Kym odia la matematica.
È una materia del cazzo. Piena di numeri e lettere incomprensibili, calcoli di cui non le frega niente.
Kym non è mai stata brava, l'idea di riempirsi la testa di calcoli le dà la nausea. Non le dispiace studiare, è interessante – e la distrae – scoprire informazioni nuove e sprofondare nei libri. Circondarsi di cultura e pagine quasi come se così potesse sentirsi meno sola – anche quando sola non è. Ha delle amiche, ma non può confidarsi con loro.
Annie ha i capelli biondi raccolti con una matita e le guance costellate da efelidi. «Si può sapere perché non mi hai dato la risposta dell'ottava domanda?», sembra piuttosto adirata, «siamo amiche, cazzo, dovremmo aiutarci a vicenda nei compiti.»
Kym sospira. Vorrebbe dirle la verità, e cioè che lei di matematica non ci capisce niente, invece trova una scusa per giustificarsi. «Sai che il professor Taylor non vuole sentire alcun bisbiglio. Se mi avesse sentita fornirti delle soluzioni avrebbe annullato il compito a entrambe.»
Annie sbuffa, alza gli occhi al cielo. «Non capisco perché ti preoccupi così tanto di lui, non è così severo. E in ogni caso sei la migliore del corso, quindi sei anche la sua preferita.»
Lo stomaco di Kym si aggroviglia, le viscere strisciano e sibilano. «Già, può darsi. Ma visto che sono la sua preferita, preferisco non rischiare.»
Kym si guarda intorno, gli studenti brulicano in cortile e si infilano nelle loro auto per tornare a casa.
Kym non ha un'auto, non ha abbastanza soldi per comprarla, e non riesce a tenersi un lavoro part-time per più di qualche settimana. Viene licenziata prima perché la trovano a fumare quando non è ancora l'ora della pausa. Non è certo colpa sua se ha già una dipendenza da nicotina.
Ha trovato un modo per guadagnare e fumare tutte le sigarette che vuole, in ogni caso. I soldi non le bastano ancora per comprare un mezzo di trasporto e scappare via da quel posto del cazzo. Però può comprarsi la marijuana, quando ne ha voglia, e non deve chiedere banconote ai suoi genitori.
Vorrebbe tagliarsi la pelle e fare un bagno nel succo di limone per anestetizzarsi.
Invece saluta Annie, poi prende l'autobus.
I suoi occhi incrociano quelli di Seth, il finestrino scorre in fretta ed è solo un istante. Qualche secondo in cui le sue pupille cupe le hanno ustionato la pelle, riempiendola di lievi sporgenze lungo tutte le braccia e la schiena – brividi.
Non si ferma a casa come dovrebbe, ma al cimitero.
È cupo, si sente meglio lì che fra le mura bianche della sua stanza. In entrambi i posti può ascoltare musica con le cuffie infilate nelle orecchie e dimenticarsi che il mondo esiste.
Le piace stare fra le lapidi e i fantasmi, gli spettri invisibili che la guardano dall'alto e in un modo contorto e insano la fanno sentire meno sola.
Non è andata a trovare nessuno. I suoi genitori sono vivi. I suoi nonni no, non più, ma non le interessa. Kym non prova affetto per gli esseri umani, le fanno schifo.
Le piace il cimitero perché è sempre vuoto. Non c'è mai nessuno, e anche se qualcuno passa da quelle parti non la disturba, non le parla. Nessuno fa baccano e può bearsi del silenzio – e, talvolta, delle preghiere senza speranza sussurrate a bassa voce, quelle di qualche passante che non ha un cazzo da fare e per tanto si reca lì a sprecare tempo.
Accende una sigaretta, la fuma fino al filtro. Sbuffa nuvolette di fumo che si amalgamano all'aria fredda. Poi si rende conto che è terminata, allora solleva una manica e se la spegne addosso.
Brucia. È un dolore lieve, è sopportabile. La pelle scricchiola con la carne, il labbro inferiore catturato fra i denti per non incrinare il silenzio, per non turbare l'atmosfera edenica.
Kym abbandona la sigaretta, la lancia con l'indice e il medio, poi si accovaccia con la fronte sulle ginocchia, se le stringe al petto e trema.
Vorrebbe solo che tutto smettesse di esistere.
Vorrebbe morire, non sentire più il dolore.
Il suo telefono vibra, fastidioso. Lo tira fuori, legge il messaggio.
Fa ancora più male.
Piange, non risponde. Lacrime scorrono sulle guance, ombretto nero e mascara che si sciolgono e creano una maschera terrificante di devasto e malinconia. Agonia sorda concentrata in un corpo efebico e bianco.
Solo i corvi possono raccogliere il suo pianto.
![](https://img.wattpad.com/cover/242758701-288-k520124.jpg)
STAI LEGGENDO
Eclissi di cenere
Horror[Completa] Seth e Kym sono stanchi di esistere. La vita è difficile, è una corsa continua, e non è adatta agli inetti, ai masochisti. Quando decidono di uccidersi le loro strade si incrociano di nuovo, ed è come tornare a respirare dopo un infinito...