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Lumacorno era un insegnante che amava premiare gli studenti meritevoli, perciò quando Hermione Granger e Draco Malfoy gli presentarono il miglior veritaserum dell'intera classe, decise di offrire loro un piccolo regalo:

"Non posso consegnarvi qualcosa di pericoloso come il veritaserum stesso, ma mi sento di potervi dare qualcosa di altrettanto interessante." Sistemato dall'altro lato della cattedra rispetto ai due studenti, il professore si era voltato un istante, il tempo di afferrare due ampolle piccole quanto un'unghia. Al loro interno non potevano esserci che poche gocce di pozione, e Hermione la riconobbe all'istante, memore di averla già vista.

"Felix felicis." aveva dunque detto Lumacorno, allungandone una a Malfoy e una alla ragazza "Si tratta di una piccola dose, ma spero saprete usarla al meglio."

A quel punto li aveva congedati.


Una volta fuori dalla classe, Ron, Harry e Ginny la raggiunsero subito. Durante l'ora di lezione non avevano detto nulla e probabilmente tutti si erano aspettati che a creare la migliore pozione sarebbe stata proprio la più improbabile tra tutte le coppie, e Hermione se ne era sentita sollevata. Nessuno, comunque, sembrava avere notato lei e il serpeverde parlare in maniera del tutto normale, occupati in bisticci vari.

"La felix felicis, che ricordi! Come la userai, Herm?" le domandò infine Harry, dando voce al pensiero che stava attraversando la mente di tutti e tre. La riccia si strinse nelle spalle. Stavano camminando lungo i corridoi freddi dell'istituto; oltre le finestre filtravano pallidi raggi di sole e l'inverno sembrava approssimarsi con sempre più veemenza.

"Non ne ho idea." Era sincera. Ricordava in che maniera avesse avuto effetto sull'amico e non era certa di volersi sentire ancora meno sé stessa. Allo stesso tempo, però, pensare di potere essere felice di nuovo, anche se soltanto per poche ore, le faceva fremere la nuca per l'eccitazione. Si morse il labbro inferiore, per poi corrugare la fronte. La pozione era comunque qualcosa in secondo piano se messa a confronto con quanto aveva accordato appena pochi minuti prima con Malfoy.

"Come pensate che la utilizzerà lui?"

A domandarlo era stata Ginny, in maniera del tutto curiosa, evidentemente priva della cattiveria solita di Ronald nell'accennare a lui: Draco. La riccia la osservò. La giovane Weasley incalzò:

"Insomma, Draco Malfoy felice. Non so se l'ho mai visto."

Non lo aveva mai visto nemmeno Hermione. Poteva dire di averlo visto azzardare qualche sorriso qua e là nel corso degli anni scolastici, nonché sprecare molto tempo per importunare loro. Eppure faticò sinceramente a trovare un momento in cui avesse visto il biondo sorridere di qualche avvenimento felice. Sospirò. Come avrebbe usato la felix felicis?

Ron disse qualcosa; qualcosa di cattivo sul fatto che lo avesse sentito ridere parecchie volte in maniera maligna, e che probabilmente dovesse avere riso anche nel vedere Hermione torturata, stesa a terra.

La riccia arrestò il passo:

"Non ha riso." Mormorò poi fredda, guardando dritta negli occhi il suo ragazzo-non-ragazzo, sentendosi profondamente violata per la leggerezza con cui il rosso avesse deciso di parlare di quella cosa. Quella cosa che l'avrebbe segnata a vita e che le stava deturpando il braccio anche in quell'istante.

Il rosso parve non capire la reazione della giovane. Sbuffò: "Non avrà riso, ma non credere che abbia sofferto nel vederti lì."

La mora strinse i denti, sempre più adirata, mentre Harry e Ginny assistevano alla discussione, entrambi ben consapevoli che quanto stesse dicendo Ronald, questa volta, fosse decisamente più stupido del solito. Ma Hermione era sempre stata capace di gestirlo, no?

Se morissi stanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora