Viaggio di nozze

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La mattinata era trascorsa tranquilla, avevano visitato Barcellona in lungo e in largo trovando vicoletti e angoli che la maggior parte dei turisti non potevano conoscere.

Il pomeriggio Amaranta aveva proposto a Magnus di uscire sola coi bambini per potersi conoscere meglio e lui aveva acconsentito.
Magnus richiuse la porta, dopo aver salutato Amaranta e i bambini per la milionesima volta, non era abituato a lasciarli con estranei, ma era stata una sua idea quindi decise di non indugiare oltre.
Alec gli arrivò alle spalle facendogli scorrere le mani lungo i fianchi con un movimento estremamente lento, che fece rabbrividire il marito, mentre la bocca si era appoggiata in un punto dietro l'orecchio terribilmente sensibile.
Magnus si lasciò sfuggire un gemito.
Sul volto di Alec si disegnò un ghigno mentre lo faceva voltare catturandone le labbra.
Magnus tentò di parlare tra un sospiro e un gemito
“Alexander, quanta intraprendenza”
Alec si fermò un attimo, lo guardò dritto negli occhi e disse:
“e non hai ancora visto nulla, oggi si gioca con le mie regole, senza magia”, e prese a slacciargli la cintura per poi infilare gli indici nella vita dei jeans e sbottonargli.
Magnus inspirò rumorosamente lasciando andare la testa all'indietro e chiudendo gli occhi disse:
"Sono completamente tuo Alexander, puoi farmi tutto quello che desideri"
Alec fece scivolare la punta della lingua dalla base del collo fino al mento per poi iniziare a leccare e mordere le labbra socchiuse del marito, e mentre gli accarezzava il torace lo spingeva con tutto il corpo verso la camera da letto in un turbinio di baci, carezze, morsi e lingue che si leccavano. Quando i polpacci di Magnus toccarono il bordo del letto si fermarono. Alec aprì gli occhi e, continuando a baciarlo, fece scivolare le proprie mani sulle braccia del marito fino a prendergli le mani per unirle e tenerle con una delle sue e con l'altra prese dalla tasca di dietro dei suoi pantaloni un foulard di seta e gli legò insieme i polsi prima di riprendere a spogliarlo lentamente, voleva portare il marito al limite dell'esasperazione.
"Alexander ti prego"
Alec si bloccò un attimo, prima catturarne le labbra.
"Ho appena iniziato Mag, te l'ho detto oggi si gioca a modo mio" disse Alec sulle labbra di Magnus.
Dopo di che tutto il mondo scomparve, Magnus riusciva solo a sentire le labbra di Alec sul suo corpo e il piacere prenderlo, era completamente in balia del marito e dell’estasi di piacere che gli stava procurando. Alec baciò ogni lembo di pelle beandosi di quel corpo perfetto e del suo sapore, si persero così uno nell' altro.

Il telefono di Magnus squillò, Magnus allungò un braccio fino al comodino cercando di non muoversi troppo, amava il calore e il peso del corpo di Alec su di lui, non voleva disturbarlo.
Raggiunse il telefono e sorrise, Amaranta gli aveva mandato una foto dei bambini con in mano un grosso gelato e sotto vi era un messaggio che diceva "ci stiamo divertendo, saremo a casa per cena"
Magnus rispose velocemente e ripose il telefono sul comodino.
Alec aprì pigramente un occhio, sentiva il corpo di Magnus sotto di lui, il suo profumo di sandalo riempirgli le narici, il foulard rosso ancora stropicciato affianco a loro e i vestiti sparsi per la stanza.
"Chi era?" Chiese in tono tranquillo al marito,
Magnus riprese il cellulare mostrando il messaggio ad Alec che sorrise
"Sembra che stiano benissimo, e noi abbiamo ancora un paio d'ore libere"
Magnus si chinò per baciarlo
"Mi piace avere delle ore libere, specie quando rubi i miei foulard…"
Alec arrossì appena
"Stavo cercando un maglione, e quando l'ho visto ho pensato che poteva essere una buona idea"
Magnus sorrise
"Direi ottima, prendi pure tutto il mio guardaroba se occorre"
Alec rise baciando e alzandosi dal marito che emise un lamento
"Non fare il muso Magnus dobbiamo fare la doccia e preparare la cena"
Magnus continuava a sorridere malizioso
"Ottima idea “disse stiracchiandosi e raggiungendo il marito
"Una doccia è proprio quello che ci serve"
Alec rise lasciandosi spingere da Magnus dentro la doccia.

Alec e Magnus erano nella loro camera in quello che provvisoriamente era il loro appartamento a Barcellona, la luce entrava da un'enorme finestra che dava sulla città.
I bambini giocavano tranquilli nel tappeto nero al centro della Sala, Magnus li aveva preparati per uscire, Max aveva indossato un simpatico completo con il quale sembrava un piccolo dinosauro, Rafe invece aveva insistito per indossare una comoda tuta gialla e nera con la quale sembrava una piccola ape, ai piedi le sue inseparabili scarpe luminose.
"Alexander perché non indossi questi jeans? Trovo che ti stiano una favola!"
Alec sorrise prendendo i Jeans dalle mani del marito e indossandoli completando il suo look
"Papà che facciamo di bello?"
La testolina di Rafe sbucò all'improvviso all'interno della loro camera, facendo ridere Magnus.
"oggi io e papà Magnus vi portiamo a vedere la Sagrada familia, sarà bellissimo vedrete!"
Alec sorrise prima di aggiungere
"Vi prego niente scherzi stile Praga!"
Magnus rise all'esclamazione del marito mentre il figlio metteva il broncio
"Papà e stato un incidente!"
"Lo sappiamo nocciolina, l'importante è imparare dai nostri errori, forza sbrighiamoci!"
Max corse a mettere le scarpe aiutato dal fratello.
"Magnus hai visto che fila? Ci vorrà tutto il giorno!"
Alec guardò la lunga fila davanti a lui avvilito
"Alexander a parte avere la magia per mia fortuna so usare la tecnologia, ho fatto i biglietti online, entreremo subito!"
Magnus sorrise mostrando vittorioso i biglietti tra le sue mani.
"Papi possiamo tenere i nostri? staremo attenti te lo prometto!"
Magnus porse un biglietto a testa ai bambini e uno ad Alec, prima di avviarsi all’ingresso.
Una volta dentro, Alec rimase incantato, era Abituato alle grandi chiese, ma questa era una vera e propria opera d'arte.
"Venite tutti qui" Magnus impostò l'autoscatto e poggiò a terra la costosa polaroid
"Facciamo una foto, mettetevi in cerchio e guardate la macchina fotografica, fidatevi!"
Alec e i bambini risero, incuriositi da quella strana foto ma fecero come Magnus aveva chiesto loro
"Pronti? 3….2….1….sorriso"
Alec invece di sorridere appoggiò le labbra sulla guancia di Magnus. Il risultato fu una foto dolcissima, il primo piano si vedeva Magnus sorridere mentre Alec gli baciava la guancia insieme ai bambini, dietro di loro a fargli da sfondo le maestose volte disegnate da Gaudí,
Fecero un giro tra quei meravigliosi continui cambi di stili e colori.
Magnus continuava a raccontare loro aneddoti su Gaudí e su quella fantastica costruzione incompiuta.
"Un giorno osai dirgli che era un uomo davvero ricco di fantasia e fascino e lui mi rispose con il suo accento spagnolo, io ho immaginazione, non fantasia"
Alec lo ascoltó completamente assorto mentre i bambini correvano qua e là estasiati da tutti quei colori
"Bambini, non allontanatevi" gridò Alec prima di ritornare alla discussione col marito "quindi era affascinante, giusto?"
Magnus sorrise ad Alec "come tutti gli uomini di cultura, né più né meno Alexander"
Alec Poggiò dolcemente le labbra su quelle del marito, prima di raggiungere i bambini
"Coraggio mie piccole mosche, saliamo sulla torre!"
Max e Rafe trotterellavano felici davanti a loro salendo tutti assieme nell'ascensore.
Alec aprì la porta del loro appartamento stando attento a non svegliare il piccolo stregone che dormiva pigramente sulla sua spalla.
"È stata una giornata lunga e stancante per loro, sono contento che si siano divertiti"
Magnus sorrise mentre poggiava Rafe nel suo lettino, schioccò le dita e i residui di gelato sparirono dal viso dei due bambini.
"Direi che si sono divertiti moltissimo, ma io sono davvero esausto"
Alec rise sedendosi sul divano seguito da Magnus
"A chi lo dici, esausto e poco, direi che ci meritiamo un tè caldo e un po' di relax"
Magnus sorrise facendo apparire due tazze di tè e appoggiando la testa sulla spalla di Alec.

Magnus' Secret Grimoire Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora