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C'erano alcuni momenti come questo, molti a dire il vero, in cui Hyunjin si interrogava sul perché fosse il migliore amico di Minho da nove anni.
Potrebbe essere considerata una forma di volontariato, no?
Era letteralmente lavoro duro e non pagato.

Pensandoci, Minho era più grande di Hyunjin, lo erano quasi tutti, ma riusciva comunque a comportarsi da bambino molto più di Jeongin e Seungmin insieme, il che era molto.
Almeno Jeongin era davvero un bambino e Seugmin aveva diciassette anni.
Non quasi venti.

Minho era sempre stato così naturalmente testardo, tanto che la maggior parte delle volte Hyunjin doveva abbandonare qualsiasi argomento perché non c'era quasi mai una soluzione alle cose più piccole e stupide. Era stancante provare a discutere con Minho.

"Hyunjin chiaramente non lo capisci! Pensa a tutto il nostro equilibrio come compagni di stanza. Siamo sempre stati noi tre. Inoltre, sei d'accordo con tutto questo solo perché Seungmin vuole." Minho ha praticamente sussurrato-gridato di nuovo al suo migliore amico.

Per quanto Minho amasse il suo migliore amico (platonicamente) stava davvero pensando se strangolarlo a morte con le lenzuola del suo letto fosse o non fosse una buona idea.

Per quanto infantile potesse sembrare il grosso problema riguardava Han Jisung (di nuovo). Il migliore amico di Seungmin stava per rimanere a vivere con loro e questo non andava bene, neanche un po'.

Chiaramente tutti sapevano che non aveva tutta questa simpatia per il ragazzo dai capelli biondi con un gusto stravagante nel vestire, quindi perché Hyunjin stava proponendo qualcosa di così assurdo? Stava giocando con la fortuna.

"Minho puoi smettere di essere così drammatico? Sai che non si tratta né Seungmin né di te."

"Te lo sto chiedendo e ti informo perché anche tu vivi qui. Quindi," sbuffò il giovane da dove era seduto sul letto di Minho, sebbene non stesse guardando negli occhi scuri il più grande che già sapeva di avere un'espressione supplichevole.

Minho doveva essere il più grande e maturo, no? Hyunjin se lo ripeté a se stesso.

"Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa del genere, quindi cosa dovrei fare? Uh? Accettare il ragazzo strano in casa nostra?"

"Sapete che non mi piace. Neanche un po'." Minho inarcò le sopracciglia.

Seungmin stava cercando di non reagire troppo alle parole di Minho, forse perché il senso di colpa che sentiva non era piacevole.

Allo stesso tempo, sapeva che Jisung aveva davvero bisogno di un posto dove dormire e stare con loro, almeno fino a quando non avesse trovato una soluzione migliore, era l'unica opzione. Anche Jisung era suo amico.

"Bene," Hyunjin iniziò incerto.

"L'unica cosa che sto per dire è che so bene che tu e Jisung non siete esattamente anime gemelle."

"Beh, questo lo sanno tutti, ma ha bisogno di un posto in cui schiarirsi un po' la mente, e in realtà ha bisogno anche di Seugmin." Hyunjin lasciò la frase lì sospesa, sapendo che non avrebbe ascoltato comunque per quanto cercasse di spiegarglielo.

Inoltre non era ne il momento ne il posto per raccontare il problema di Jisung a qualcuno.

Per l'ennesima volta, Hyunjin sibilò irritato.

"Jisung non è poi così male, non lo puoi almeno considerare?" Cercò di fare un altro tentativo sebbene sapesse che sarebbe stato difficile.

"Non hai sentito il modo in cui mi ha parlato prima? È reciproco, l'odio intendo." Minho fissò la porta come se stesse cercando di guardare direttamente il ragazzo che stava sul divano nel loro soggiorno.

"Oh, andiamo Minho. Odio è una parola forte, non lo odi davvero." Il corvino non rispose.

"Pensaci e possiamo parlarne anche con Seugmin domani, ok?" Minho era qualcosa tra l'incazzato e il tradito.

"Sì vabbè, dov'è comunque?"

"Sta parlando con Jisung nell'altra stanza."

"Di questo?" Chiese Minho gesticolando esageratamente seccato.

Hyunjin scosse la testa, incerto su come rispondere. Di nuovo, non era il posto per parlare della vita di Jisung.

"Vado a controllarli adesso, buona notte Minho." Minho annuì, non era nemmeno in vena di rispondere.

Nel momento in cui Hyunjin ha lasciato la sua stanza, il più grande trascorse un po' di tempo a guardare il soffitto cercando di farsi andare bene la situazione. Questo fino a quando fu infastidito da due leggeri colpi alla porta della sua camera da letto.

Con sgomento di Minho, sapeva che ignorarlo sarebbe stato inutile visto com'erano i due, quindi si alzò pigramente e aprì la porta.

La vista che appariva davanti ai suoi occhi era deludente per non dire altro, visto che lì in piedi stava Han Jisung. Apparentemente senza una buona ragione, dato il fatto che il ragazzo era probabilmente l'ultima persona che Minho voleva vedere in tutto il mondo al momento.

Ancora meno di sua madre, il che era molto.

"Cosa c'è?" Chiese, il fastidio a malapena contenuto.

"Mi dispiace per il modo in cui ti ho parlato prima, ero stufo di mio. Non volevo parlarti in modo informale o fare una sceneggiata." Jisung parlava, con voce bassa, molto più bassa di prima.

"Almeno questo lo sai." Minho rispose sarcasticamente.

A questo punto Jisung sollevò lo sguardo da dove gli occhi erano ostinatamente fissi sul pavimento e guardò il più grande negli occhi. Come Minho capì, il biondo di fronte a lui era chiaramente turbato da occhi gonfi, quanto bastava per capire che avesse pianto.

Eppure era scettico sulle parole del giovane. Il modo in cui il giovane si era comportato solo poche ore prima assomigliava davvero molto a come il corvino si era sempre immaginato Jisung.

"Mi stai perdonando?" Il biondo si interrogò incerto, non intendendo andarsene finché non era certo di essersi scusato correttamente. Perché, come aveva detto prima, non intendeva essere scortese, era stato un brutto momento.

Minho fissò incredulo il ragazzo di fronte a lui piuttosto sorpreso dalla richiesta infantile. Inoltre, sembrava piuttosto serio, cos'aveva? Cinque anni?

"Sì, sì come vuoi, adesso ... vai a dormire." Si arrese per il solo scopo di essere lasciato solo. Tralasciando il fatto di come si fosse sentito stordito quando Jisung gli aveva sorriso prima di andarsene.

Tutta questa storia si sarebbe rivelata una cattiva idea, Minho rifletté di nuovo prima di chiudere la porta.

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