1.prologue

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"Io allora esco!" esclamò Jennifer, afferrando la borsa nera dal manico della porta della sua stanza e chiudendosela dietro.
"Dove vai?" domandò sua madre, uscendo dalla cucina con i guanti sulle mani e i capelli rossi raccolti in una coda alta.
"Esco, stop." rispose con tono acido, girandosi verso la donna e fissandola nei suoi occhi neri.
La donna sollevò un sopracciglio, confusa. Da quando Jennifer usava quel tono con lei?
"Con chi?" chiese suo padre, scendendo le scale, sistemandosi la maglietta grigia.
Jannifer sbuffò infastidita, i suoi genitori facevano sempre le solite domande e avrebbero sempre ricevuto la solita risposta.
"Jen?" la richiamò la madre.
La ragazza alzò nuovamente lo sguardo e si morse il labbro inferiore, doveva davvero dirglielo per sentirsi ricevere la solita risposta? Aveva davvero voglia di iniziare la solita discussione? Avrebbe potuto mentire e provare a svignarsela ma suo padre incrociò le braccia sul petto, in attesa della risposta che già sapeva sarebbe arrivata presto.
"Con Niall, esco con Niall!" esclamò alzando le braccia al cielo, esasperata.
Il nome di quel ragazzo uscì dalle sue labbra in tono dolce, quasi come se volesse cullarlo solo con le parole. Suo padre scosse la testa, un sorriso beffardo sulle sue labbra.
"Tesoro.." iniziò la madre, avvicinandosi lentamente, come se non stesse parlando a sua figlia, ma a una belva feroce, che avrebbe potuto attaccare. E così era.
Quando le si toccava Niall, Jennifer mordeva, diventata una tigre che difendeva il suo cucciolo.
Indietreggiò di alcuni passi, sapeva cosa volevano: che rinunciasse a loro, a lei e lui.
Eppure, quel loro era la cosa più bella che le fosse mai capitata, perciò non l'avrebbe fatto. Era grazie a quel loro che Jennifer si era salvata, era grazie a quel lui che i suoi genitori tanto odiavano che lei era felice, viva.
"No, mamma. Io esco, ci vediamo più tardi." dichiarò decisa, prendendo il cappotto dalla gruccia e indossandolo.
"Jennifer.. ti prego, fai sul serio? Dopo tutto quello che ti ha fatto? Dopo tutto il dolore?" sbottò suo padre, avvicinandosi alla donna, che fissava la figlia come se l'avesse pugnalata, e stringendole la vita.
Jennifer spalancò la bocca, come osava? Come poteva tirare fuori il passato?
Ma lui, di quel passato, conosceva solo una parte, solo quella che faceva più comodo raccontare.
Niall le aveva detto di denunciarlo, ma lei non aveva voluto dargli retta, lasciando che le azioni di Liam fossero addossate a lui. Lasciando che Niall pagasse per gli sbagli del ragazzo.
Jennifer aveva fatto in modo che Niall fosse visto come il cattivo perché era semplicemente più comodo che gli altri pensassero male di lui che dell'altro. Per questo, continuavano a mentire.
"Sì papà, dopo tutto quello che mi ha fatto perché lo amo!" esclamò, aprendo la porta e guardando davanti a sé.
Un sorriso minacciò di deformarle la faccia quando vide la familiare sagoma nera della sua auto.
Era già lì.
"Ci vediamo dopo, 'notte." mormorò in tono piatto, chiudendo la porta e chiudendoli fuori dalla sua vita, almeno per quel paio d'ore. Era stanca di quelle discussioni.
Corse verso l'auto e la portiera si aprì, lasciandola senza parole quando lo vide.
"Entra che si congela." mormorò con una risata.
Ridendo, Jennifer entrò e si mise al suo fianco, al suo posto.
"Ciao splendore." disse Niall, prendendole il mento fra le dita e alzandole lo sguardo.
I suoi occhi azzurri le scavarono l'anima, le fecero perdere il senso del tempo, delle cose.
Erano quel tipo di occhi per il quale avresti attraversato anche l'inferno pur di poterli vedere un'ultima volta, e lei l'inferno l'aveva attraversato senza paura di bruciarsi perché sapeva che lui era lì, dall'altra parte.
Jennifer, ogni giorno, attraversa quell'inferno di bugie che si era creato, ma le fiamme non la bruciavano, non finché il sorriso che aveva davanti sarebbe continuato a brillare.
"Ciao amore." disse chinandosi sulle sue labbra e lasciando un casto bacio.
Niall sorrise quando sì separò, ancora gli faceva strano quel soprannome, eppure non esisteva parola più perfetta.
Amore.
Amore deriva dal latino "a-mors", qualcosa che non muore mai e Niall pensò che quella parola era stata pensata per loro, perché Jennifer e Niall non sarebbero mai morti.
Loro sopravvivevano.
Jennifer si appoggiò al sedile in pelle nera e chiuse gli occhi, lasciando che le parole del padre uscissero dalla sua testa.
Perché ogni volta che sapeva che era con Niall, tirava fuori quella storia?
Perché aprire vecchie ferite?
Ferite che poi non erano neanche state causate da quelle mani.
Senza volerlo, le sue dita sfiorarono il punto dove si trovava una grossa cicatrice sul suo polso.
Deglutì.
"Ehi Jen, tutto bene?" domandò Niall, girando lo sguardo verso di lei.
Erano fermi al semaforo, non c'era nessuno in giro. Il cielo era cupo, come se si stesse preannunciando una tempesta. Jennifer storse il naso, odiava quando diluviava.
Si girò verso di lui e aprì gli occhi, il suo mondo la fissava preoccupato.
Allungò una mano e gli scompigliò i capelli, facendola poi scendere lentamente lungo la sua guancia, accarezzandolo. La barba sfatta di Niall le solleticò la pelle.
"Sì, cioè.. le solite discussioni, con mio padre soprattutto." disse, appoggiando lo sguardo sulla sua maglia nera.
Niall le strinse la mano e sospirò, capendo.
"Per colpa mia, vero?" disse con voce sofferente e levando le mani da quelle della ragazza.
La ragazza alzò lo sguardo e prese la faccia del ragazzo tra i suoi palmi, non poteva pensare male di loro.
Quel loro era tutto ciò che c'era di buono, lui lo sapeva. Doveva saperlo.
"Non farlo, non permettere che quello che accade tra me e i miei rovini quello che abbiamo. Lo sai che siamo noi contro il mondo. Lo sai che stiamo pagando per gli sbagli di qualcun altro. Lo sai che, alla fine, vinceremo, Niall. Solo ti prego, non incolparti. Non lasciare che entrino nella tua testa. Non lasciare che, con i loro pensieri, ti portino via da me. " mormorò con voce impaurita.
Non poteva né voleva perderlo.
Niall era stata veramente una benedizione, la luce che l'aveva salvata dall'oscurità che era stata Liam, dal suo mondo contorto, dalle sue assurde regole e follie.
Non poteva lasciare che per colpa delle stupide paranoie del padre, lui la lasciasse.
Sarebbe morta, piuttosto.
Niall sorrise e quel sorriso calmò le paure di Jennifer, le prese una mano e se la portò alle labbra, dove vi lasciò un bacio. Un bacio che prometteva sicurezza, amore, rifugio.
"Ti giuro, niente mi porterà via da te. Neanche tuo padre, o i suoi pensieri. Noi sappiamo la verità, Jennifer. Noi sappiamo chi siamo, non loro. Noi sappiamo le nostre ferite. Noi sappiamo chi incolpare." sussurrò, prima di prenderla per il collo e avventarsi sulle sue labbra.
"Ti amo, Jennifer." disse appoggiando la fronte sulla sua.
Il suo respiro accarezzava le labbra della ragazza, curvate in un sorriso.
Poteva essere più felice?
Sorrise e rubandogli un ultimo bacio, assaporando il suo profumo, il suo amore.
"Ti amo anch'io, Niall." riuscì a mormorare, sentendo il suo cuore esplodere.
Finché fossero stati loro due, niente avrebbe potuto separarli.
O almeno così credevano.
Niall fece in tempo a sorriderle e carezzarle una guancia prima che tutto crollò e il mondo passò dall'essere perfetto all'essere un inferno, fatto di cristalli e sangue.
Buio e urla.

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