Kym lo guarda con gli occhi spalancati, il corpo pietrificato dal terrore.
«Seth...»
Non riesce a pronunciare niente. Davanti a sé, i corpi distrutti delle sue due migliori amiche.
Kym dovrebbe provare dolore.
Senso di colpa.
Tristezza.
Invece non prova niente di tutto ciò.
«Non ti incazzare, l'ho fatto per noi», dice Seth, che sta spostando i due corpi in salotto, trascinandoli per le gambe. Non hanno più sangue da versare, sono inutili.
La vasca non si è riempita quasi per niente. Serve altro rosso, molto altro rosso. E non può certo usare la vernice.
La sua mente trema, instabile. Come può risolvere quel problema?
Diluire il sangue con l'acqua sarebbe a dir poco disgustoso.
No, deve farsi venire una buona idea.
«Seth», Kym trema, delle lacrime grosse quanto gocce di pioggia rimangono stazionate fra le ciglia, aspettano qualche briciola di lucidità per sgorgare e tingere tutto di sale. È confusa, non riesce a definire le sue emozioni, si sente solo completamente a soqquadro. «Seth, lo scopriranno, ci arresteranno, ci divideranno per sempre.»
Quelle sono le uniche parole che riesce a mormorare. La testa le fa male, pulsa dolorosa, e intorno a sé c'è troppo sangue, non ne ha mai visto così tanto. Il pavimento è rosso ovunque, le sporca i calzini e Kym indietreggia fuori dal bagno, spaventata.
«Lo so, dobbiamo essere veloci. Devi aiutarmi.»
Kym rimane immobile, troppo sconvolta per fare qualsiasi cosa, eppure non soffre. Non c'è dolore, dentro di sé, solo bianca apatia, e forse pallida rabbia che ha iniziato a scemare verso chiunque le abbia fatto del male.
Kym, però, in quel momento si sente anche libera, finalmente libera dalle catene che l'hanno sempre inchiodata al suolo, appiccicata con la colla a caldo a una vita disastrosa.
Lo vede trafficare con dei fogli e delle penne, li sporca di sangue perché ne ha le mani tinte. Non lo segue, non capisce quale sia il suo piano, né dove voglia arrivare. Meccanica, ancora sconvolta, quasi un pezzo di metallo senza emozioni, Kym si siede e lo ascolta, segue i suoi ragionamenti.
Seth inizia a fare una serie di calcoli. «Il corpo umano ha in media sei litri di sangue, quella vasca da bagno conterrà almeno centocinquanta litri di acqua, forse anche qualcosa in più.»
Kym inclina il capo, lo appoggia sul palmo della mano, continua a tremare e lo guarda. «Non ti seguo.»
«Ci servono circa trenta persone, Kym. Io devo andare a casa, ma tornerò subito. Tu, nel frattempo, scegli trenta persone, possibilmente persone disponibili stasera. Scrivigli, puoi anche usare il telefono di una delle tue amiche, se conosci la password. Dagli orari diversi, non possono arrivare tutti alla stessa ora. Dobbiamo iniziare subito, fra un'ora devono già iniziare ad arrivare.»
Seth si alza, si lava le mani per eliminare via il sangue, si cambia i vestiti in fretta.
«Seth, perché proprio trenta persone?»
«Poi te lo spiego, ora sbrigati», la liquida subito perché ha fretta, troppa fretta. Le lascia un bacio sulla fronte prima, non vuole che abbia paura. «Fra meno di un'ora sono qui, te lo prometto.»
☾
Kym ci mette un po' ad attivarsi.
Per un momento pensa anche di chiamare la polizia e dire tutto, ma si fida di Seth.
Non le succederà niente di brutto, devono solo rimanere insieme. Deve aiutarlo, perché lui si è fidato e le ha lasciato quel compito. Non lo può deludere, o lui finirà per abbandonarla. Kym sa di essere forte, è certa di poterne uscire pulita, indenne.
Conosce la password del cellulare di Annie. Ha una miriade di contatti, così Kym inizia a invitare persone a quella presunta festa, dà orari diversi, prega tutti di essere puntuali e di non presentarsi né prima, né dopo. Li incoraggia a portare da bere, in modo che tutto risulti credibile.
I numeri continuano a ossessionarla, anche se il professore la guarda con il cranio che gocciola in una bacinella appoggiata sulle sue gambe, il busto legato a una sedia e gli occhi vuoti, privi di qualsiasi espressione. Un rivolo sottile di saliva gli ha abbandonato le labbra, gocciolando lungo il mento, inzuppando il collo e la camicia logora, mescolato con il rosso.
Trenta. Mormora quel numero a ripetizione nella sua testa. Le servono trenta persone, deve trovarle tutte.
Seth, nel frattempo, tiene fede alla sua promessa, dopo quaranta minuti Kym sente una chiave trafficare con la serratura; è di nuovo a casa, ha uno zaino in spalla e sembra piuttosto pesante.
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Eclissi di cenere
Terror[Completa] Seth e Kym sono stanchi di esistere. La vita è difficile, è una corsa continua, e non è adatta agli inetti, ai masochisti. Quando decidono di uccidersi le loro strade si incrociano di nuovo, ed è come tornare a respirare dopo un infinito...