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La domenica non si tenevano lezioni. Gli studenti non erano tenuti a indossare la divisa e dal terzo anno in poi era persino consentito recarsi a Hogsmade –se minorenni con il permesso dei genitori-, dove ci si poteva intrattenere tra negozi e tavole calde. Hermione aveva adorato, da piccola, girovagare per quel piccolo villaggio magico per lo più senza una meta precisa, ma ora era cambiato tutto. Da un po' di tempo a quella parte girovagare le era diventata un'attività decisamente angosciante, visto quanto fosse stata costretta a farlo per i boschi, nel corso della guerra magica. E le sembrava, logicamente, un discorso perfettamente comprensibile. Eppure quella mattina non si disturbò di spiegarlo agli amici, che tentarono più di una volta a convincerla a unirsi a loro. Si limitò a dire di avere la testa ancora dolente per gli alcolici bevuti la sera prima e di non sentirsi perciò particolarmente in vena di passeggiare e chiacchierare.

"Prenderò un antidolorifico e poi mi rinchiuderò in biblioteca." Disse a Ginny, che la osservava comprensiva dall'ingresso della stanza. La rossa annuì, per poi augurarle di rimettersi e di contattarla nel caso le fosse servito qualcosa.

Per qualche motivo sembrava più semplice dire ai propri amici che non era stata in grado di smaltire un drink, piuttosto che rivelare loro ciò che effettivamente la facesse sentire profondamente spaccata dentro, in un punto non del tutto chiaro del proprio spirito. E questo non andava bene.
L'intero escursus inerente a Ronald e al ballo l'avevano costretta a reagire e a comportarsi freddamente. Ora che però sembrava tutto perfettamente inamovibile come prima, aveva fin troppo tempo libero da passare da sola con i propri pensieri. Pensieri che, per l'appunto, faticava a confidare a qualcuno all'infuori di sé stessa. E Draco Malfoy.

Sospirò, per poi alzarsi dal letto e darsi una sistemata.



Il biondo contemplava l'ammasso di studenti parecchi metri di fronte a lui intenti a correre a fare colazione. Aveva tardato quella mattina, complice il fatto che fosse stato fino a notte fonda rinchiuso nella propria stanza, a bere whiskey incendiario e a pensare alla Granger, e nessuno si era premurato di svegliarlo prima, ovviamente, vista la sua poca disponibilità a parlare degli ultimi mesi.

Giunto a pochi passi dall'ingresso in Sala Grande, la sola idea di non potersi godere in pace neppure un pasto di domenica, lo innervosì tutto d'un colpo. Decise pertanto di non essere poi, tutto sommato, particolarmente affamato. Si voltò e iniziò a camminare dalla parte opposta rispetto al resto degli studenti. Immaginò in che modo avrebbe potuto buttare il proprio tempo in una giornata tanto piatta: volare con la scopa, leggere un buon libro o studiare. Lo irritò trovarsi a fantasticare di queste tre eventualità sempre in compagnia di quella determinata persona, e allora comprese che avrebbe potuto evitare di buttare quelle ore, decidendo invece di sfruttarle. Magari facendo l'amore. Dio, si sentiva come un vero imbecille.
Complice il proprio contratto di matrimonio ormai datato, il ragazzo non si era mai trovato nella posizione di domandarsi come sarebbe potuto essere trovarsi in una relazione con una donna. Si era sempre fatto imporre tutto dal padre, e questo aveva fatto sì che avesse mancato nel porsi un gran numero di questioni più o meno importanti. Ora iniziava a capire, e si sentiva spaesato come un bambino il primo giorno di scuola. Non sapeva mai come comportarsi, come definirsi e fino a che punto gli fosse lecito sbilanciarsi. E soprattutto quest'ultimo era un problema dal momento che la Granger aveva la straordinaria capacità di renderlo molto propenso a parlare di cose delle quali non avrebbe mai voluto fare parola con nessuno.

In generale, comunque, Malfoy non riusciva proprio a vedersi come il giovane che una qualsiasi donna avrebbe voluto frequentare. Era lunatico, evasivo e scaltro, spesso in maniere che sorprendevano persino lui stesso. Non importava che avesse deciso di intraprendere un personalissimo sentiero di redenzione, dal momento che ad oggi, ancora, gli sfuggivano molte nozioni di base: ad esempio, rammaricarsi per l'incrinazione del rapporto tra Hermione e Weasley. Forse era a causa della propria ambizione, e della conseguente consapevolezza che, per ottenere ciò che voleva –la Granger-, sarebbe potuto essere necessario sacrificare qualcuno –Ronald-. Ma a lui sembrava corretto ed equilibrato. Un sistema infallibile.

Se morissi stanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora