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Quando uscirono una limousine nera li attendeva, salirono in macchina con loro anche la donna con la figlia. La bambina sorrideva ad Amyna. E lei le teneva la mano e con voce tranquilla le diceva che sarebbe andato tutto bene. 
Un jet privato li attendeva su una pista privata. La donna si vedeva che era terrorizzata, e iniziò a pregare. La bambina invece guardava fuori dal finestrino tranquilla.

***

Madre e figlia vennero accolte con molte pomposità, anche se di ceto sociale basso, essendo accompagnate dalla figlia di uno sceicco e dal suo futuro sposo. 
Lei si guardò intorno. «Dieci medici per una bambina qui, e nemmeno un macchinario da noi…» Mormorò infastidita.
Lui le si avvicinò prendendole una mano. «Hai messo tuo padre con le spalle al muro, ora si muoverà in quel senso. Poi dovremo contattare comunque la croce rossa per qualche aiuto e per trovare medici disponibili a venire da noi. E poi hai qualcosa che altri non hanno, conosci gente in America. Contatta qualcuno là.»
Lei rise amaramente. «Vengo controllata ad ogni chiamata con mia madre, dovendole fare in vivavoce! Come vuoi che possa contattare qualcuno?»
«A quello ci penserò io, Amyna. Anche io voglio il bene della povera gente. Non l’ho detto per dire, davanti a tuo padre. Credo in ciò che hai detto tu, e starò al tuo fianco in questo passo.» Le sorrise e le tirò su la mano verso le sue labbra, gliela baciò dolcemente. «È una promessa la mia. Quell’ospedale si farà.»
Lei sorrise emozionata sotto il velo. Sarebbe stato un matrimonio di convenienza, ma si rispettavano e si piacevano.  
La data del loro matrimonio era vicina, e iniziava a fremere sapendo di quanto i loro corpi si desideravano. 
«Immaginavi che il capo berbero mi avrebbe donato quell’abito e che per molti è come una benedizione?»
Lui sorrise. «Non lo sapevo ma lo speravo. Mio zio sa essere severo, come anche un vero angelo.»
«Tuo zio?»
Lui le sorrise con sguardo birichino. «Si, ho parecchi zii, alcuni hanno scelto la vita da nomadi. Mio zio è figlio di una giovane berbera, e di mio nonno, mio padre primo figlio maschio della prima moglie.»
Le spiegò. Lei annuì, era di uso avere molti figli con molte donne, lei non era sicura di sopportare altre mogli o concubine, o amanti sparse in giro. «Da quel punto di vista, ho la mentalità occidentale anche io. Non credo di poter sopportare più di una donna come moglie.» Rise. «Soprattutto se quando si arrabbiano diventano come te.» 
Anche lei ridacchiò.

***

Qualche ora dopo madre e medici tornarono a spiegare cosa aveva la bambina. Un virus, parecchio forte, ma con gli antibiotici e delle cure sarebbe stata bene in qualche giorno. La madre chiese di poter stare vicino alla figlioletta, e i medici acconsentirono, trattate entrambe come principesse. 
Amyna e Hammed andarono in uno degli alberghi più esclusivi. Stavano in due stanze separate ma vicine. Cenarono in uno dei ristoranti al piano terra, lei si guardò intorno, c’erano molte donne occidentali. Senza veli e vestite con degli abiti eleganti. Alcuni abiti e alcune donne le piacevano, perché non erano volgari. Per qualche momento le sembrò di essere tornata in America. Non rimpiangeva nulla, solo un po’ di malinconia verso la sua famiglia.
Come se seguisse il flusso dei suoi pensieri le parlò in modo dolce. «Raccontami dell’America.»
«Stavo in un paesino senza senso nello Utah, dove mia madre lavorava in un ristorante, e dove si è innamorata del mio patrigno. Ci ha messo sette anni per chiedere il divorzio a mio padre. E appena libera lui si è dichiarato. Si sono sposati, e hanno avuto un figlio, il mio fratellino. Che amo, adoro, e mi manca. Ho studiato, ho fatto corsi in piu di lingue al liceo, siccome ero portata per quello studio, ho scelto di andare all’università linguistica. Ho fatto quattro anni invece di cinque perché sono riuscita a dare tutti gli esami e la tesi in meno tempo. Non andavo per feste, studiavo e basta. Poi c’è stata la richiesta di mio padre a venire qui. Ed eccomi qua. Ma appena arrivata… mi sono sentita come… come…»
«Come se fossi tornata a casa…» Finì per lei la frase.
«Esattamente.» Sorrise sotto il velo.
«Quando saremo sposati, vorrei che prendessi in considerazione, l’uso di vestiario berbero. Ti calza meglio e sembra la tua essenza… in più le gemme che hai al posto degli occhi sono stupendi, e voglio vederli.»
Lei annuii con la testa.
«Oltretutto sei considerata la Regina del deserto dalle donne e da alcuni uomini al palazzo.» Le sorrise al sussulto di sorpresa che lei ebbe. Hammed le fece un sorriso sensuale che la sciolse. 
La accompagnò fino alla porta della sua stanza e le diede un lieve bacio sulle labbra sopra il velo. Lei entrò di corsa appoggiandosi sulla porta. Si cambiò si fece una doccia veloce e si mise sotto le coperte. 
Era stata una lunga giornata tra viaggio e ospedale. Scoprire che il suo futuro marito era sempre più affascinante le faceva esplodere il cuore, di nuovo ripensò a loro due sotto il mantello. Sospirò ricordando i baci di fuoco, le carezze sul corpo, se si concentrava bene ricordava  anche la pressione sulla sua pelle di quelle mani. Si addormentò sfinita continuando a sognare di lui e dei loro corpi uniti.

La Regina del Deserto **Serie Pink Lady**Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora