Busso di nuovo, continuo a non ricevere risposta. Spio dalla finestra e riconosco la donna nella foto legata ad una seggiola.
Mi teletrasporto dietro di lei ed inizio a slegarla; è molto pallida, sembra morta, ma il cuore le batte ancora.
La slego e mi cade praticamente addosso... mi teletrasporto fuori, e subito dopo la porto all'ospedale. Qualcosa però non mi torna... è stato tutto troppo facile e veloce, e quando c'è di mezzo la commissione, niente è mai veloce e indolore, né tantomeno semplice.
Mi rivolgo alla prima infermiera che incrocio che chiama una barella.
Aspetto un po' e una dottoressa viene a cercarmi per comunicarmi lo stato di... Lizzie? Lola? Lin- Lindsey! Ecco, di Lindsey. È ancora incosciente, ma fortunatamente non riporta lesioni gravi.
Entro nella sua camera e la osservo, nonostante sia la zia, somiglia incredibilmente ad Ellen, alla mia Ellen...
Mi decido, qualche secondo dopo, a tornare da lei. Mi faccio un pezzo di strada a piedi e, arrivato, mi teletrasporto in camera dove però Ellen non c'è... sono solo le 5.34, non può essere uscita. Controllo nei vari bagni quando sento un rumore, ma non un rumore qualunque, quel rumore. Apro il mobile del bagno trovando la capsula, la apro e inorridisco alla vista di ciò che c'è dentro: c'è una foto di Ellen, è legata un letto e ha un livido sotto l'occhio per non parlare degli altri presenti sul suo corpo. C'è anche un pezzo di carta dove c'è scritto l'indirizzo, lo leggo e per poco non cado all'indietro: è l'indirizzo di casa di Hannah.
Non aspetto niente e nessuno e mi dirigo li, a piedi però, preferisco non sprecare troppe energie perché poi dovremo scappare. Arrivato busso e mi apre quell'oca di Hannah... si qualche anno fa, o meglio molti anni fa, stavamo insieme, ma avevo solo 13 anni e non sapevo cosa fosse l'amore... poi ho incontrato lei.
Hannah- Ciaaaaao Cinqueee! Che ci fai qui tesoro?
Io- lo sai Hannah, sono qui per Ellen. Volete me, non lei, lasciatela andare.
Hannah- Oooh ma Cinque caro! Non l'hai capito ancora? È lei che vogliamo, è sempre stata lei
Io indietreggio allibito e spaventato.
Io mi teletrasporto dentro casa e corro, corro e corro cercando di trovarla, ma niente, non c'è traccia di lei. Torno da Hannah che intanto si sta servendo del the
Io- dove è?! Dimmelo brutta-
Mi avvicino, sono davvero arrabbiato per controllarmi, la prendo per il colletto della camicetta corta che indossa sbattendola al muro. Involontariamente le scopro il reggiseno e lei si morde il labbro inferiore.
Io mi allontano capendo il suo giochetto
Io- nonono! E ancora no! Conosco il tuo gioco del cazzo! Dove è lei?! DOVE È?!
Lei sembra quasi impaurita ma continua a stare zitta
Mi appoggio al muro e scivolo fino a toccare terra, ho la testa sulle ginocchia, mi viene da piangere ma non posso, non ora che lei è in pericolo.
Pensa, Cinque pensa!
Allora... potrebbe essere in tanti posti, alla commissione, nell'ufficio di Handler, nella "stanza delle torture"... ma certo! Nella stanza delle torture! Deve essere per forza li. Quella stanza veniva usata da Handler per "ottenere informazioni in modo diversamente Pacifico".
Corro in camera di Hannah, mentre lei cerca di fermarmi ma con scarsi risultati: io sono più veloce.
Cerco dappertutto quando trovo la sua valigetta. Mi teletrasporto da Ellen. Appena arrivato, non sembra esserci nessuno, ma evidentemente mi sbaglio infatti mi sento puntare una pistola alla nuca.
Handler- qual buon vento ti porta qua, Cinque?
Io- lo sai benissimo, lasciala andare, è me che vuoi
Handler sta per parlare quando Ellen rinviene, si alza dal letto ma è legata e ha un fazzoletto sulla bocca che le impedisce di parlare. Si dimena ma non riesce a liberarsi. Appena mi nota, incrocia il suo sguardo col mio e inizia a piangere.
Io- cosa vuoi?
Lo dico con una voce tremante, ma non mi interessa, non ora.
Handler- te, vogliamo che torni a lavorare per noi
Io, senza interrompere il contatto visivo con lei, rispondo
Io- va bene, va bene, ma lascia andare lei
Handler fa cenno a una donna, essa di avvicina e inietta qualcosa nel collo di Ellen che ricade inerme sul letto
Handler- tranquillo è solo sonnifero
Poi la donna le appoggia una valigetta sul grembo e scompare
Handler- ora è di nuovo a casa, nel suo letto, o forse dovrei dire il vostro?
Mi guarda malignamente prima di sferrarmi un pugno sulla schiena facendomi piegare, e un calcio nello stomaco facendomi perdere conoscenza. Ma non mi interessa più il dolore, ora so che lei è al sicuro, se morirò, morirò tranquillo anche se con il rimpianto di non averle mai detto quelle parole... quelle due semplicissime e banali parole che però fanno fare le capriole al cuore... quel "ti amo" che avrei voluto dirle dal primo giorno, non le potrà più sentire.
Anche se poco, sono ancora cosciente. Sento Handler cantar vittoria, sento due colpi di pistola e sento un dolore lancinante alla spalla e allo stomaco... che abbia sparato a me? Non lo so.
Ad un certo punto non la sento più ma sento strilli e pianti, sembrano... Allison, Vanya e... Ellen?
Forse sono riuscito a teletrasportarmi a casa? Non lo so...*Spazio Autrice*
Lo so, sono un po' cattiva... vi ho lasciato un pochina di suspance.
Ma non odiatemiii! Domani, non ho nulla imdi particolare da fare e quindi aggiornerò.
Probabilmente domani nel primo pomeriggio.
Ancora non so come ringraziarvi per le più di 200 letture.
Vi mando un baciooo❤️-number8💞
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Dimmi che ci sei
Teen FictionEllen, una quindicenne londinese, si trasferisce a Los Angeles dalla zia Lindsey dopo la morte dei genitori avvenuta a causa di un incidente... o così dicono. Dopo non molto incontrerà i membri dell'Umbrella Academy che, all'apparenza "montati e viz...