Madrid, ore 6.00 am.
Ho appena finito di preparare la mia valigia con tutte le mappe e i fogli che ho qui con me su cui è scritto e rappresentato il piano della Banca di Spagna,il resto è ancora tutto lì a Firenze, questo è il nostro piano, mio e di Andrés...Non ci credo che sto davvero per fare tutto questo.
Basta, devo smetterla di pensarci o finirò per chiudermi in casa e mandare tutto all'aria.
Sono abbastanza stanco, avrò dormito due ore e mezza al massimo, meglio se mi faccio un caffè prima di andare.
Dopo venti minuti esco di casa con la mia roba, accendo l'auto e guido verso il capannone abbandonato che ha scelto Sergio per nascondere le nostre cose, quando arrivo parcheggio e noto che nel retro del suo giardino ha già i due furgoni pronti, i furgoni che useremo per andare con la banda fino a Firenze, al monastero dove io, Andrés e poi Sergio lavoravamo al piano.
I membri della banda stanno già salendo mentre Sergio mi viene incontro.
"Martín siamo pronti finalmente..."
Abbiamo entrambi gli occhi lucidi, abbraccio forte Sergio poi ci dirigiamo verso i due furgoni e partiamo.
Arrivati al monastero sento come una fitta nel petto, se penso che questo era il nostro posto, che eravamo io e Andrés... Mi manca tutto di lui, soprattutto la sua risata e i suoi occhi, cazzo come mi mancano quelle serate passate insieme in giardino a ridere insieme. Lo ammiravo in ogni cosa che facesse,in ogni momento della giornata, riusciva ad essere così bello anche mentre fumava una sigaretta o mentre dipingeva.
Sergio manda i membri della banda a mettere le loro cose nelle proprie camere da letto e a sistemarsi e mi prende in disparte, ha una faccia strana e questo mi preoccupa alquanto, lui ha sempre tutto sotto controllo.
"Dai dimmi che cosa è successo"
"Martín devo dirti una cosa, non ho potuto farlo prima perché ti saresti incazzato, avremmo litigato e avresti lasciato tutto"
"Sergio che cazzo hai fatto, vedi di non farmi incazzare sul serio"
Arriviamo nella stanza che verrà usata come aula per spiegare il piano alla banda e quando entriamo vedo una ragazza girata che osserva la stanza, ha i capelli castani che le arrivano alle spalle, è vestita completamente di nero, ha una gonna stretta che le risalta davvero molto il fisico, una maglia molto corta che lascia intravedere l'ombelico, sopra una giacca di jeans e delle Vans alte.
Non può essere lei.
Spacco la faccia a Sergio, giuro che lo faccio.
Appena si gira incrocia i suoi occhi marroni scuri con i miei, sono paralizzato cazzo.
"Sergio ti giuro che ti ammazzo" sto cercando di contenermi, credo che finirebbe male se mi lasciassi andare.
"Martín lo sapevo che avresti reagito così, abbiamo bisogno di lei per questo piano, lo sai anche tu"
"No Sergio non hai proprio capito, io ora la riporto a casa"
"Col cazzo che mi riporti indietro" Ah bene, sa ancora parlare allora.
Spazio autrice 💕
Ciao a tutti! Era da un po' di tempo che volevo provare a scrivere una storia su Palermo, è il personaggio che più mi è piaciuto della casa di carta. Sono una persona che legge molto e questa volta volevo provare a scrivere, non mi sento ancora pronta per scrivere una Berlermo, quindi ho deciso di buttarmi e di provare a scrivere su Palermo. Non sono esperta ma spero comunque che a qualcuno piaccia questa storia e spero di riuscire a portarla avanti.
Scusate se il capitolo è corto, fatemi sapere se vi è piaciuto lo stesso!
-Sofi
STAI LEGGENDO
Ho bisogno di te||Palermo
FanfictionPalermo e il professore decidono dopo la morte di Andrés di mettere in atto il loro piano della Banca di Spagna, ma ad insaputa di Palermo, il professore chiama nella banda anche una persona molto importante per l'argentino, una loro conoscenza che...