5.liam

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Amber parcheggiò la sua decappottabile davanti al cancello della scuola, ogni persona che passava le guardava.
La pazza e l'hippy, sentì dire Jennifer e capì che era lei la pazza.
Perché?
"Sei sicura che vuoi rientrare oggi?" domandò la sua amica, affiancandola.
Jennifer strinse i libri al petto e annuì, deglutendo.
"Prima riprendo in mano la mia vita, meglio è." sospirò, sorridendole.
Amber ricambiò il sorriso e la prese a braccetto, chiudendo l'auto con il telecomando e avviandosi verso un tavolino al centro del cortile.
Un gruppo di ragazzi parlava tra di loro e Jennifer rimase quasi delusa quando non vide una chioma bionda tra quelle teste.
"Ciao ragazzi!" li salutò Amber.
La ragazza si nascose dietro di lei, aveva quasi paura a vederli. E se non li ricordava ed erano suoi amici?
"Jennifer!" urlò uno di loro, vedendola e buttandosi addosso a lei.
La ragazza sentì le sue lacrime bagnarle la camicetta bianca e, istintivamente, portò le braccia intorno a lui. Amber le sorrideva come per incoraggiarla mentre un altro ragazzo e una ragazza la fissavano a bocca aperta. Come fosse uno spettacolo da circo.
Il ragazzo si allontanò e i suoi occhi la colpirono: erano azzurro ghiaccio, velati da lacrime.
"Oh tesoro, mi sei mancata così tanto." esclamò, stringendola di nuovo a lui.
Le sue braccia muscolose erano quasi fastidiose se continuavano a stringere così tanto.
"Will la farai soffocare così!" esclamò ridendo Amber.
Il ragazzo si staccò e la guardò, portando una mano sulla sua guancia.
"Pensavo che non ti avrei rivisto più." mormorò e i suoi occhi ripresero a lacrimare, mentre scuoteva la testa.
Jennifer lo abbracciò, per fargli capire che lei c'era e che, anche se non ricordava, non lo avrebbe lasciato.
"Ti ricordi di me?" domandò, posando entrambe le mani sulle mie spalle.
Osservò il suo volto: gli occhi azzurri ghiaccio, il naso all'insù, le labbra carnose, i capelli neri con un ciuffo rosso.
Sorrise mentre le tornava alla mente la foto attaccata al suo armadio, era lui Will.
I suoi occhi si accesero quasi mentre la vedeva sorridere.
Forse, si ricordava. Questa speranza accendeva il suo cuore.
"Mi dispiace, Will." mormorò Jennifer, uccidendo tutte le sue speranze.
"Tranquilla, Jen. Almeno non sono l'unico di cui non ti ricordi." disse, sorridendo tristemente e subito i pensieri della ragazza volarono al biondo, dov'era?
"E di noi ti ricordi?" domandò un'altra voce, più flebile.
Jennifer guardò oltre le spalle di Will e vide un ragazzo che stringeva una ragazza per la vita.
Gli occhi quello erano uguali a quelli di Will e il suo viso era incorniciato da una cascata di riccioli biondi. Subito, lo ricollegò al ragazzo della foto, ma la ragazza al suo fianco non aveva idea di chi fosse. Era minuta e aveva lunghi capelli rossicci.
Amber le si avvicinò e prese Will per un braccio, che non la lasciava andare con lo sguardo.
Jennifer scosse la testa, rispondendo al ragazzo. Pur avendo individuato chi fosse, non aveva idee. Lui sospirò e lasciò la ragazza per andarle incontro: la abbracciò, un modo molto meno violento di Will. Le sue braccia la strinsero dolcemente e le sue lacrime, come quelle del ragazzo di prima, le bagnarono i lunghi capelli neri.
"Sono Tyson, Jen." sussurrò al suo orecchio, mentre continuava a stringerla.
Tyson davvero sperava che Jennifer si ricordasse almeno di lui, ma niente. Jennifer non ricordava assolutamente nulla di quei due ragazzi.
Quando il ragazzo si allontanò da lei, sorrise e le carezzò la guancia.
"Ci hai fatto prendere un bruttissimo spavento, sai piccola." disse, guardando dietro le sue spalle.
Quella ragazza era ancora lì.
"Annabelle, vieni." disse Tyson e lei corse, fino a buttare le braccia al collo di Jennifer e scoppiare a piangere.
"Pensavo fossi morta." ammise e quelle parole fecero piangere anche lei, forse se fosse morta, avrebbe evitato tutta la sofferenza che stavano tutti provando.
"Beh, è ora di entrare in classe. Andiamo Jen." disse Will, prendendole la mano e trascinandola dentro l'edificio.

Come mise piede dentro, tutti gli studenti puntarono i loro occhi su di lei, che, automaticamente, si strinse di più al suo amico. Sentiva tutte le voci alle spalle e ai lati, erano fastidiose.
"Tranquilla, andrà meglio." mormorò Will, sostenendola finché non entrarono in classe.
L'aveva percepito il suo nervosismo e per rassicurarla la strinse di più.
Erano gli ultimi e il professore gli lanciò un'occhiataccia per poi sorridere a Jennifer.
"Jennifer, sono felice di vedere che stai bene." commentò, per poi indicarle il posto.
Will la accompagnò e chiese al ragazzo al suo fianco di lasciargli il posto. Jennifer, stranamente, trovò quel gesto estremamente dolce.
"Bene, qualcuno ha visto Horan?" domandò l'insegnante, prendendo il suo libro.
Quando vide che nessuno gli rispose, sospirò e iniziò la lezione.
Niall erano giorni che si rifiutava di andare a scuola, neanche i suoi amici sapevano che facesse a casa, eppure lui voleva sperare di svegliarsi un giorno e scoprire che era tutto un incubo.
Quell'ora passò lentamente tra le occhiate di Will e i commenti poco carini di alcune sue compagne di classe e quando finalmente suonò la campanella, le sembrò passata un'eternità.
Tirò un sospiro di sollievo e si alzò dal mio posto, si sentiva strana.
"Peccato che quella troia non ci sia rimasta nell'incidente, ora saremmo tutti più contenti. Niall compreso!" esclamò una e, dal tono eccessivamente alto, Jennifer capì che voleva che sentisse.
Quella parole la ferirono: perché chiamarla troia? Cosa aveva fatto?
Inevitabilmente, le lacrime iniziarono a scendere quando sentì che molte erano d'accordo.
Will cercò di fermarla, ma Jennifer iniziò a scappare.
Perché la dovevano etichettare come una troia?
Perché i suoi genitori le nascondevano qualcosa?
Odiava essere in quella situazione, non ricordare.. odiava tutto!
Andò a sbattere contro una persona proprio mentre stava ripensando a tutto il casino che era la sua vita.
"Oddio, scusa.." mormorò alzando lo sguardo e scontrandosi con due occhi nocciola.
"Jennifer!" esclamò una voce che subito portò alla superficie numerosi ricordi.
Jennifer sorrise e sentì una mano asciugarle via le lacrime.
"Liam!" esclamò, abbracciandolo e cogliendolo di sorpresa.
Dopo un primo momento di sorpresa, Liam ricambiò l'abbraccio, felice di avere di nuovo Jennifer tra le sue braccia.
Quando Jennifer si staccò dal suo corpo, Liam poggiò le sue mani sulle spalle della ragazza e le sorrise. Forse, dopotutto, quella seconda volta Jennifer gliela stava inconsciamente dando.
Jennifer notò come Liam fosse più bello di quanto ricordasse: i capelli castano chiaro erano stati scuriti e in quel momento li portava in un crestino che lo faceva sembrare più grande, gli occhi nocciola erano incorniciati da folte ciglia e le labbra erano carnose e scoprivano un sorriso mozzafiato. Si era fatto la barba, quel giorno. Non capì perché davanti tanta bellezza si sentì intimorita, come se avesse voluto scappare. Liam, infondo, era il primo volto di cui ricordava il nome.
Qualcosa deve pur significare, no?
"Stai bene?" domandò Liam, i suoi occhi preoccupati.
Appena Scott gli aveva detto che Jennifer aveva avuto un incidente grave, aveva deciso di tornare. Non gli interessava che lei lo odiasse, in quel momento. Non gli interessava che lei l'avesse cacciato e se ne fosse andata. Jennifer era sua, doveva solo ricordarglielo.
Sarebbe sempre stata sua, la sua ossessione.
"Sono reduce da un incidente e ho perso la memoria, secondo te come posso stare?" la buttò lì ridendo la ragazza, ma Liam non rise anzi la strinse più forte.
Quando aveva ricevuto quella fottuta chiamata, si era sentito morire, come ogni volta che stava con lei.
"Mi dispiace così tanto, Jen." mormorò.
Jennifer gli sorrise e scrollò le spalle, anche a lei dispiaceva, ma che potevano farci loro due?
Una rumorosa immagine si affacciò sulla sua mente confusa, mentre continuava a fissare Liam.
Erano labbra, labbra che si cercavano, mordendosi, stringendosi.
Mani, mani che si graffiavano e si carezzavano.
Erano occhi, nocciola e azzurro che si fondevano mentre lei gridava, stringendosi alle spalle del ragazzo.
Era l'amore, ma poi sentì una fitta acuta, un dolore lancinante e come se fosse un film, la sua mente si annerì.
"Posso chiederti una cosa?" domandò.
Sentiva che lui poteva dare un senso a quell'immagine, a quel buio.
Liam si guardò intorno e poi le sorrise, sembrava teso. Era teso. E se avesse ricordato?
"Dimmi tutto." mormorò.
Jennifer prese un grosso respiro, facendo un passo avanti, accorciando la distanza tra loro due e Liam fu sorpreso. Allora non ricordava.
"Io e te.." iniziò la ragazza, sentendo poi mancarle tutto il coraggio.
Cosa poteva dirgli?
Liam aspettava, era curioso di sapere cosa Jennifer voleva dirgli.
L'ultima volta che si erano parlati l'aveva liquidato con "Tu sei pazzo, Liam. Totalmente pazzo! Lasciami in pace!" eppure, eccola lì. Davanti a lui, le guance rosate e gli occhi abbassati, timidi.
Alzò le sue iridi azzurre e si scontrò con quelle nocciola del ragazzo, sentendosi mancare il fiato.
Liam sorrise dolcemente, capendo cosa volesse intendere e lui era troppo egoista per lasciarla andare via, di nuovo.
"Cosa ricordi, Jen?" le chiese, tracciando il profilo della sua guancia con un dito.
"Te.. cioè, noi. Dio, è tutto così confuso. So solo che mi ricordo di te come di nessun altro, Liam, e non so perché. Non so se questa cosa devi spaventarmi oppure no." ammise, portando le mani davanti al viso.
Liam tirò un sospiro di sollievo, prendendo le sue mani e abbassandole. Jennifer sussultò, quel contatto le dava fastidio.
"Fidanzati, Jennifer. Ecco cosa." spiegò, abbassando lo sguardo.
In quel momento, decise che Jennifer se la sarebbe ripresa, anche se avesse dovuto prendersi gioco di lei, anche se avesse dovuto mentirle. Lui era malato e Jennifer era la causa e la cura, e Liam non poteva farne a meno.
Jennifer lo fissò a bocca aperta, quella parola rimbombava dentro di lei.
Fidanzati.
E allora Niall le aveva mentito in ospedale?
Quegli occhi così chiari, così sinceri, le avevano detto una bugia?
Scosse la testa, non sapendo che pensare. Ma lei si ricordava di Liam e non Niall, Niall per quel che ricordava non era nessuno e Liam era tutti i suoi ricordi.
Liam la fissò senza dire niente, aspettando che Jennifer parlasse, ma la ragazza non sapeva che dire, che pensare.
"Jennifer, ehi, va tutto bene. Anche se non ricordi, io sono qui, adesso." le disse, sentendo le proprie mani sfiorare quella pelle così pallida, così chiara.
Avrebbe voluto vederla soffrire, di nuovo.
"Allora rimani, adesso. Tu e Amber siete le uniche due persone di cui io mi ricordo ora." chiese Jennifer, incontrando i suoi occhi e poggiando una mano sulla sua.
La ragazza sentì la sua anima perdersi in quegli occhi nocciola, quando furono interrotti da un colpo di tosse.
Niall l'aveva vista da lontano, quando Will gli aveva scritto che Jennifer era a scuola aveva capito che doveva andare da lei, provare ad aiutarla, in qualsiasi modo.
E quando si avvicinò, sentì la terra aprirsi sotto i suoi piedi.
Non lui, non di nuovo.
Liam era lì e Niall si sentiva schifato mentre Jennifer gli era quasi addosso, mentre lui stava sfruttando quel momento a suo vantaggio.
"Giù le mani da lei, Payne." mormorò tra i denti il ragazzo, rimanendo dietro le spalle di Jennifer.
La ragazza sussultò e si girò, trovandosi un paio di iridi azzurre bruciarla viva.
Liam rise, avrebbe dovuto immaginarlo che Niall sarebbe corso in suo aiuto, come aveva fatto negli ultimi tempi. Come aveva fatto sempre. Peccato, che quella volta, avrebbe vinto lui.
"Ci vediamo, Jen." mormorò, lasciandole un lungo bacio sulla guancia e avviandosi verso la sua classe.
Jennifer si portò una mano dove poco prima stavano le labbra di Liam, sentendo la pelle bruciare.
Niall fissava la scena con orrore, avrebbe voluto gridarle la verità ma sapeva che non poteva, che quella cazzo di amnesia non la poteva stravolgere con una bomba del genere.
"Dovrà essere cauto nel raccontare, nel farla ricordare."
Oh, fanculo tutto, lui voleva solo poterla avere di nuovo tra le sue braccia e proteggerla.
"Jennifer." la chiamò e la ragazza sembrò ricordarsi solo allora del ragazzo davanti a lei, si girò e lo fissò, uno sguardo impassibile.
A Niall venne da rabbrividire davanti tanta freddezza, davanti al nulla in quegli occhi che tanto amava.
"Cosa?" domandò la ragazza, mentre le sue parole, quel 'sono il suo ragazzo', non la lasciavano in pace.
Niall le si avvicinò e le prese le mani, ma Jennifer lo allontanò.
Non si fidava.
Ed era quella la più grande paura di Niall, che lei potesse tornare nelle mani del suo carnefice.
"Ti prego, lascia che ti spieghi." le sussurrò, riavvicinandola e sfiorandole una mano.
Quel contatto la ragazza lo sentì, dentro di lei. Le scatenò un milione di cose contemporaneamente eppure nella sua mente, solo il volto di Liam poteva essere associato a quei ricordi, a quelle sensazioni. Era come se il viso di Niall fosse stato risucchiato dall'oscurità, fosse andato distrutto con l'incidente.
"Io..non so chi sei." gli ripeté e Niall sentì il suo cuore stringersi.
"Sono Niall, Jennifer. Ti prego, guardami." la implorò, chiedendole di andare oltre l'aspetto fisico, di ricercare la sua anima.
Perché Niall sapeva, sentiva, che se Jennifer avesse guardato dentro di lui, dentro di lei, avrebbe capito.
Ma lei era spaventata e non voleva guardare l'interno, voleva affidarsi ai ricordi. Ma, a volte, i ricordi possono anche ingannare e di quell'inganno, Niall lo sapeva benissimo, se ne stava approfittando Liam.
Jennifer fuggì e Niall la guardò scappare da lui, spaventata, mentre pensava in che modo potesse farle ricordare, senza spaventarla di nuovo.

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