12.

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Continuiamo a camminare in silenzio quando Cameron lo interrompe.
«Torniamo?» mi chiede.
«Si.»
Ci incamminiamo verso la macchina in silenzio ancora.

Mi sento un po' in colpa. L'ho giudicato per quello che è. Tutti hanno i loro difetti...io non sono nessuno per giudicarlo.

Tra vari pensieri ci ritroviamo già in macchina lungo il tragitto per casa.

Ci fermiamo ad un semaforo e mi guarda. Sento il suo sguardo addosso.

Mi giro anche io a guardarlo e mi mette la sua mano sulla coscia e la guardo, poi mi viene spontaneo girarmi verso il finestrino per non far vedere che sto facendo un mezzo sorriso.

Vedo con la coda dell'occhio che l'ha notato e che anche lui sta sorridendo mentre mi stringe la coscia con la dita della mano. Al verde riparte ma non toglie la mano dalla mia coscia se non per cambiare marcia.

Vedo che accosta in un vicoletto isolato.
«Ti prego risolviamo» mi dice girandosi con ancora le mani sul volante.

«Io non volevo discutere, solo...mi hai chiesto a cosa stessi pensando e l'ho detto senza rifletterci, non dovevo scusa» parlo a macchinetta.

«No no, dovevi dirlo. Voglio sempre sapere cosa pensi, davvero. Solo...insomma, lo capisco che adesso la tua fiducia in me non è delle migliori perché sai come mi comporto o meglio, come mi comportavo con le ragazze...ma voglio che tu sappia che per me non sei minimamente paragonabile a loro, per i sentimenti che provo per te e anche perché con te mi comporto in maniera diversa da come mi comportavo con le altre. Io sono e mi sento diverso con te, anche se inizialmente non me ne rendevo conto.» fa una pausa.

«Io...» mi interrompe.

«Aspetta. Io vorrei davvero che ti fidassi di me, ma so anche che non posso pretenderlo dopo tutto. Ma voglio davvero guadagnare la tua fiducia e quindi non smetterò di provarci.» dice finendo il suo discorso.

«Cavolo... non so davvero cosa dire» mi sento un po' patetica adesso.
Sono molto sorpresa da questo "discorso".
«Io voglio essere sincera, la fiducia che vorresti non riesco ancora a dartela per quanto io vorrei, però di sicuro questo è stato un grande passo.» gli dico con sincerità. Farfalle nello stomaco...

«Sei perfetta» mi guarda intensamente per poi baciarmi con foga.

Pian piano scende sul collo dove sento che sta succhiando...una sensazione paradisiaca con le labbra di Cameron Dallas.

Gemo leggermente e sento che si spinge di più verso di me così appena finisce il succhiotto gli salgo a cavalcioni facendo attenzione al volante.

Comincio a fargli anche io un succhiotto facendo attenzione a non eccitarlo troppo. Ne abbiamo avuto già abbastanza per oggi.

Così cerco di stare a debita distanza dal sul pube.
Lui nel frattempo mi palpa le natiche che cerca di spingere di più verso di lui, ma è letteralmente più forte di me quindi vince Cameron e sento già la sua erezione premermi lì sotto.  Cavolo questo ragazzo non si stanca mai.

Ma stavolta non faremo niente, non in un vicoletto deserto.

Una volta staccatami dal suo collo rido.

«Cosa?» mi chiede.

«Ma tu non ti stanchi mai?» sorrido.

«Non di te Jess» dice sorridendo e guardandosi il pene.

Mi faccio un po' più indietro andando a sbattere sul volante.

«Abbassa il sediolino» gli dico ammiccando.

«Mhh quest'idea mi piace» mi sorride.

«Non avevo dubbi»

Lui abbassa il sediolino e lo porta leggermente indietro così da potermi abbassare su di lui all'altezza del suo pene.
Incomincio a slacciargli la cintura e il pantalone per poi abbassargli i boxer.

La sua erezione esce immediatamente da questi ultimi liberandolo.

Lo prendo tra le mie mani e incomincio a massaggiarlo facendo dei movimenti rotatori. Dopodiché aggiungo anche le mie labbra. Cameron geme. E la sua reazione mi spinge a metterci più foga.

«Non ti fermare Jess. Sei stupenda cazzo.» geme ancora.

Com'è bello vederlo vulnerabile senza le sue difese da cattivo ragazzo. È davvero stupendo sapere che gli faccio quest'effetto. Inoltre vederlo...così mi eccita tanto.

Mi mette una mano tra i capelli e accompagna il movimento della mia testa che dona piacere al sul membro.

Arriva al culmine gemendo più forte in maniera gutturale e venendo nella mia bocca. Deglutisco tutto il suo piacere. Poi lo guardo.
«Ti è piaciuto?»gli chiedo.

Sei una bisognosa di attenzioni.
Lo so.

«Non sai quanto» ammicca e io non posso esserne più soddisfatta.

Dopo essersi sistemato si avvicina e mi bacia. Cerca di infilare le dita nel jeans ma lo fermo.

«Magari a casa» gli sorrido.
«Oh ok» sembra sorpreso ma non si sofferma.

Ne ho davvero abbastanza per oggi, averlo visto cosi mi fa eccitare tanto ma non mi sento a mio agio qui. Se fosse stata sera magari...più allo scuro.
Non avevo dubbi, pervertita.
Non posso darti torto...

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Ve lo giuro, inizialmente mi sono detta "stavolta facciamoli stare calmi gli ormoni" ma poi mi sono messa nei panni di una lettrice e avrei voluto il contrario quindi...ahahhahah....le persone pervertite mi capiranno. Oltretutto ho creato questa storia con l'intento di avere la particolarità dei dettagli e le scene "spinte" e quindi di avere una storia "intensa" da questo punto di vista.
Volevo chiedervi inoltre una cosa.
Inizialmente io avevo intenzione di creare una storia breve, ma intensa appunto da quel punto di vista e penso che la storia se la allungassi potrebbe diventare ripetitiva e perdere quell'intensità. Non so se ho reso l'idea di quello che voglio dire, ad ogni modo le domande sono:
1) Vi piacerebbe se la allungassi? O come ho dedotto potrebbe perdere l'attrazione e diventare ripetitiva?
2) Per  via delle scene "spinte" mi domando spesso se la storia possa già sembrare ripetitiva. Io non so rispondere perché non me ne rendo conto. Lo è?

❤️

Nobody changes - Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora