2. Il clone di Edwina.

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Parigi, Istituto Colbert

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Parigi, Istituto Colbert.
Lungo il corridoio: direzione dormitori.

15 Settembre 2021. Ore 22.27

Il ritorno verso la stanza di Julien fu silenzioso. Edwina, almeno, non sapeva che dire. Avrebbe voluto che fosse Julien a rompere il ghiaccio, ma in quel momento non ne sembrava capace.

Qualcosa in lui era cambiato dopo aver letto il nome di Jessica. Non l'aveva incitata a dare ascolto al preside, ma quando lei si era fatta avanti per accogliere la sua proposta, non aveva provato neanche a persuaderla del contrario. Per la prima volta, Julien non aveva scelto lei.

Con un sospiro, Edwina scalciò l'aria e, infilando le mani nelle tasche posteriori della gonna, rimase col capo chino, riflettendo sul da farsi. Lei aveva già deciso di aiutare le altre ragazze, ma non era sicura di poter ricorrere alla magia nera. Il ricordo di quanto era accaduto l'ultima volta la faceva ancora rabbrividire.

Alzò lo sguardo per rivolgerlo a Julien che si era fermato nel mezzo del corridoio, con gli occhi rivolti verso lo specchio. Ripercorse la strada a ritroso e guardò nella stessa direzione.

Julien era bellissimo. Edwina aveva sempre apprezzato, al di là dei riccioli scuri e degli occhi dalla forma un po' allungata, le imperfezioni che lui portava sul viso, quelle leggere macchie marroni che gli ricoprivano il volto.

Era il solo ad avere delle lentiggini: erano chiare, poco numerose, ma distribuite in qua e in là con una precisione geometrica; ventiquattro macchie della stessa forma e della stessa lunghezza che unite formavano l'iniziale del suo nome. E. Per lei era un segno che dovesse essergli amica. 

Julien, probabilmente, non lo aveva notato; lui, come gli altri ragazzi dell'Istituto, aveva una mente scientifica. Le streghe erano le uniche ad avere dei poteri, ma erano rare e rischiavano di estinguersi. Per questo i ragazzi erano allenati per proteggerle.

«A cos'è che pensi con tanta intensità? Il tuo aspetto non è cambiato, se è questo che ti preoccupa». Lo scrutò con cura.

Julien era in uno stato di trance. Aveva le iridi fisse nel vetro, puntate ovunque e da nessuna parte. Fissava un punto ben preciso senza riuscire realmente a guardare qualcosa.

«Mi sono soltanto perso», ebbe il coraggio di rispondere. «Ma ho ritrovato la strada».

Edwina, che lo conosceva bene, ne riconobbe la menzogna. Riusciva a intuire la sua difficoltà: era bloccato tra due forme d'amore, quello per lei, palpabile e reale, e quello per Jessica, intenso e improvviso.

Era indeciso; probabilmente lo preoccupava confessarle che, per una volta, non l'avrebbe scelta.

«Non badare a me. Io ho già preso la mia decisione». Il battito le rallentò. Preferiva farsi avanti piuttosto che sentirselo dire, anche se nulla poteva cancellare la sensazione di essere la seconda in una lista con soli due nomi.

Ricordi di cenere ( #1 Saga Magia Nera )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora