Un Gufo Imbranato

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Mi ero appena svegliata quella mattina, avevo ancora gli occhi assonnati, quando sentì un rumore molto forte. Ero ancora in pigiama, così mi vestii velocemente e scesi giù per le grandi scale dorate, diretta verso il soggiorno. Volevo scoprire da dove provenisse quel rumore, ne avevo una vaga idea ma non ne ero del tutta sicura.
Appena arrivata giù, vidi la mamma, così gli diedi il buongiorno.
Arrivata più vicino, vidi la posta sul tavolo e Gambalunga sul davanzale.
Non mi meravigliai di aver sentito quel rumore, lui era un gufo molto alto perciò andava a sbattere ovunque con le sue zampette.
Da lontano chiesi alla mamma dove potesse essere Ryan, di solito si sveglia sempre prima di me.
In quel momento, quasi come se lo avessi predetto, Ryan scese le scale chiedendo se quel rumore provenisse da Gambalunga, io annuì.
Come ogni mattina stavo andando in cucina per prendere la colazione, di solito la mattina mi bevo sempre una tazza del mio tè preferito con qualche biscottino fatto dalla nonna.
Avrei portato la colazione in giardino come sempre, amavo sedermi sul tavolino in pietra e guardare tutti gli uccellini colorati volteggiare nell'aria, uno dei miei desideri più grandi era proprio volare come loro.
Ad un certo punto mi sentì chiamare dalla mamma:
«C'è posta anche per te Thydia! Vieni!»
Mio fratello arrivò per primo e guardando la mamma felicissima capì cosa mi stesse aspettando.
Corsi subito in soggiorno per aprire la posta. Mentre stavo correndo caddi per terra, non vedendo uno scalino, così rovesciai il tè. Mi alzai urlando di stare bene e appena rialzata vidi la lettera.
Ero felicissima, non sapevo neanche come comportarmi in quel momento, era la cosa che più aspettavo.
Ero talmente felice che strappai la lettera dalle mani della mamma e corsi a farla vedere alla nonna ma mentre stavo per andare caddi, scordandomi del tè che avevo appena rovesciato. Mi rialzai di nuovo, dicendo di stare bene e mi avviai verso la camera ma poi sentì urlare la mamma che la nonna era uscita.
Non potevo più aspettare, aprii la lettera e la lessi ad alta voce.
Con gli occhi lucidi corsi subito ad abbracciare tutti.
La nonna proprio in quell'istante aprì la porta e vedendo la lettera mi abbracciò. 
Non potevo crederci, rilessi più volte la lettera fino a rendermi conto che era veramente indirizzata a me, non era uno scherzo.
La situazione si tranquillizzò e la mamma riuscì a parlare :
«Mi ricordo ancora quando arrivò la lettera a tuo fratello, era così felice che anche lui cadde nel tuo stesso gradino.»
Ryan imbarazzato smise di ridere e si sedette sul divano.
«Ora bisogna prepararti. Dobbiamo andare a prendere tutto ciò che ti servirà, compresa una bacchetta.»
Ero fuori di me dall'entusiasmo, finalmente stavo per iniziare le mie lezioni ad Hogwarts, ed un giretto a Diagon Alley era sufficiente ad acquistare tutto quello che serviva.
La nonna propose:
«Thydia possiamo andare anche oggi a prendere tutto ciò che ti serve, dovevo proprio ripassare a fare delle compere. Oggi tutti a Dragon Alley!»
Ci avvicinammo alla nonna e sparimmo in uno schiocco di dita. Subito ci materializzammo a Dragon Alley.
«Eccoci arrivati, allora ci dividiamo così, io e Thydia andiamo a fare degli acquisti e ci uniamo a voi al Serraglio Stregato.»
Da quando avevo messo piede in quella strada piena di negozi, non ero riuscita a stare lontana dalle vetrine, correvo dall'una all'altra per ammirare tutti gli articoli magici che erano esposti. Quando ad un tratto mi avvicinai alla vetrina del Ghirigoro e decisi di fare lì la mia prima tappa.
Stavo per entrare ma mi scontrai con una ragazza che subito si scusò.
La ragazza si presentò:
«Scusami tanto per prima, non ti avevo vista, comunque piacere Hermione.»
Io scuotendo la testa gli dissi che non si doveva preoccupare per prima, era stato solo un incidente.
Hermione continuò a parlare:
«Anche tu sei del primo anno?»
«Si, anche io sono del primo anno, spero di incontrarti ad Hogwarts.»
Hermione fece un sorriso e si allontanò.
Salii il gradino e varcai la soglia, facendo suonare i campanelli sopra la porta. Mi guardai intorno, mi parve di essere finita in una casa fatta solo di libri. Gli scaffali di legno polverosi erano pieni di volumi di tutti i colori e dimensioni, stipati fino al soffitto.
Ero affascinata, non mi ero resa conto che stavo fissando il bancone con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Così, cercai di togliermi quell'espressione, facendo finta di nulla . La nonna si rivolse all'anziano signore:
«Buongiorno! Sono qui per acquistare i libri di scuola del primo anno.»
Subito il signore dietro al bancone andò a prendere i libri. La nonna pagò e uscimmo dal Ghirigoro.
«Ok, questa è fatta... Ora andiamo a prendere il resto del materiale.» disse.
Proseguimmo lo shopping, fino ad arrivare all'immancabile tappa di Madama McClan.
Dopo aver comprato una bella divisa mi sarebbero rimasti solo gli l'ultimi acquisti: un animaletto e una bacchetta.
Non vedevo l'ora di finire le compere per entrare a tutti gli effetti nel mondo di Hogwarts e cominciare a seguire le lezioni.
Così, senza perdere altro tempo, io e la nonna entrammo, dando uno sguardo al listino dei prezzi.
La nonna notò che c'era un'ottima offerta per i nuovi arrivati di Hogwarts, così si fece strada all'interno del negozio.
Mentre stava parlando con la commessa, io andai a fare un giro.
Camminando vidi di nuovo Hermione, la ragazza che aveva incontrato prima e andai a salutarla.
Mentre andavo, un ragazzo mi diede una spallata dicendomi di spostarmi. Era un ragazzo molto carino, dai capelli biondissimi e due occhi azzurri come il ghiaccio.
«Guarda dove vai.» gli urlai infastidita dal suo comportamento.
Il ragazzo mi guardò un attimo e fece  una specie di smorfia per poi andarsene.
Hermione si avvicinò.
«Ei, sai chi è quel ragazzo?È un Malfoy. Stammi a sentire, lascialo stare, fa così con tutti, io proprio non lo sopporto. Chi si crede di essere.» esclamò Hermione.
«A me non importa chi lui sia, così non ci si comporta. Conosco la sua famiglia, lui non poteva essere diverso.» dissi.
Parlammo per un po', fino a quando venni chiamata dalla nonna e dovetti andare via.
«Hermione è stato molto bello parlare con te, se ci incontriamo sul treno ci potremmo sedere vicine.» conclusi.
Hermione annuì e io me ne andai.
«È arrivato il nostro turno, ora prenderanno le misure per la tua divisa.» disse la nonna.
Sorrisi e attesi pazientemente, guardandomi intorno e immaginando  come sarei sembrata buffa con la divisa.
Dopo una lunga giornata di numerosi acquisti, avevo bisogno di un'ultima cosa, la più attesa.
Stavo davvero per comprare la mia prima bacchetta magica.
Prima di entrare, la nonna mi disse che questa volta non sarebbe stata lei a chiedere al mio posto.
Ero pensierosa, mi fermai qualche istante ad osservare l'insegna di Ollivander ed entrai quasi di corsa.
Non riuscivo più ad aspettare.
«Buonpomeriggio» dissi -Mi servirebbe una bacchetta.-
Attesi molleggiando sulle punte dei piedi per cercare di scaricare l'ansia.
Ollivander mi squadrò.
«Buonpomeriggio a te e benvenuta da Ollivander!»
Ascoltò attentamente le mie parole, prima di rispondermi.
Subito dopo mi chiese quale fosse il mio nome e io risposi timidamente:
«Mi chiamo Thydia Nash.»
«Ah, tu sei una Nash, mi piace molto il tuo nome lo sai?
Fammi andare a vedere quale bacchetta possa fare al caso tuo.»
Dopo aver estratto dalla pila di scatole un po' di bacchette, facendo bene attenzione a non far cadere niente, rimosse il coperchio ad una di queste e me la mostrò.
«Undici pollici e un quarto, legno di abete e anima in corde di cuore di drago. Ti va di provarla, vero?» chiese.
Poi aggiunse:
«Devi semplicemente impugnarla e sventolarla, magari mirando lì e non al bancone, se è quella giusta, lo capiremo.»
La provai e il piccolo cerchio di prova esplose.
Ollivander era pensieroso, non si sbagliava facilmente ma era felice che io non avessi fatto troppi danni.
«Ricordo che suo fratello fece esplodere il mio calamaio preferito quando provò la sua prima bacchetta.» disse.
Si allontanò per andarne a prendere altre, io le provai tutte ma nessuna di quelle era adatta a me.
Mi guardò e commentò:
«Ragazza sarà molto difficile trovarti una bacchetta.»
Guardandosi intorno la vide, sembrava perfetta, la prese e me l'avvicinò:
«Questa penso vada bene, legno di Ebano con anima in piuma di fenice, dodici pollici e leggermente elastica.»
Mi diede la bacchetta e l'agitai, questa era la volta giusta.
Quando le mie dita si strinsero intorno alla bacchetta quest'ultima illuminò la stanza di luce, tante erano le scintille che evocò nell'aria.
Ollivander commentò:
«Congratulazioni Thydia, non mi sarei mai aspettato che una bacchetta del genere fosse compatibile con te.
Scoprirai che un vero portento negli incantesimi di combattimento.
La vita a volte è imprevedibile, sono sicuro che ti farai notare in quella scuola.»
Avevo finalmente in mano la mia bacchetta, sorrisi e ringraziai.
La nonna si avvicinò al bancone e oltre a comprare la bacchetta prese un kit di manutenzione e una custodia bellissima.
Salutammo e uscimmo.
«Congratulazioni Thydia!
Penso che abbiamo finito le compere per oggi, ora è meglio se ci riuniamo agli altri.» 
Io annuì, non avevo neanche ascoltato bene cosa mi avesse detto, continuavo a guardare la bacchetta.
In un paio di minuti arrivammo al Serraglio Stregato, dove ci aspettavano il papà e Ryan.
«Come sono andati gli acquisti sorellina?» mi chiese.
«Sono felicissima di tutti gli acquisti che ho fatto, appena arriviamo a casa te li faccio vedere.» risposi.
La mamma era appena arrivata dalle sue compere e mi indicò l'entrata del Serraglio Stregato.
Questa era l'ultima tappa di quella mattinata a Diagon Alley, era arrivato il momento di acquistare il mio animaletto.
Entrando nel negozio ero ancora combattuta, ero certa di volere un gufo ma erano tanti quelli che mi piacevano, non riuscivo proprio a decidermi. Mentre mia mamma si metteva in fila per arrivare al bancone, mi fece cenno con la mano di guardare verso sinistra.
Nel negozio c'era una gran scelta di gufi, civette e barbagianni.
Mentre stavo guardando tutti quei gufi, spostai l'occhio in un angolo, fu in quel momento che la vidi, in una delle gabbie finali c'era un cucciolo di civetta marrone dai riflessi beige e dorati con due grandi occhi gialli, mi stava osservando, chiaramente incuriosita. Mi piaceva tantissimo quella piccola e continuai a guardarla per un po', finché non mi sentì toccare sulla spalla, mi voltai e mi ritrovai davanti la mamma seguita da un membro dello staff del negozio.
Guardai quella civetta e pensai che l'avrei chiamata "Tho".
Saremmo diventate grandi amiche!
La indicai:
«Mamma vorrei acquistare quella civetta lì, quella con gli occhi grandissimi, per favore.»
«Thydia sei sicura di prendere lei? Ce ne sono altre molto più carine.» sussurrò.
Guardai la mamma con fermezza, ribadendo di volere quella civetta.
Lei non obiettò e la indicò alla ragazza dello staff dicendo che avrebbero preso quella.
La ragazza prese la gabbietta e si rivolse a me:
«La civetta che hai scelto è una femmina ed è uno dei nostri ultimi arrivi. È la più piccola della cucciolata e la cosa che la differenzia dagli altri sono i suoi occhi. I suoi fratelli sono stati tutti acquistati e sono felice che anche lei abbia trovato una casa.
Se ti interessa potresti comprare anche una gabbia da viaggio, è in offerta speciale.» disse.
Ascoltai con attenzione e consultando la mamma decisi di prendere anche la gabbia.

A Second Tattoo| Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora