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Per quanto Jisung avesse davvero voluto mantenere segreti gli avvenimenti tra lui e Minho, si era rivelato un compito estremamente difficile, dal momento che avrebbe dovuto spiegare la sua improvvisa scomparsa sia a Seungmin che a Hyunjin.

Nessuno dei due era contento della situazione, ma non avevano nemmeno osato confrontarsi con Minho, o Jisung, sulle dinamiche della loro relazione attuale, o qualunque cosa fosse rimasta di essa.

Le preoccupazioni principali dei due, tuttavia, non riguardavano quando e come l'aver creato una serie di vicende si fosse trasformato in una sorta di sentimenti a cui probabilmente entrambi, Minho e Jisung, erano troppo confusi per dare un senso.
Era lo stato attuale in cui si trovavano.

Quindi, Hyunjin, da fantastico migliore amico che sistema le cose, e contro voglia, si trovò seduto sul letto di Minho, dove il ragazzo era molto concentrato a fissare il soffitto.

"Allora, per quanto durerà ancora?" Chiese Hyunjin toccando lo stomaco dell'amico per attirare la sua attenzione.

"Uh, ci hai messo tanto. Non vedevo l'ora di venire sgridato." Il corvino sbadigliò, stropicciandosi persino gli occhi.

"Non sono Seungmin o uno degli altri tuoi amici Minho, te lo leggo in faccia nel caso te lo stessi chiedendo." Indicò, evidenziando il modo in cui il maggiore cercava di sembrare così disinvolto.

"Ok, ho capito, basta. Dillo, che cosa vuoi?" Minho sapeva bene che non sarebbe servito a nulla continuare a fingere col suo migliore amico. Era praticamente inutile.

"Minho, non sono qui per tormentarti, voglio solo assicurarmi che tu stia bene." E il modo in cui Hyunjin l'aveva detto, era davvero troppo dolce per essere scrollato di dosso.

Minho spostò rapidamente lo sguardo dal muro a Hyunjin, così veloce che l'altro se n'era appena accorto, e poi di nuovo al soffitto. Ormai sapeva i suoi punti deboli.

"Allora stai bene?" Chiese dritto al punto.

"Sto bene. In realtà non è che abbiamo litigato o altro nel caso ve lo steste chiedendo, eppure mi sento un po' in colpa, sai? Sono un'ipocrita a sentirmi così? Sono stato io quello che se n'è andato dopo tutto."

"Ah, quindi non stai bene. Alleluia, per un secondo ho persato che ci sarebbe voluto un secolo."

Minho lanciò un'occhiataccia in risposta al sorriso giocoso di Hyunjin, eppure sapeva che il suo amico stava solo cercando di alleggerire la situazione per il suo bene, quindi lasciò correre.

In realtà era bello parlare con qualcuno, soprattutto perché Minho, anche se non l'avrebbe ammesso ad anima viva, dopo un po' aveva iniziato a pensare che tutti fossero così arrabbiati con lui, e che la solitudine era una sensazione orribile.

"Ma davvero Minho, scherzi a parte. Sembri stanco."

"Perché lo sono." Disse senza alcun riguardo, quella era la verità. Ultimamente dormire nella sua stanza non era la stessa cosa.
Probabilmente era stupido anche solo a pensarci, ma era così, ed era già fin troppo ovvio perchè tutto che quello che era successo avesse in qualche modo riversato delle conseguenze su di lui.

"Allora dormi stupido, pensare non cancellerà quello che è successo."

"Ma cosa c'è da cancellare?" Minho scosse la testa. Non sapeva se gli piaceva il fatto che Hyunjin gli stesse parlando o se in qualche modo preferiva quando nessuno sapeva nulla.

"La confessione di Jisung e tutto il resto." Fu la sua risposta, il silenzio sarebbe stato decisamente meglio.

"Hyunjin, la mia era una domanda abbastanza retorica, non c'è bisogno di rovinarla. Inoltre non è che servirebbe a molto se Jisung ritirasse quelle parole. Penso che lui stesso sia mortificato e probabilmente è per questo che sono così." Ammettendo le sue vere preoccupazioni, aveva davvero bisogno di dormire.

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