24. Sara

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Un anno dopo.

La gioia, il calore, la felicità, le parole che mi hanno dedicato, gli abbracci, gli auguri, l'insieme di una giornata che rimarrà per sempre nella mia testa. La rivivo alle volte, durante il giorno, mi viene da ripensare alle feste che quel giorno mi hanno fatto, al messaggio di auguri di Veronica, l'unica a non essere venuta, ma che in un certo senso era lì lo stesso. Ci ripenso perché mi rende felice, mi rende pienamente me.

"Devi per forza?" la domanda a cui non voglio rispondere, la evito sempre, ma quando siamo da soli, nudi, con la pelle che si riscalda l'una con l'altra come posso evitarlo "la mia famiglia non è potuta venire quindi devo" e un po' la uso come scusa, un po' è la verità "capsico" si volta verso illato opposto, il freddo che si impossessa di me appena si sposta. Stiamo andando bene, siamo felici, dopo tanto tempo e mi viene da pensare che forse un po' sto rovinando tutto "vieni con me" dico, mi alzo di poco la testa che si poggia sul suo petto "in Calabria?" chiede come se non sapessi di dove sono "si, a casa con me" la mia mano che disegna piccoli cerchi sulla sua pelle chiara "mi vuoi presentare ai tuoi" sorrido "potrei" e lo sento ridere come se fosse una battuta, però so che lo fa solo perché l'ho messo in soggezione "per un paio di giorni" dico piano le mie labbra che si posano sulla sua pelle "sarebbe come una vacanza" aggiungo quasi per convincerlo di più "ci posso pensare?" la sua mano che sfiora la mia spalla "ovvio" sorrido, le sue labbra sulle mie. Sono felice anche per questo.

Un anno e tre mesi dopo.

Mi fa strano, tutta la situazione, tutta questa agitazione che provo solo mettendo piede in questa casa, in questa stanza. Tutto diverso, tutto un disastro. Non mi va di parlare con loro, come se fossi io quella che ha sbagliato tutto, ma per una volta non sono io eppure mentre loro si sentono, mentre loro si tengono in contatto io sono qui che mi crogiolo nei pensieri oscuri, nella voglia di stare sola, nel mio essere per un certo senso solitaria.

Prendo le ultime cose dalla stanza, quelle che ho messo da parte e che non volevo portare via, quelle che avrei voluto lasciare lì. Lascio solo quella piccola scatola di metallo, quella che ho creato dal nulla, con quella lettera, con quelle parole che ho scritto una notte in preda ai miei pensieri, la lascio sulla scrivania prima di recuperare lo scatolo che ho lasciato sul letto. Scendo le scale, consegno le chiavi alla mia, ormai, ex proprietaria, le sorrido per l'ultima volta ed esco prima che qualcuna possa vedermi, possa parlarmi, possa fermarmi.

Chiudo lo sportello della macchina, accendo il motore, guardo per l'ultima volta quel palazzo che mi ha dato tanto, passo per le stradine che percorrevo a piedi, passo vicino al mio posto preferito, il pianto che piano inizia a farsi sentire, sovrasto tutto con la musica, una playlist a caso, quella che però mi fa ancora più male.

***Sembra che c'ho mille macigni sopra al petto e penso li abbia messi da me

A volte non sono dei sorrisi, son ghigni anche se son belli non sai quanto soffrono i cigni***

"Hai pianto?" Marco che alza poco il mio viso, il mio sorriso finto che non lo convince "quindi cosa te ne vai senza nemmeno salutarle?" me lo chiede piano, le sue mani che mi toccano il viso, annuisco, non so nemmeno se riesco a parlare "ti posso far cambiare idea?" i miei occhi che si scontrano con i suoi "ora come ora no" dico, lo ammetto "sai che non posso stare più qui" dico piano "e noi?" le sue mani che scivolano piano via da me "torna con me" lo dico senza pensarci "non per sempre, per un po', vieni con me" lo sto supplicando. Il suo calore che mi abbandona, si passa le mani sul viso, mi appoggio alla macchina, il freddo che ormai si è impossessato di me "fallo tu" dice, le mani poggiate ai lati del mio corpo, il suo calore che torna da me "rimani qua, rimani per me" sorride come se avesse detto la cosa più pazza ma più giusta "come?" mi ha già convinto "non lo dico perché lo devi fare per davvero" sorride avvicinandosi "però sai puoi stare con me" il suo fiato che si scontra con le mie labbra, si abbassa alla mia altezza "in casa con te?" rido piano "da sola con te?" lui che si lecca le labbra "beh, io, te e i regaz" dice piano mi lascia un bacio sulle labbra "ci stai?" chiede, le mie mani che si aggrappano a lui che piano si scontra con me "solo se per un po' è il nostro segreto" sigillo l'accordo con un bacio dopo che lui mi ha sorriso come a dire che va bene, che tutto andrà bene, perché con lui va sempre bene, non sempre ma va bene.

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