Capitolo undici

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Nei confronti del Natale, Harry provava un sentimento di odio-amore. Odio perché, beh, non aveva una famiglia con cui poter passare la festività; amore, perché amava passare le feste con la famiglia Weasley. Tuttavia, quell'anno, l'ultimo anno ad Hogwarts, aveva preso una decisione intraprendente: rimanere al castello, per passare le vacanze con il proprio ragazzo. Certo, il primo giorno di vacanze natalizie l'umore di Harry non era dei più allegri, ma a seguito della discussione con Malfoy i rapporti si erano appianati.
Che avessero finalmente fatto l'amore non c'entrava nulla, ovviamente. Era a questo che pensava, placidamente steso sul letto del suo Serpeverde preferito, mente passava dolcemente le dita lungo le ciocche bionde di Draco.
«Cosa facciamo domani?» chiese, Draco, stiracchiandosi come un gatto pigro. Erano ancora nudi, comodamente sprofondati sotto le calde coperte, stretti in un abbraccio amorevole – e appiccicaticcio, dannazione! -. Harry si limitò a scrollare le spalle, senza rispondere. Non aveva la minima idea di cosa avrebbero potuto fare il giorno della vigilia di Natale. Non si era mai trovato in quella situazione: per i primi undici anni della sua vita si era sempre limitato ad osservare il Natale stile Dursley: mille mila regali sparsi per la casa – tutti per Dudley, ovviamente – quintali di cibo cucinati dalla minuta zia Petunia – prontamente divorati dal caro zio e dal cugino – e una misera calza con gli scarti del cugino. Da quando era entrato ad Hogwarts, poi, aveva avuto l'esperienza caotica del Natale a casa Weasley: maglioni grandi, probabilmente fatti con lana di scarsa qualità, ma che infondeva un calore unico – che sapeva di casa -.
«Cosa stai pensando?» chiese, Draco, alzando il volto verso il suo. Gli occhi chiari, nella penombra di quel mercoledì pomeriggio piovoso, sembravano argento liquido. Era comodamente accoccolato contro il corpo caldo dell'altro, le gambe intrecciate tra di loro per non far disperdere il calore. La mente – e il corpo – di Draco erano ancora illanguiditi dall'intensa sessione di quelle che in partenza dovevano essere solo effusioni innocenti. Harry gli rivolse un sorriso dolce, abbassando il capo per quel che poteva, lasciandogli un piccolo bacio sul naso. Il ragazzo arricciò il naso teneramente, come un bimbo capriccioso. «Nulla, stavo progettando un modo per vedermi con il mio amante segreto senza farmi scoprire» rispose, con fare vago, reprimendo a stento un sorriso divertito. In risposta Draco sollevò semplicemente il sopracciglio destro, in un arco perfetto, e si allontanò lentamente dal suo petto.
«Bene, allora forse è il caso che te ne vada dal mio letto per poter programmare questo incontro» disse, voltando le spalle al moro. In realtà, Draco sapeva che stava scherzando, ed era solo un modo per farlo innervosire, ma amava da impazzire mostrarsi offeso per far capitolare l'altro.
Harry boccheggiò, ritrovandosi a fissare la schiena nuda – o almeno quel poco che sbucava dalle coperte spesse – senza sapere cosa dire o fare. Provò ad accarezzarlo su un fianco, ricevendo in risposta un calcetto che si schiantò dritto sul suo ginocchio.
«Ahia! Cazzo, mi hai fatto male» borbottò, dolorante, continuando a guardarlo accigliato di sottecchi. Draco si morse con forza il labbro inferiore, cercando di trattenere una risatina compiaciuta, tuttavia il grifone notò subito le spalle scuotersi per l'ilarità mal celata.
«Mi terrai il broncio ancora per molto?» chiese, con dolcezza, Harry, girandosi di fianco e accostandosi al suo corpo. Sentì subito ogni muscolo rilassarsi, il corpo in estasi perché di nuovo vicino a quello del compagno. Il calore del corpo di Draco lo faceva sentire a casa, così come i loro baci, le carezze, le ora interminabili a fondersi l'uno dentro l'altro.
Draco sbuffo stizzito, guardandolo con aria sufficiente da sopra la spalla. «Non ti sto tenendo il broncio, cerco di facilitarti la vita lasciandoti campo libero con la tua nuova fiamma» borbottò, a mezza voce. Era certo che il corvino stesse solo scherzando, ma anche solo l'idea di Harry insieme a qualcuno che non fosse lui lo faceva ardere di gelosia. E, finalmente, il grifone capì le intenzioni dell'altro – seppur un po' in ritardo, come suo solito.
Gli cinse il bacino con il braccio, stringendolo con forza contro il proprio corpo. Approfittò dell'attimo di sorpresa che aveva catturato Draco, cercando di redimere i propri peccati.
«Draco, sai che non hai motivo di essere geloso» sussurrò, muovendo le dita sul suo stomaco, creando mille disegni astratti. Subito si formò la pelle d'osa sul corpo del biondino, senza fiato per il tono caldo di Harry e per quelle carezze accennate – troppo accennate.
Il grifone nascose il volto nell'incavo del collo di Draco, respirando a pieni polmoni il profumo che portava sulla pelle: sapeva di Draco, di sesso, di amore. «Adoro il modo in cui i nostri profumi si mescolano» disse, posando piccoli baci sul collo, beandosi dei sospiri che, tremolanti, uscivano dalle labbra del ragazzo. «Harry» sospirò, chiudendo gli occhi e inarcandosi contro il bacino dell'altro. Sentiva l'erezione di Harry farsi sempre più consistente, gettandolo in un turbine di desiderio che solo il Prescelto riusciva a scatenare in lui.
Mugolò quando sentì la punta dei denti di Harry mordicchiare e marchiare la pelle sensibile del proprio collo, lasciandolo senza fiato per quel gesto. Draco non riusciva a capire, non era la prima volta che si dedicavano a certe effusioni, eppure ogni volta era diversa, intensa, meravigliosa. E lui non riusciva ad averne abbastanza. Ovviamente, questo non lo avrebbe mai confessato ad alta voce, aveva comunque un orgoglio da difendere.
Orgoglio che, senza remore, decise di ignorare bellamente quando la mano – grande e decisamente esperta – di Harry si intrufolò tra le sue gambe, accarezzando placidamente il sesso ancora a riposo di Draco.
«Sai che non sempre puoi risolvere così le discussioni?» chiese, il ragazzo, con il respiro accelerato. Harry sorrise contro la sua pelle, soffiando contro il suo collo. «Ma noi non stiamo discutendo» mormorò, sapendo di avere il controllo della situazione. Il rapporto tra i due ragazzi si poteva ricondurre essenzialmente ad una sfida costante: nelle partite clandestine di Quiddich, nella lotta per la supremazia sessuale, nella sfida della seduzione. E puntualmente, rimanevano entrambi sconfitti – o appagati, quando finiva veramente bene. «Non mi farai capitolare così facilmente, Potter» rispose, con convinzione, sentendo tuttavia il corpo sostenere tutt'altro. Harry ridacchiò contro il suo collo, portando la mano a stringere base della sua semi-erezione. «Però posso sempre provarci» sussurrò contro il suo orecchio, spingendosi di più contro il corpo dell'altro.
«Ti odio» disse Draco tra i denti, cercando di mostrarsi il più tranquillo possibile. Harry prese a leccargli il collo, lentamente, mordicchiando di tanto in tanto la pelle nivea. «Non è vero, e lo sai anche tu» si fermò su un punto particolare del collo, succhiando la pelle fino a far comparire una macchia scura. Amava marchiare il corpo di Draco. Sopraffatto da tutto quelle attenzioni, Draco decise di prendere la situazione in mano. Letteralmente. Si girò verso il moro, spingendolo con la schiena contro il materasso, salendo a cavalcioni sul suo bacino. Le coperte ora erano arricciate sui fianchi di Draco, coprendo le gambe e lasciando solo intravedere il fondoschiena. Dettagli che Harry non riuscì a cogliere, perché il biondino prese subito ad ondeggiare contro il proprio bacino. Sentiva perfettamente il profilo del sesso di Draco sfregare contro il basso ventre, mentre la sua erezione scivolava nel solco delle natiche dell'altro.
«Dio...» mormorò, completamente sconvolto. Il principe delle serpi sorrise malizioso, piegandosi verso il suo volto. «Puoi anche chiamarmi Draco» sussurrò, portando le mani sul suo petto. Vagavano senza meta lungo l'addome, sulle spalle forti, sugli addominali contratti per il piacere. Harry, nel tentativo di mantenere la calma, gli afferrò i fianchi, cercando di dettare il ritmo. Draco era divino sopra di lui: i capelli ancora sconvolti per l'amplesso consumato poco prima, gli occhi lucidi per il piacere, le gote deliziosamente rosse, le labbra strette tra i denti, da cui uscivano gemiti ovattati.
«Draco...» singhiozzò, quando si mosse più velocemente, portandolo velocemente al limite. «Ti voglio» sentenziò, guardandolo dritto negli occhi, mentre le mani scendevano verso le natiche perfettamente rotonde e deliziose. Draco ridacchiò e scosse la testa come un bimbo capriccioso. «Mi dispiace, prima devo punirti per aver tentato di farmi ingelosire» mormorò, ad un centimetro dalle sue labbra, sfregandole contro le sue, senza però concedergli un bacio.
«Sei-» il suo insulto amorevole fu bloccato sul nascere da una nuova pressione esercitata sulla punta del suo sesso oscenamente eretto.
«Il tuo meraviglioso ragazzo, lo so. Quello che non sembra ricordarselo sei tu» disse, guardandolo con sfida, per poi calarsi velocemente sulla sua erezione, lasciando che ogni centimetro di Harry combaciasse perfettamente con le sue pareti interne.
«Cazzo!» gemette, Harry, gettando il capo all'indietro e chiudendo gli occhi nel tentativo di calmarsi. Si sentiva impazzire: ogni parte di lui andava a fuoco, sentiva chiaramente Draco stringersi interno a lui, mandandolo in visibilio. Eppure era consapevole che non avrebbe ricevuto facilmente ciò che più agognava, Draco era determinato a farlo penare.
«Allora, dimmi, Potter, chi è questa persona con cui mi tradiresti?» chiese, Draco, un sopracciglio perfettamente inarcato ed un sorriso sardonico sulle labbra. Iniziò a muovere lentamente i fianchi, lasciando uscire pochi centimetri, per poi calarsi nuovamente, prendendolo fino in fondo. Harry era incapace di parlare, troppo accecato dal piacere. Quella situazione lo stava uccidendo. Si maledisse mentalmente per aver provocato Draco, doveva aspettarsi una sua vendetta. «Aspetto una risposta, Sfregiato» disse ancora, questa volta roteando i fianchi.
Harry respirò profondamente dal naso, cercando di tornare padrone di sé. «Nessuno, Draco, sai che amo solo te» disse, tra i denti, guardandolo fisso negli occhi. Un dolce sorriso si formò sulle labbra di Draco, ancora poco abituato a sentirsi dire certe cose. Per un attimo si sentì in colpa per aver deciso di provocarlo così, ma subito tornò in sé, dicendosi che il rapporto tra loro due era sempre stato – e probabilmente lo sarebbe sempre stato anche in futuro – in quel modo. Sfide, dispetti, e avventure spericolate in ogni angolo disponibile. «Mhm, molto bene. Quindi ammetti di avermi mentito» sentenziò, ancora gloriosamente calato sul sesso dell'altro. Sembrava impassibile, calmo come sempre, e con un'espressione di superiorità sul volto. Ma Harry lo conosceva bene, e la parte più orgogliosa di sé non si sarebbe mai tirata indietro di fronte a quella sfida.
Velocemente tornò ad afferrare l'erezione del biondino, stringendola tra le dita, e accennando lente carezze. La sorpresa sul volto di Draco era palese, ma tentò comunque di mostrarsi impassibile.
«Sai, possiamo giocare in due a questo gioco» sussurrò, Harry, iniziando ad accelerare il movimento del polso. Draco lo guardava con gli occhi – meravigliosamente languidi – spalancati, riprendendo a muoversi sopra di lui. Si instaurò uno strano meccanismo, ad ogni gemito sommesso di Harry, corrispondeva un mugolio di Draco. Si stavano lentamente portando verso il punto di non ritorno, ma a nessuno interessava. Lo sguardo fisso negli occhi dell'altro, le labbra vicine, a sfiorarsi, i respiri pesanti, i gemiti, tutto apparteneva ad una realtà sconosciuta, nuova, dove esistevano solo loro. Stavano facendo l'amore, occhi negli occhi, nel modo che più li rappresentava: sotto forma di sfida. Sfida che fu accantonata ben presto, presi dalla passione, dal piacere, dall'amore.
«Harry» gemette Draco, gettando la testa indietro, inarcandosi contro il suo corpo. Il moro strinse con più forza i suoi fianchi, spingendosi contro di lui in un ritmo sconnesso. Draco portò le mani sul petto dell'altro, graffiandolo preso dal piacere. Capitolarono in poco tempo: Draco si inarcò all'inverosimile, scosso dall'orgasmo imminente, e riversò il proprio piacere sul petto di Harry. L'orgasmo che aveva scosso Draco, lo portò a contrarsi contro il sesso dell'altro, lasciando il moro senza fiato e sull'orlo del piacere più estremo.
Harry venne urlando il nome di Draco, stringendo con forza i fianchi lattei del ragazzo – lasciando dei segni rossi che sarebbero rimasti anche i giorni a seguire – scosso dal piacere, e si riversò nel ragazzo.
«Devo dire che mi piace litigare con te» disse, Draco, quando finalmente riprese fiato. Sentiva tutti i muscoli dolore in modo delizioso, portandolo velocemente verso uno stato di piacevole dormi-veglia. Harry, ancora provato dall'orgasmo travolgente, si limitò a ridacchiare, lasciando tiepidi baci sulla testa biondissima del proprio ragazzo.
«Devo dire che siamo migliorati in poco tempo» sussurrò, poi, Harry, accarezzando l'altro lungo la schiena. Draco scoppiò a ridere contro il suo collo, annuendo alle sue parole. «Hai ragione» disse, ancora scosso dalla risata, poi tornò serio e lo guardò negli occhi.
«Sai che ho scoperto un posto interessante dove apprendere certe cose?» domandò, guardandolo con espressione birichina e maliziosa. Harry si ritrovò a sorridergli sorpreso, inarcando un sopracciglio in una muta domanda. «L'ala proibita della biblioteca... contiene cose interessanti» sussurrò, come fosse un segreto indicibile. L'ultima cosa che Draco sentì fu la risata gutturale di Harry, prima di sprofondare in un piacevole sonno riparatore.


Nota autore:
Capitolo di passaggio, decisamente inutile, e con smut non necessario, ma che valeva la pena di scrivere. Dopo la prima volta - un po' ostica e decisamente prolissa - era giusto scriverne uno in cui ci davano dentro senza problemi! Grazie a chiunque continua seguire questa storia, ne sono davvero felice! Baci.

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