respiro farsi pensate.
Sua madre gli stava dicendo che aveva perso per sempre Jennifer?
Confondeva i loro ricordi con quelli sbagliati tra lei e Liam, adesso capiva perché diceva di amarlo.
Amava i ricordi che aveva con lui, che però erano i loro.
Niall sentì la testa girare, quella situazione lo stava facendo impazzire, gli stava portando via tutte le sue energie.
"Che posso fare, mamma?" domandò e sua madre lo strinse più forte.
"Sperare, Niall, e starle vicino. Adesso che Liam ha le carte scoperte, ho paura che possa giustificare il male che le farà, perché sono sicura che tornerà a fargliene." mormorò e poi Niall si staccò, sentendo il suo telefono vibrare.
Jennifer.
Corse di sopra, rispondendo appena mise piede in camera.
"Ehi, Jen." mormorò, schiarendosi la voce.
Jennifer non sapeva perché aveva chiamato lui, sapendo benissimo che avrebbe dovuto chiamare Liam, parlargli.
Torturò il lenzuolo con una mano, non trovando le parole.
"Jennifer?" Niall la richiamò, preoccupato, mentre si sedeva a letto.
"Non so perché ti ho chiamato, onestamente." mormorò con una risata imbarazzata e Niall sorrise.
"Beh, dimmi. Visto che mi hai chiamato, qualcosa dovrai dirmi." mormorò, stendendosi e chiudendo gli occhi, immaginandola vicino a lei.
"Forse volevo solo sentire una voce familiare." pensò ad alta voce, arrossendo.
Fortuna che Niall non poteva vederla, ma lui la conosceva così bene da sapere che era arrossita e si era posizionata su un fianco, le gambe al petto.
"E' tardi, domani c'è scuola e tu dovresti riposare." le disse, la voce dolce, come le cantasse una ninnananna.
Ma la verità era che Jennifer non voleva chiudere gli occhi e dormire, aveva paura di quello che avrebbe potuto sognare.
Liam, ossessivo, aggressivo, bisogno di farle del male.
Scosse la testa, guardando davanti a sé.
"Non voglio dormire." ammise e Niall rise e Jennifer sentì scaldarsi, tant'è che sorrise.
"Beh, dovresti, Jen. Se vuoi, rimango con te al telefono finché non ti sento dormire." mormorò il biondo, sorridendo a quell'idea.
Se non avesse potuto tenerla tra le sue braccia in quel momento, l'avrebbe tenuta al telefono.
Jennifer sorrise, Niall era davvero matto.
"Come fai a sapere quando mi sono addormentata?" chiese, mettendosi sotto le coperte.
"Tu fidati, chiudi gli occhi e quando saprò che dormi, chiuderò la chiamata." mormorò e Jennifer fece come le aveva detto, chiuse gli occhi e lasciò che il sonno prendesse spazio.
"Jen?"
Niall provò a chiamarla, ma dall'altra parte della linea non proveniva altro suono se non quello di un dolce respirare. Sorrise, fiero di sé.
"Buonanotte, amore mio."

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