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Ginny le aveva domandato di farle compagnia a Hogsmade così da cercare insieme il vestito perfetto, come lo aveva definito lei. La riccia però non se l'era sentita, in parte siccome era certa che sarebbe stata tempestata da un'intollerabile quantità di domande da parte di passanti e commercianti riguardo la propria relazione andata in fumo, e in altra parte perché era già più che certa di cosa avrebbe indossato. Aveva domandato a Harry di informarsi, e il ragazzo era riuscito a scoprire che la notte del ballo sarebbero stati presenti vari giornalisti, pronti a immortalare la rinascita della rinomata scuola di magia. Perciò Hermione non si sarebbe mai potuta presentare in uno splendido abito a sirena, in velluto lucido, pronta a dare sfoggio di tutto ciò che quel dannatissimo articolo aveva cercato di rendere estremamente dettagliato e noto di lei. No. Sarebbe stata semplicemente sé stessa.

Era accaduto, alcuni anni prima, per la celebrazione del ballo del ceppo, che avesse faticato in lungo e in largo alla ricerca dell'abito perfetto, che potesse mettere in risalto tutte quelle parti di lei che erano cambiate nel corso degli ultimi anni, rendendola una teen-ager di bell'aspetto. Ma ora si sentiva più matura, nonché in tutt'altra posizione.

Aveva rivisto Draco il giorno prima, erano stati insieme nella Stanza delle Necessità e si erano toccati e avuti a lungo. Poco prima di congedarsi, lei gli aveva raccontato la propria idea in merito alla serata che li aspettava, e lui le aveva detto di trovarlo un piano decisamente elegante.
Lui si sarebbe presentato con Blaise, seppur non di propria spontanea volontà. Ma più perché la preside, Minerva, gli aveva caldamente consigliato di farsi vivo, dicendogli che, non facendo neppure una piccola apparizione, la propria immagine non ne avrebbe giovato. Hermione stava iniziando a conoscerlo e, soprattutto, a capirlo. E per questo aveva capito e percepito la sua sofferenza.
Non desiderava presentarsi al ballo ed essere additato, esattamente quanto lei non desiderava essere intervistata da una massa di giornalisti affamati di scoop. Ma lo avrebbe fatto per dimostrare qualcosa a sé stessa e a tutte le ragazze che, come lei, non si sentivano di volere essere collocate in una posizione preconfezionata. Perché, dopo averci pensato, preconfezionata le era sembrata l'intera immagine di lei come giovane, appetibile single famosa. E le aveva provocato disgusto per tutte quelle ultime settantadue ore.

Ora mancava veramente pochissimo. Entro pochi minuti Ginny avrebbe fatto il proprio ingresso nella stanza con uno splendido abito al ginocchio in raso rosso, dalle bretelle sottili e una lunga scollatura sulla schiena. Hermione si sistemò meglio i capelli opportunamente districati e lisciati in una coda di cavallo alta. Aveva scelto di indossare un completo a due pezzi, formato da un paio di splendidi pantaloni a vita alta neri, un blazer abbinato e un dolcevita dal collo alto bianco. Si era truccata appena, optando per un velo di mascara e una sottile linea di eyeliner, mentre ai piedi aveva indossato dei semplici tacchi non eccessivamente alti.
Era del tutto al corrente che stesse indossando un completo decisamente carino, appartenuto a sua madre in gioventù, ma quello che era certa avrebbe sorpreso chiunque, era il fatto che avesse scelto di scartare qualsiasi gonna, o merletto di troppo. Soprattutto dopo come l'avevano descritta. Ma, come detto in precedenza, desiderava essere sé stessa, ed Hermione si vedeva così: comoda con indosso i pantaloni, seducente nonostante l'assenza di scollature, e capace di lasciare chiunque a bocca aperta solamente con il proprio scaltro uso delle parole. Guardandosi allo specchio quella sera, si sentì matura e bella.

"Hermione, stai benissimo!"

La voce di Ginny la costrinse a voltarsi e a dimenticare l'ammasso di pensieri che le affollavano il cervello. Osservò l'amica, illuminata dal trucco, gli accessori e il vestito, e le sorrise timidamente:
"Credi che vada bene?"

La rossa le si avvicinò rapidamente, per poi passarsi tra le mani un lembo di stoffa del blazer: "Bene? È perfetto! Di fattura babbana?"

La riccia annuì.

Se morissi stanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora