14. Posto nel mondo

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Maddy

Il sole di luglio illumina in modo strano la stanza, la luce riflette sul muro creando una serie di ombre che da quando sono in questa casa ho sempre amato. Mi stiracchio mentre Lucia rientra in camera con qualcosa in mano, sorrido prendendo la macedonia che ha preparato "grazie" dico piano "non dovevi" sorrido iniziando a scegliere la frutta in modo che quella che mi piace di più resti sul fondo "non dire scemenze, stiamo studiando da tre giorni senza sosta in queste quattro mura, non usciamo quasi mai" ride "è il minimo".

È passato un mese, un mese da quando abbiamo legato, da quando abbiamo deciso di abbandonare Stefania, poi abbandonare, sembra quasi di averla lasciata in un bosco a sopravvivere, ma la sensazione che provo da settimane è proprio questa: abbandono. Non l'abbiamo fatto con cattiveria, lei ha iniziato a discutere su tutto, soprattutto dopo aver scoperto la mia 'relazione' con Nicolas. Sembrava quasi non poter accettare la cosa.
Lucia d'altro canto era felice per me, disponibile come non mai, aveva preso le mie parti quel giorno, aveva discusso con Stefania al posto mio mentre io ero rimasta ferma senza fare nulla.

"Abbiamo due ore prima che la casa si populi di gente, giusto?" mi riporta alla realtà, la mole di pensieri che piano cadono in fondo al mio corpo "che ore sono?" chiedo, come al solito perdo la cognizione del tempo "quasi le sei" dice sbloccando il mio telefono "oh ma guarda chi ti ha inviato qualcosa" dice posando il telefono sulla scrivania "siete carini" aggiunge per poi tornare al suo libro. La guardo, quella foto scattata durante una delle gite con i suoi amici, scattata con la sua macchina analogica, una delle tante. Siamo carini è vero, siamo davvero carini insieme.
"Non rispondi?" alza gli occhi dal libro "sei sempre la solita" ride.
"Cosa dovrei dire?" chiedo, perché alla fine non so mai davvero cosa dire "tipo oddio siamo bellissimi" la vedo scoppiare a ridere per le sue stesse parole "scusa, non potevo trattenermi" continua a ridere "alle volte sei proprio scema" aggiungo bloccando il telefono.

Giugno.

Entro nel bar, sorrido a Francesco e saluto Vera, mi dirigo verso di loro che sono qui già da dieci minuti. Non avevo voglia, non ho più voglia. Il telefono vibra per un po', un paio di messaggi, un 'buona fortuna' da parte di Nicolas. Sorrido, alla fine è stato merito suo se ho detto di sì, se sono qui davanti a loro.
"Dieci minuti di ritardo" Stefania controlla il telefono "siamo migliorate" sorride per poi riporre tutto nella borsa.
"Ciao" saluto fredda "vogliamo andare?" Chiedo prima di vederle tirare fuori i libri "non ti ho scritto?" Stefania guarda Lucia "abbiamo deciso di stare qui" mi sorride. La odio quando fa così, sorrido di rimando, occupo il posto di fianco a Lucia, tiro fuori il manuale, la vedo fissare Francesco che piano fa il giro dei tavoli, ecco la motivazione, ecco perché dobbiamo stare qui.
"Lo consoci?" chiede vedendolo salutarmi "è un amico" dico soltanto, anche se non è la verità, o almeno non è tutta la verità "allora puoi presentarmi" sfoggia il suo sorriso migliore mentre Francesco si avvicina a noi. Lo saluto, lui ricambia e mi chiede se voglio qualcosa, mi chiede come sto, sembriamo davvero amici "tranquillo se voglio qualcosa vengo io da te" sorrido e lui se ne va. La vedo farsi rossa, viola, verde, come nei cartoni, mai vista così arrabbiata, delusa, confusa. Non so spiegarlo.
"Tutto bene?" Chiedo e so che non sta bene, ma in questo momento non ho nemmeno la voglia di subirmi il suo sbrocco "come lo conosci davvero?" la osservo, non capisco "è il collega della mia coinquilina" inizio, il suo volto che cambia di nuovo colore "e poi è anche un amico di Nicolas" dico piano, cerco quasi di evitare il discorso con lei, con loro in realtà.
"Quindi ti sei fatta avanti?" Lucia mi prende una mano "davvero Mad? Ma è bellissimo" non l'ho mai vista così entusiasta per qualcosa "sono così felice per te" e sembra davvero sincera.
"Devo andare" Stefania si alza, ripone le sue cose, non guarda nessuna delle due, non la capisco "ci sentiamo" dice per poi mollarci lì.
"Stef" Lucia la chiama ma lei non si volta "che abbiamo fatto ora?" Mi guarda nemmeno lei la capisce più "ogni volta finisce sempre così" dice quasi soprappensiero.
"Le dovrei parlare?" Chiedo anche se non mi va "cioè credo sia colpa mia" aggiungo, lei mi osserva, mi stringe la mano "andiamo" dice per poi alzarsi "questa situazione mi fa girare solo le scatole" e la vedo avviarsi fuori senza nemmeno prendere con se la borsa.

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