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Nella mia vita ho sempre e solo avuto pochi e rari amici di sesso maschile, certo ho conosciuto tanti ragazzi ma la cosa si è sempre e solo limitata alla mera conoscenza e mai niente di più.
Torū e Haijime da quando eravamo bambini sono stati continuamente gelosi di me come se mi considerassero una qualche sorta di principessa da proteggere dagli altri bambini del parco.
Crescendo le cose si sono leggermente allentate ma quel pensiero di base non se ne è mai veramente andato dalle loro teste.
Affermazioni del tipo "Fidati di noi (T/n) siamo maschi sappiamo come ragionano i maschi" oppure " Stai attenta in realtà non vuole essere tuo amico" mi venivano dette ormai da anni e, se all'inizio la cosa mi dava fastidio, poi ho imparato a non dargli più peso.
L'unica eccezione che i miei "valorosi cavalieri" avevano fatto riguardo al loro genere fu la squadra di pallavolo, avendo visto che in realtà erano si stupidi ma erano in fondo delle brave persone.


Cosi da due capoccioni sono diventati quattro che ora mi fanno la guardia.

-Buongiorno ragazzi!-esclamo serrando le labbra in sorriso di circostanza quasi a volergli trasmettere inconsciamente di non farmi fare una brutta figura.

-Buongiorno- rispondono loro all'unisono con tono cupo e una nota quasi acida.

Che idioti

Sento la figura dietro di me irrigidirsi preoccupato e non gli do tutti i torti visto il modo in cui l'aria nella stanza diventa più pesante e imbarazzante in quel silenzio innaturale.
Deglutisco con fatica e sento l'agitazione prende possesso del mio corpo, serrando i pugni e stringendo i denti mentre cerco di sopprimere quell'emozione e rimanere tranquilla.

-Ragazzi- esclamo facendomi da parte e mostrando il biondo- Lui è Enjii, un mio amico- sottolineo inasprendo lo sguardo e lanciando un altro avvertimento che pero non viene colto.

Non rispondo, anzi ci osservano duri come un branco di cani, ingigantendo il petto e soffiando forte dal naso come a voler marcare il territorio.
Loro guardano noi e noi guardiamo loro, io guardo loro sfidandoli a finirla di fare quel teatrino.

-Scusami tanto (t/n)-san forse è meglio che me ne vada, mia madre si preoccuperà se non mi vede rientrare-esorta dopo un po' il biondo interrompendo quella gara di sguardi e catturando completamente la mia attenzione.

Il mio viso di addolcisce verso il biondo e accompagnandolo alla porta prendo a dire tutte quelle frasi di circostanza che di solito gli adulti usano per congedare una visita.
Al ciglio della casa si inchina verso di me e mi ringrazia della compagnia e della "colazione", riesco a percepire una nota di dispiacere nella sua voce.

-Alla prossima (t/n) è stato piacevole passare un po' di tempo con te-
-Anche per me è stato un piacere Enjii e scusami per quest'ultimo "inconveniente"-Gli rispondo imbarazzata.

Lui mi fa cenno con la testa che non fa nulla e poi, un'ultima volta, mi saluta radioso prima di riprendere la strada verso casa.
Lo osservo mentre si allontana continuando a salutarlo con la mano finche non lo vedo uscire dal mio campo visivo e scomparire del tutto.
All'improvviso una espressione infastidita si dipinge sul mio volto e furiosa rientro in casa ad affrontare i tanto temuti ragazzi.

Loro si sono già comodamente sistemati in cucina e ,sentendomi arrivare, mi guardano con espressioni confuse e pretenziose come se io dovessi dargli delle giustificazioni.
Quell'immagine mi da su i nervi, alimentando ancora di più la mia rabbia nei loro confronti.

-Che diavolo vi è preso, mi avete fatto fare una figura bruttissima!-sbotto battendo con forza il piede sul pavimento e con il volto rosso di collera -Siete degli stronzi, dei veri stronzi!- continuo poi esasperata mentre raggiungo il lavandino e prendo a lavare le tazze con cui io e quel povero ragazzo abbiamo fatto colazione.

Li sento mormorare alle mie spalle ma lascio correre e mi concentro su quello che devo fare.
L'acqua tiepida esce dal rubinetto e mi riscalda le mani mentre inumidisco la spugna e la bagno con un po di sapone per i piatti.La strofino delicatamente sulla porcellana e lascio che quel semplice gesto mi calmi un attimo e mi trasporti via.

Il pavimento scricchiola sotto il peso di qualcuno e due braccia forti mi abbracciano da dietro facendomi premere la schiena contro il petto del moro.
Mi lascio andare leggermente alla sua presa, sentendo come la sua testa si poggi sulla mia spalla e le sue labbra sforino la pelle del mio collo.Si dondola trascinandomi con lui e posso affermare di aver sentito la sua morsa stringermi di più sulla mia figura.
Il mio cuore batte incessantemente nel petto come se volesse uscire e raggiungere il ragazzo alle mie spalle ma la mia mente e fissa, rigida, non posso perdonarlo dopo quella inutile scenata.

-Dai non abbiamo fatto niente piccola-mi sussurra compiaciuto schioccando la lingua sull'ultima parola.

Per quanto quel nomignolo mi faccia tremare le gambe e capovolgere lo stomaco una crescente sensazione di fastidio irrompe violentemente in me, facendomi sbattere gli oggetti nel lavandino e scansare con forza Hajime da me.

Mi giro osservandoli tutti e puntando poi rabbiosamente lo sguardo in quello del moro mi lascio finalmente andare.

-Invece avete fatto qualcosa! Io non sono più una ragazzina e sono consapevole in tutto ciò che faccio, quindi non mi serve nessuna guardia del corpo ne tanto meno qualcuno che può dirmi cosa posso o non posso fare!-

Mi guardano attenti, immobili nel tempo come accecati dalla mia rabbia , con espressioni perse che mi fanno ribollire il sangue.

-Ho incontrato Enji questa mattina mentre facevo una passeggiata in spiaggia e ho voluto invitarlo per una semplice tazza di caffè e qualche chiacchiera nulla di più, e sinceramente ne avevo tutto il diritto visto che fino ad adesso avete invitato le vostre "amichette"-

Un silenzio assoluto cade tra di noi e senza ulteriori conferme, mi asciugo le mani ancora insaponate e filo via rinchiudendomi nella mia stanza.
Ora che mi sono lasciata andare mi sento più calma e una crescente sensazione di orgoglio si insinua in me lasciandomi un sorriso sulle labbra.

So che non sono persona cattive ma solo un pò immature, quindi dall'alto della mia maturità gli terrò il muso per qualche ora, anzi no, finché non avranno capito e non mi avranno chiesto scusa.

Sbattendomi la porta alle spalle, per creare enfasi, mi dirigo verso l'armadio cercando un costume e dei vestiti per la giornata, buttando via qualsiasi opzione che io scarti.
Optando alla fine per un costume color verde oliva e dei semplici pantaloncini neri mi guardo allo specchio sistemandomi i capelli.
Mentre mi sporgo di più verso di esso noto come la mia collanina d'oro penda dal mio collo e guardandoli lascio finalmente andare qualche forma di risentimento.

Sono pronta

Infradito ai piedi e la borsa da mare sulla spalla mi dirigo verso la porta, aprendola e ritrovandomi quattro  figure imponenti sovrastarmi.

Li guardo sbalordita e rimango ancora più senza parole quando mi tendono ciascuno un fiore viola, proprio come quelli che si trovano di fianco all'entrata e che mi fermo sempre ad ammirare.

Sbatto gli occhi più e più volte ed è inevitabile dire che il muso che avevo intenzione di tenere tutto il giorno ora sta svanendo.
Al suo posto un dolce sorriso appare e, prendendo i quattro fiorellini tra le mie mani, lascio un tenero bacio sulle loro teste, prima di superarli e scendere al piano di sotto.

✈︎A summer love ✈︎ (Iwaizumi  Hajime x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora