18. Ricorderai?

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Veronica.

L'ascensore si ferma al piano, facendo quello strano suono che non capisco mai, le porte si aprono e mi guardo per l'ultima volta allo specchio, sono un disastro, gli occhi gonfi dal pianto, il viso rigato dalle lacrime. Alzo il cappuccio, mi chiudo nella felpa e spero che nessuno mi veda, che per cinque secondi nessuno mi chieda cos'è successo.
Entro piano, lascio le chiavi sul mobile, la casa è nel totale silenzio, dormono? Mi dirigo verso la camera, chiudo la porta, respiro di nuovo, ma non sono sola, non posso stare sola. Mi fissa per un po', la luce del mattino che punta proprio sulla mia figura, mi ha scoperta. Si avvicina, senza dire nulla, quella figura minuta, di poco più bassa di me, che mi abbraccia e per qualche motivo sembra quasi che ad abbracciarmi ci sia un gigante. Mi stringe ed è questa la sensazione che si ha quando ad abbracciarti è una persona che ti vuole bene, calore, pace. Non voglio piangere, non credo che il mio corpo ne sia in grado, ma li sento i miei occhi che si riempiono di lacrime, ma non voglio piangere, ho già pianto troppo.

"Stai bene?" lo chiede con dolcezza, dopo un silenzio durato secoli "no, non sto bene" perchè mentire, si vede, lo percepisce, sto piangendo "è successo di tutto" dico piano, la voce roca "ma non so se ne voglio parlare" e forse sbaglio, forse ne dovrei parlare "quando vuoi sono qui" si allontana un po' da me "ora dormi per piacere" mi indica il letto e non me lo faccio ripetere due volte, mi accoccolo nelle coperte anche se fa già caldo e cado nelle braccia di morfeo, un sonno di cui ho bisogno ma che non porta risultati.
Quando mi sveglio è tardi, lo so perché fuori è buio, tasto il letto alla ricerca del telefono, la luce che mi da fastidio, sono le nove di sera, ho dormito quasi per dodici ore. Sento la voce delle altre in sala, ovattata dalla porta, ma chiara allo stesso tempo. Parlano, ridono, vivono, mentre io non so nemmeno se ho la forza di alzarmi. Cerco la sua chat, ho voglia di scrivergli qualcosa, ma non posso. Apro quella di Nels, scrivo che sono viva, lui risponde e per cinque secondi sono di nuovo io. 

Solo per cinque secondi però. 

"Hai ascoltato la nota di Dario" la prima cosa che sento quando apro la porta, una botta allo stomaco e non sono nemmeno uscita dalla stanza, sono a pochi passi da me, non si sono accorte della mia presenza "si, stamattina mi ha lasciato dormire, poi è tornato con la colazione" parla piano "non so aiutarlo però, mi ha detto che prima o poi mi dirà, che non devo preoccuparmi" continua i passi di loro che vengono verso di me "e per una volta non voglio prestarci attenzione, me lo dirà"

Esco allo scoperto, sbadiglio e faccio finta di non aver ascoltato, loro si spaventano un po' e io imito la situazione, poi scoppiano a ridere e fingo anche io "mi hai fatto prendere un colpo" Maddy si appoggia al muro "scusate, non volevo" sorrido debolmente. Sento le altre darmi il buongiorno, anche se è sera, e noto che sono tutte pronte per uscire, vivere, mentre io sono chiusa in questa tuta da un po' "andate da qualche parte?" chiedo sedendomi sul divano "serata al bar, non so cosa fanno, tipo musica hard rock ma in compenso si beve" Alessia sembra la più esaltate di tutte "vuoi venire?"
"Non credo che sia di compagnia in questo momento" la lascio sul vago "che è successo?" Chiara mi si avvina, le altre mi osservano "non sono pronta per parlarne" e spero capiscano. Mi guardano, si guardano, iniziano a fare domande su domande, nessuno sa, nessuno deve sapere "tranquille nulla di male" le rassicuro "ho anche del lavoro da fare, andate, divertitevi anche per me" sorrido, quel sorriso falso che lei nota anche se fa finta di nulla.
Le vedo andare via, col sorriso sul volto, la gioia negli occhi, Alessia mi ripete venti volte di andare con loro, trenta volte se voglio davvero stare sola e forse mille volte se voglio che lei stia con me.
"Se non te ne vai io ti picchio" l'ultima risposta che le ho dato prima che lei lasci casa.

Il lavoro che ho trascurato, lo studio che non ho toccato, sono le prime cose che balzano fuori appena apro il computer, sospese in un limbo. Apro i file, sistemo le email, rispondo a messaggi, preparo qualcosa per le puntate.

via senzanome n6 || spacevalleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora