1

2K 92 6
                                    

Harry e Ron la raggiunsero sotto un salice, ridenti e divertiti da qualcosa che si erano appena detti. Indosso portavano le divise da Quidditch e i loro capelli erano umidi di sudore per l'allenamento appena concluso. Posarono le scope all'albero, per poi lasciarsi andare in mezzo all'erba fresca, in compagnia dell'amica di sempre. Hermione sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo, per poi salutare i due:

"Come è andata?"

Harry scrollò le spalle: "Il solito. Qualche ammaccatura, ma nulla di che."

Ron annuì: "Penso che quest'anno la nostra squadra sarà assolutamente imbattibile, alla faccia dei Serpeverde!" si tese verso la ragazza "Non è che hai qualcosa da sgranocchiare, 'Mione?"

La riccia annuì. Afferrò la propria amata tracolla in stoffa e ne estrasse due semplici barrette di cioccolato babbane, di quelle senza zuccheri, come i suoi genitori le avevano insegnato. Ne pose una a Harry e una a Ron. Li vide accettare i dolcetti volentieri, per poi scartarli e addentarli. Una volta deglutito il primo boccone, il moro tornò a parlare:

"A proposito dei Serpeverde, ho sentito che Malfoy quest'anno non giocherà."

Hermione osservò l'amico: "Come mai?"

"Chi se ne importa." Replicò però secco il giovane Weasley, ormai conclusa la propria barretta, deciso ad accantonare l'argomento: "Senza Malfoy sarà solo più divertente."

Harry non lo ascoltò. Molto più calmo rispetto all'altro, diede un secondo morso alla merendina prima di rispondere alla ragazza: "A quanto pare ha deciso di frequentare delle lezioni supplementari di pozioni. Credo voglia farsi una carriera a partire da lì."

Hermione annuì, richiudendo il libro che teneva ancora in grembo.

"Ora che la sua famiglia è in disgrazia, non gli resta molta scelta." Commentò nel frattempo Ron, ostentando un tono vagamente malizioso. A lei non piacque, ma non disse nulla. D'altra parte cosa si sarebbe dovuta aspettare dal rosso? Lo conosceva ormai da parecchio, e non sarebbe cambiato solamente perché lei avrebbe scelto di riprenderlo di tanto in tanto. Ci aveva già provato, e comunque non le sembrava corretto. Decise di continuare a prestare attenzione a Harry:

"Porti Ginny al ballo?"

Il moro sorrise, scompigliandosi i capelli: "Certo, è la mia ragazza infondo. È ufficiale."

La riccia arricciò le labbra emozionata. Minerva aveva deciso di indire un ballo in onore di Hogwarts, dei sopravvissuti e della rinascita che l'intero mondo magico stava vivendo. Le era sembrata un'idea carina, perfetta per staccare la spina e allontanare i cattivi pensieri.

"Voi, invece, andate insieme?"

La ragazza guardò Harry, poi Ron. Lui sorrideva, assolutamente certo della risposta di lei. La grifondoro ricambiò l'espressione ingenua del rosso, per poi annuire: "Direi di sì."

Ronald non le aveva mai chiesto di andare al ballo insieme, ma dalla fine della guerra era diventato la cosa più simile a un fidanzato che la giovane avesse mai avuto: la teneva per mano, stava con lei più tempo possibile e la baciava sulle labbra quando rimanevano da soli, senza Harry. Eppure non se la sentiva di dire che si trattasse di qualcosa di ufficiale, dal momento che nessuno dei due aveva mai detto veramente nulla. Nella Camera dei Segreti si erano baciati, travolti da una scarica di adrenalina che dubitava avrebbe mai più provato, e da lì in poi le cose erano proseguite da sole. Non era accaduto molto, ma in parte era stato anche a causa sua e del fatto che fosse tornata a recuperare i propri genitori, e che avesse deciso di prendersi qualche mese da vivere esclusivamente nel proprio amato mondo babbano. Lo aveva fatto senza Ron e Harry, bisognosa di attaccare la bacchetta al chiodo per un po'. Era tornata in contatto con gli amici una volta ricevuta una nuova lettera per Hogwarts, e loro non le avevano domandato nulla. Se ne era sentita sollevata.

Se morissi stanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora