Mi fa impazzire

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Martín

Finito il pranzo vado con Sergio in aula a sistemare alcune cose per domani e a mettere in ordine.

"Non mi sarei aspettato che dimenticassi Andrés così in fretta" mi dice con calma mentre osserva e studia la cartina della Banca di Spagna.

"Non l'ho dimenticato in fretta." non ho per niente voglia di aprire questo argomento, ma per una volta andiamo d'accordo senza che io gli urli addosso.

"Sì ma l'hai dimenticato grazie a qualcuno"

"Non lo so neanche io come sia successo tutto questo. Non so perchè sto così bene quando sono con lei. Non mi aspettavo niente di tutto questo"

"Cosa pensi di fare?"

"Ho paura che si possa fare del male, è per questo che non volevo stesse qui. Sai che potrei benissimo fare casini con i componenti della banda e sai anche che non me ne frega un cazzo di loro. Prima era tutto perfetto, io sarei stato il capo lì dentro e avrei pensato solo a me e al piano. Ora invece non le toglierò gli occhi di dosso, e vorrò che stia sempre vicino a me. Io non posso permettere che le succeda nulla."

"Martín, lei è una persona responsabile e molto brava, non le avrei chiesto di partecipare se no, starà attenta come tutti gli altri in ogni occasione. Se tutto andrà bene non le succederà niente."

"Non lo puoi sapere."

Sergio scuote la testa con sufficienza e dopo aver spostato la lavagna riprende a parlare.

"Tokyo mi ha chiesto di organizzare una piccola festa stasera in giardino se si riesce, credo tu abbia visto com'è fatta. Volevo chiederti se riuscissi ad andare a comprare qualcosa da bere in città, noi non possiamo, le nostre facce sono ovunque"

Vado in camera per prendere dei soldi e trovo Elena che legge un libro sul mio letto con i piedi appoggiati al materasso e le gambe leggermente aperte.

"Sempre molto fine e composta" le dico ridendo andando verso il cassetto del comodino.

"Solo per te". Chiude il libro e si gira verso di me rimanendo seduta.

"Ti piace il mio letto?"

"Profuma di te" mentre mi parla le si arrossiscono le guance, appoggio i soldi sul comodino e mi metto sopra di lei mentre si sdraia nella stessa posizione di prima. La bacio nel suo punto debole sul collo sotto la mandibola poi passo veloce sulle sue labbra mentre lei stringe le gambe intorno a me.

"Dove devi andare con quei soldi?" mi chiede rimanendo a pochi centimetri dal mio viso.

"Sergio e Tokyo hanno organizzato una piccola festa per stasera, vado a comprare da bere" vedo che si forma un sorriso compiaciuto sul suo volto.

Le è sempre piaciuto bere, una volta beveva troppo ma è riuscita a darsi una regolata anche grazie a me. Mi ricordo come se fosse ieri quando uscivamo di sera e andavamo nel nostro pub preferito di tutta Buenos Aires, finiva spesso con lei ubriaca e io che la trascinavo a casa, il tutto mentre continuavamo a ridere per tutte le cazzate che uscivano dalle nostre bocche.

"Allora stasera ci divertiamo?" continua a guardarmi con quel sorriso e non so come, ma riesco a smettere di guardarla. Dio se è bella. E anche molto persuasiva.

"Sì, entro un certo limite. Ti terrò d'occhio tutta la serata." le faccio un occhiolino e lei mi tira il cuscino addosso.

"Che palle che sei"

Si avvicina e mi bacia prima di lasciarmi uscire, spingendsi contro il mio petto mentre la tengo per i fianchi.

"Se continui così mi fai venire voglia di restare" le sussurro nell'orecchio spostandole i capelli con le dita.

"Resta allora"

"Sergio si incazza poi, come se non lo facesse mai".

Mi stacco da lei dopo l'ultimo bacio ed esco diretto verso il centro di Firenze.

Elena

Siccome mi annoio decido di uscire e trovo Nairobi, Denver e Helsinki che ridono mentre bevono della birra, arriva dietro di me anche Tokyo.

"Buenos Aires! Dai vieni, ci siamo conosciute a malapena!" Nairobi mi offre una birra e iniziamo a parlare anche con Tokyo che è appena arrivata. Fra risate e racconti della rapina precedente diventa pomeriggio inoltrato e vedo Martín rientrare con una sporta piena di bottiglie e mi cade l'occhio sui suoi tricipiti sodi.

"Hey, Terra chiama Buenos Aires, ci sei?" mi chiama Nairobi ridendo.

"Sisi, mi ero distratta un attimo"

"Allora per stasera, hai pensato cosa mettere? Io e Tokyo pensavamo di vestirci di nero"

"Il nero è perfetto, allora ci sono anche io".

Martín

Dopo aver preparato la tavola con Sergio e Marsiglia decido di andare in stanza per fare una doccia e cambiarmi. Entro in stanza e la vedo mentre finisce di infilarsi gli orecchini. Indossa un vestito nero che risalta i suoi bellissimi fianchi e finisce poco sopra il ginocchio e dei tacchi abbastanza alti dello stesso colore.

La afferro da dietro e faccio scendere le mani lentamente mentre sento che inizia ad ansimare, arrivato alle gambe torno su da sotto il vestito, sentendo la sua pelle liscia e perfetta e sento che le vengono i brividi. Tolgo le mani da sotto,la giro, la guardo negli occhi e la bacio appassionatamente fino ad arrivare al muro poi mi stacco, ricevendo un'occhiata abbastanza incazzata ma ironica da lei.

"Mi dai sui nervi quando ti stacchi così. Fallo un'altra volta e te ne pentirai"

Le sorrido e dopo averle lasciato un bacio sulla punta del naso vado verso il bagno per fare la doccia.

"Io vado da Tokyo e Nairobi ci vediamo dopo"

Uscito dalla doccia decido di mettere una camicia blu e gli immancabili jeans neri, spruzzo un po' di profumo ed esco per raggiungere gli altri.

Quando arrivo vedo già tutti che parlano, si divertono e bevono, mi faccio dare da Denver qualcosa da bere e poi quando vedo Sergio vado da lui. Parliamo un po' mentre gli altri mettono la musica e iniziano a ballare fino a quando vedo la faccia esterrefatta di Sergio e mi giro.

Vedo Bogotà che ha trascinato a ballare Elena ubriaca fradicia che si continua a strusciare su di lui a ritmo della musica mentre ridono per tutto quello che hanno bevuto.

Ho bisogno di te||PalermoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora