6. Agust D

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«Mi hai chiamato Suga».

Bastò quell'ultima parola per accendere il barlume di comprensione negli occhi di Jimin. Yoongi li osservò spalancarsi mentre l'altro si rendeva finalmente conto di cosa avesse rivelato di sé pronunciando un singolo nome.
Jimin, preso dallo spavento, aveva chiamato l'altro "Suga", utilizzando il nome d'arte che da molto tempo prima di quella sera usava per identificare il rapper e compositore Min Yoongi.
Si coprì una mano con la bocca, senza sapere cosa dire. Yoongi fece un altro passo verso di lui, incapace di fare chiarezza tra le emozioni che provava.

«Hyung, io- ma nessun'altra parola venne in soccorso di Jimin.

«Perchè non me l'hai detto?»

Yoongi era sinceramente spaventato dalle possibili risposte a quella domanda. Le prospettive potevano essere davvero negative, sebbene il pensiero che quello fosse comunque un amico di Hoseok riusciva in parte a mitigare le sue congetture.

Jimin si prese qualche momento prima di rispondere. Non poteva mentire. Era addirittura andato a casa sua sapendo di avergli nascosto la verità, approfittando della sua gentilezza e della sua fiducia.

«Quando ti ho visto in piedi, lì accanto ad Hoseok hyung, non credevo ai miei occhi. Ero così in imbarazzo» iniziò Jimin, passandosi la mano tra i capelli. «Speravo che lo hyung ti dicesse qualcosa o che già ti avesse detto di quante volte gli ho parlato di te e della tua musica prima di incontrarmi, ma nessuno diceva nulla e io non volevo fare la figura del fan sfegatato!»

Sì fermo un secondo a riprendere fiato, ma l'altro non colse l'occasione per dire qualcosa, nonostante Jimin lo stesse palesemente implorando con lo sguardo di aprire bocca. Yoongi aspettava solo che il ragazzo dai capelli rosa di fronte a lui andasse avanti con la sua spiegazione.

«Io sono un grande fan di Suga, cioè, tuo voglio dire, e ho amato tantissimo il tuo album "Agust D". Ti ammiro davvero molto e quando ti ho visto non credevo ai miei occhi. Tuttavia, non avendoti detto subito tutto questo, nessun momento mi è più sembrato abbastanza opportuno. Tu eri così interessato a parlare con me e io ero così felice che non volevo rovinare l'atmosfera»

Yoongi si umettò le labbra pensieroso.
«Quindi Hoseok lo sapeva» disse finalmente ad alta voce. Quella non era stata una vera domanda, ma Jimin annui comunque con convinzione.

«Io sapevo che in qualche modo ti conosceva, ma non... Non gli avrei mai chiesto di organizzare un incontro o qualcosa di genere! Nè tantomeno avevo la più pallida idea che tu fossi il suo fantomatico migliore amico di cui parla di continuo. Alla fine io e lui ci siamo conosciuti solo pochi mesi fa all'accademia di danza, ma deve comunque avermi raccontato un sacco di cazzate per tenermi la cosa segreta»

«'Sto stronzo» sentenziò il più grande tirando un sospiro di sollievo, mentre si passava una mano sul viso per massaggiarsi la fronte, come se quel discorso gli stesse procurando il mal di testa. Allo stesso tempo, però, non riuscì a trattenersi dal ridere.

Hoseok, quello stronzo, lo aveva fregato per bene. Pian piano tutti i puntini andarono al loro posto e Yoongi iniziò a vedere il quadro generale della situazione. Chissà quanto si era sentito orgoglioso di sé il suo "migliore amico" quando aveva letto quel messaggio di poche righe prima che lasciassero il Kitty Night Club.

"Riporto io a casa Jimin-ah, lasciami la tua macchina. Per favore"

Riusciva ad immaginarselo mentre gongolava tra sé e sé. Lo aveva portato lì ben conscio dell'interesse di Jimin verso di lui, ma non aveva detto nulla lasciando così che fosse Yoongi ad esporsi nei confronti del più piccolo.
"Un po' di ragazzi mezzo nudi ti faranno bene" aveva cercato addirittura di dirgli Hoseok prima che entrassero nel night club.

Nel frattempo aveva fregato persino Jimin. Yoongi sapeva che non gli aveva rivelato che lui era il suo migliore amico per suo volere, visto che lui stesso voleva evitare il più possibile che tutti i problemi legati alla sua popolarità, seppur ancora contenuta, sì riversassero sui suoi amici.
"'Sto stronzo" pensò ancora una volta il maggiore, mentre uno scenario di nuove e più rosee prospettive stava prendendo forma nella sua mente.

Yoongi si rese conto di essere rimasto in silenzio per troppo tempo. Jimin lo guardava con una sorta di sorriso tremulo, che comunicava più preoccupazione che imbarazzo o addirittura divertimento.

«Jimin-ah mi dispiace, Hoseok non mi ha detto proprio nulla. Scusami se ti ho spaventato, ma la prudenza, sai come si dice, no? Non è mai troppa»

«Non ti preoccupare, è a me che dispiace! Scusami per non averti detto subito che sono un tuo fan» rispose Jimin arrossendo su quell'ultima frase.

Yoongi si allontanò leggermente dall'altro ragazzo, senza però prendere troppo le distanze. Prima si era avvicinato così tanto da averlo praticamente costretto contro la libreria e, sebbene non fosse sua intenzione metterlo all'angolo, ora che se ne era reso conto la situazione lo stava facendo agitare. Iniziava ad essere fin troppo consapevole della vicinanza di Jimin, soprattutto dopo le scoperte di cui era appena venuto a capo.

«Suga hyung,- Jimin si interruppe incerto -O forse preferisci Yoongi hyung?»

«Yoongi va bene» disse automaticamente, mentre nella sua mente si affollavano ancora i pensieri di poco prima.

La possibilità che Hoseok lo avesse portato al Kitty Night Club solo per non doverci andare da solo era sicuramente ancora valida, tuttavia quella sarebbe stata una risposta semplicistica. In un altro momento il venire a capo di quel mistero non avrebbe impegnato così tanto le facoltà mentali di Yoongi, ma ora la possibilità che Jimin fosse gay e interessato a lui, sebbene per il momento maggiormente sul piano artistico da buon fan, stava diventa sempre più concreta.

«Oh, va bene. Allora ecco hyung, in realtà prima stavo davvero cercando qualcosa. Volevo vedere dove conservi la tua copia del CD del tuo primo mixtape» il tono che Jimin usò fu di nuovo più simile ad un pigolio, cosa che non poté non far sorridere il più grande.

«Vieni, te lo mostro»

Come Jimin aveva ipotizzato, Yoongi teneva veramente l'album nella sua stanza da letto. Quando varcarono la soglia, Yoongi accese la luce e si diresse alla loro destra verso un paio di mensole stipate di oggetti posizionate lungo il muro, al di sotto delle quali faceva bella mostra di sé una tastiera dall'aria molto costosa e professionale. Nell'angolo opposto alla porta, sotto alla finestra, era invece incastrata una scrivania interamente coperta da un computer, un impianto stereo, varie cuffie, cavi, spartiti, oggetti di cancelleria e persino qualche Bearbrick. Il resto della piccola stanza, notò infine Jimin, era occupato da un letto a due piazze, da un armadio e da una cassettiera sulla quale era ammucchiata una pila di vestiti.

Recuperato quello che cercava dalle mensole, Yoongi preferì ritornare indietro verso il salotto, spegnendo dietro di sé la luce della camera. Jimin lo seguì senza dire nulla, anche se dentro di lui avrebbe voluto osservare meglio il luogo in cui Suga componeva la sua musica. Una volta che si furono accomodati sul sofà, il rapper diede a Jimin alcune copie di uno stesso CD.

«Vedi, questa è la prima bozza di "Agust D" che ho inciso qui a casa, è abbastanza diversa dall'album definitivo. Questo, invece,- proseguì a spiegare Yoongi, mentre con il dito indicava la custodia del CD di cui stava parlando in quel momento -è la prima prova di stampa per la copertina. Infine questa è la copia definitiva che mi è stata inviata, mentre questa l'ho acquistata io stesso in negozio»

Jimin sfiorò quelle custodie come fossero reliquie. Le osservava in religioso silenzio e le maneggiava con cura. Yoongi si sistemò più comodamente sul divano mentre lo osservava divertito. Gli faceva uno strano effetto che qualcuno mettesse tanta cura nel toccare degli oggetti che gli appartenevano, considerandoli di chissà quale importanza. Nel frattempo Jimin aveva preso a studiare ogni dettaglio, mentre a turno apriva con cautela ogni jewel case per osservare il disco all'interno.

Una sorta di calore si diffuse per il corpo di Yoongi a quella vista, una specie di sereno torpore. Continuò ad osservare il ragazzo più piccolo mentre appoggiava la testa sul divano fino a che, senza nemmeno accorgersi, sì addormentò.

Kitty Night Club [BTS - YoonMin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora