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Nel pomeriggio seguente arrivò un uomo anziano, le le fu presentato come un insegnante.
Lei si presentò e si accomodarono nella biblioteca, gli mostrò il libro e le parole segnate che non comprendeva. 
Lui le sorrise, e decantò la poesia a memoria.
«"Sabbia calda, 
Dentro il mio cuore,
Nel mio sangue, 
La mia terra.
Origini screpolature,
Sulla pelle.
Distruggi la vita,
Assetando la carne.
Ma io ti amo,
Mia dolce natura.
Luce calda di giorno,
Scura fredda di notte,
Sei la mia amante,
La Regina del deserto."»
Le disse la pronuncia giusta della prima parola che non capiva, le spiegò che era una parola antica, usata per dire amore. Stesso risultato con le altre parole, amore, vita, serenità, purezza, anima. Usate le parole antiche con le moderne per dare un significato più forte e profondo alle poesie.
Parlarono di letteratura moderna, le parlò in inglese e in francese, e lei gli rispose in ogni lingua. Infine conclusero anche in tedesco, ne rimase molto sorpreso. 
«Parlate molto bene tutte le lingue, Mia Signora.» L’uomo le sorrise capendo la sorpresa di lei ad esser chiamata cosi.
«Lei è la figlia dello sceicco, Mia Signora, io sono di umili origini.»
«Ma sono anche una donna, qui non tutti gli uomini mi vedono come la figlia dello sceicco, ma vedono solo la donna.»
«Importa molto? Cosa cambia? Se eravate un uomo, avreste avuto gli stessi doveri verso la vostra famiglia. Sposarvi e avere molti figli.»
«Ma sarei stata trattata diversamente.» Disse lei, guardando i suoi vestiti.
«Provate a pensare se foste uomo, vi piacerebbe che vostra moglie sia guardata esplicitamente da altri uomini? Anche se lei non li ha provocati?»
Lei sospirò, messa così era un'altra cosa.
«Siete in più la figlia dello sceicco, quindi un padre amerebbe gli sguardi di un qualsiasi uomo umile? Per una nobile?»
Guardò i titoli di altri libri che aveva nel suo mucchietto. 
«Pensate ai cavalieri medievali, alle dame e nobildonne. Pensate che uno scudiero potesse immaginare una principessa o una nobile che lo guardasse? Lo so che siamo in un’altra epoca. Che siamo avanti in tecnologia e in molte altre cose. Ma ci sono cose che si sono perse. Anche troppo velocemente.»
«Questo è più facile da capire. Ma l’essere trattata come merce di scambio, venduta al miglior offerente?»
«Quello fa parte dell’essere nobili. Ci sono cose che si fanno anche oggi anche in altri paesi emancipati, nobili che si sposano con nobili, re e regine che si sposano con persone dal sangue nobile. A loro non viene detto nulla, In pochi si sposano per vero e proprio amore. Quello descritto qui...» Le indicò un libro di poesie. «Ci sono cose che sono sbagliate, lo sappiamo, cambiare un paese ed emanciparlo non è facile, soprattutto per uomini nobili come vostro padre. Lui ogni giorno della sua vita rischia di venir ucciso perché ha portato troppe libertà alle donne e anche a uomini di caste sociali basse, come me. Io ho potuto studiare, grazie al suo lavoro. Non ero un nobile, e quindi avrei dovuto rimanere nella mia ignoranza. Che abbia preso anche decisioni sbagliate, credo sia nella volontà di Allah.»
«Mi ha chiuso in questa gabbia dorata…»
«La ha messa sotto protezione nel momento che i suoi nemici avevano scoperto della sua esistenza.»
«Oh…» Era sorpresa. 
«Lo so che suo padre non è un gran chiacchierone, ma queste cose si sanno nel paese, lei è stata mandata in America con sua madre, per proteggerla. Suo padre negli anni si è fatto molti nemici.»
«Ma il matrimonio?» Balbettò lei infine.
«Il matrimonio servirà ad unire due famiglie potenti, per continuare ad emancipare il paese. Non lo veda solo come un padre padrone, lo veda un uomo a capo di un paese ignorante e sottomesso a leggi di altre epoche.»
Lei rimase in silenzio e dopo un poco si salutarono. Gli chiese di venire ancora, le serviva  ancora un insegnante come lui. 
«Sarò a sua disposizione ogni volta che lo riterrà opportuno, mia signora.» Fece un lieve inchino e se ne andò. 
Amyna prese alcuni libri e li portò con sé nelle sue stanze. La visione di suo padre non come un bastardo, ma come un uomo a capo di un paese e che cercava di farlo crescere culturalmente, era un’ottica che non le era mai passata per la mente.

***

Chiese di poter chiamare sua madre, e dopo qualche ora fu portata in una stanza: c’erano delle guardie, le fu dato un telefono con vivavoce e dopo qualche minuto riuscì a parlare con lei.
Le disse che stava bene e di non fare nulla, stava accettando la situazione. Se era in pericolo lei poteva esserlo anche sua madre, il suo patrigno e suo fratello. Quindi sua madre non doveva preoccuparsi di nulla, rimasero parecchio a chiacchierare, del cavallo delle sue passeggiate di come si era innamorata della sabbia e dei tramonti sulle dune. Alla fine sua madre si era tranquillizzata. Accettando, ormai convinta, che la figlia stava bene.

***

I giorni passavano, così anche le settimane, tra cavalcate, studi con l’insegnante, canzoni, musica. Stava imparando molto sul suo paese, negli studi si faceva spiegare anche la politica di suo padre e chi erano i suoi nemici, perché sarebbero stati anche i suoi in futuro.
Qualche giorno dopo iniziarono ad arrivare moltissime automobili nere, una macchina con il traino per cavalli da cui ne scese uno stallone gigante nero anch'esso. Lo guardò da lontano affascinata. 
Il palazzo era in fermento per l’arrivo di suo padre e del suo futuro marito.
Scese le scale e si fece accompagnare nella stalla, andò a salutare King, aveva portato una mela che spezzò in due. Il cavallo nero era due box più in là e, avendo sentito il rumore della mela spezzata, si era affacciato.
Lei sorrise. «Quindi sei bello gigante, ma tanto curioso.» Si avvicinò e lui si spostò. Allungò la mano con la mela e dopo qualche momento  di indecisione le si avvicinò cauto, prese il frutto veloce e tornò all’interno guardandola curioso.  Lei si spostò tornando da King, gli accarezzò il muso e tornò in casa. 

La Regina del Deserto **Serie Pink Lady**Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora