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Non le era servito che Blaise le dicesse altro. Per quanto persa si fosse sentita negli ultimi tempi, Hermione non si era mai abbassata a ritenersi una stupida, e per tanto aveva afferrato al volo il suggerimento fornitole dal ragazzo. E sarebbe stato immensamente facile lasciare il perimetro del castello per smaterializzarsi ai piedi dell'imponente maniero apparentemente alla famiglia Malfoy da secoli, ma qualcosa le impediva di farlo veramente.
Aveva trascorso la notte precedente in bianco, immaginandosi di varcare nuovamente le soglie di quella casa, attraversarne il salone buio e poi gridare per chiamare il biondo a sé, ma le erano mancate le forze di farlo concretamente. La ragione la conosceva fin troppo bene e le bruciava sul braccio ogni giorno della propria vita come un monito.

I ricordi.

Si sentiva terrorizzata alla sola idea di rivedere quella medesima sala nella quale era stata forzata a terra come un verme e dove era stata capace esclusivamente di gridare, piangere e domandare aiuto. Aveva creduto che non le sarebbe mai più stato necessario metterci nuovamente piede; che se avesse sepolto tutto nei meandri della propria memoria, non ci sarebbe più stato bisogno di dissotterrarlo. E non si era resa conto, proprio come una stupida, che in tal modo quel suo trauma non aveva fatto altro che prendere un'enorme quantità di polvere, diventato di proporzioni gigantesche.
La sola idea di tornare al Manor la terrorizzava e le faceva istantaneamente pizzicare gli occhi per la frustrazione.

Avrebbe potuto scrivergli, si era detta a un certo punto, messa all'angolo dalle proprie paure, ma aveva presto realizzato che sarebbe stato del tutto inutile e che Draco, guidato dalla sua proverbiale testardaggine mista a una punta di orgoglio, avrebbe semplicemente scelto di non scartare mai la busta, e di riporla magari da qualche parte, forse per sempre. Hermione aveva allora stretto i denti e colpito con forza il materasso sul quale era sdraiata.


Quella mattina, parecchie ore dopo la colazione, udì bussare alla propria porta. Non si domandò neppure chi potesse essere dal momento che era rimasta un'unica persona a rivolgerle la parola in tutto il castello, e rispose piano: "Entra pure, Harry."

Il ragazzo non attese oltre. Aprì lentamente l'uscio e si fece spazio all'interno del dormitorio quasi deserto, eccezion fatta per l'amica. La osservò ancora stesa tra le lenzuola rosse, con i capelli scompigliati e gli occhi gonfi per la stanchezza. Le rivolse un'espressione gentile, la salutò con un cenno e si accomodò in un letto vicino a quello di lei:
"Non sei venuta in Sala Grande, né a lezione."

La riccia sbuffò: "Non ho dormito. Non mi sento molto bene."

Il Ragazzo Sopravvissuto annuì evidentemente più a sé stesso che a lei, poi sospirò piano: "ti ho chiesto di non mentirmi."

Lei finse di non averlo sentito. Si sollevò a sedere: "Qualche professore ti ha chiesto di venirmi a controllare?"

Harry negò. Aveva notato il cambiamento d'umore dell'amica nell'esatto istante in cui Draco Malfoy aveva deciso di lasciare la scuola senza parlarne con nessuno. Il giorno prima, però, era cambiato ulteriormente nel pomeriggio, e non aveva idea del perché. Il fatto che ciò stesse portando Hermione a saltare persino le lezioni, poi, lo aveva messo a dir poco in allerta. Perciò aveva deciso di salire fin lì, affrontando le ostiche scale dei dormitori femminili. E si era persino ripetuto più e più volte ciò che si sarebbe potuto concedere di dirle e cosa invece non avrebbe fatto altro che atterrirla ulteriormente. Quindi non avrebbe dovuto farle presente quanto avesse ritenuto opportuna la decisione di Malfoy di andarsene, né quanto questo avrebbe aiutato la precaria posizione della sua immagine. Si inumidì le labbra:

"Sono preoccupato per te. Tu non salti le lezioni."

Era vero, si disse Hermione. Aveva commesso una gravissima svista quella mattina, scegliendo di non alzarsi dal letto. Si era aspettata che Harry lo avrebbe notato, ma si era al contempo augurata che Ginny lo avrebbe fermato da qualsiasi sua eventuale intenzione di raggiungerla.

Se morissi stanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora