𝓝𝓸𝓿𝓮

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9 novembre 2020

Sono tornata in Olanda ma il motivo ancora non mi è troppo chiaro.
Forse avevo bisogno di cambiare aria o forse avevo semplicemente bisogno di allontanarmi da Max definitivamente.
Christian era stupito quanto me dalla sua decisione ma nessuno è stato in grado di farlo ragione e quindi, nel giro di poco, sono stata sostituita da una donna più matura, con molta esperienza alle spalle ma che non sarà mai in grado di conoscerlo come lo conosco io. Una donna che non saprà mai rispettare le sue, seppur nascoste, fragilità.

Ed è strano tutto ciò.
È strano non sentire Max da tre giorni.
O forse cinque.
O forse addirittura una settimana.
La verità è che ho perso il conto e, pian piano, non sentire il telefono squillare ogni venti secondi sta diventando straziante. Se fosse stata una sfuriata momentanea mi avrebbe richiamata rifilandomi una qualsiasi stupida scusa per farmi tornare, ma dato che non lo ha fatto, intuisco che tutto sia precipitato realmente.

Per non parlare di Isabelle che ha preso il mio ritorno come un segno del destino per buttare definitamente tutti i ricordi legati a Max. Ed infatti, mentre posa le sue felpe, le loro foto e tutti gli altri oggetti nelle scatole piange, facendomi stare ancora più male. Entrambe le sorelle De Graaf sono state abbandonate da Verstappen, il che teoricamente dovrebbe essere una benedizione ma il nodo che mi si forma in gola mentre vedo Isabelle guardare la maglia blu con il numero 33 sopra, mi fa capire che forse non lo è.

Lei è innamorata persa di lui.
Io invece, a modo mio, ci tengo.
Gli ho sempre dimostrato il mio bene attraverso la presenza, anche perché con Max tutto diventa mille volte più complicato.

Non gli si può volere solo bene, come non lo si può semplicemente amare.

Max lo si deve capire davvero.

«Dici che questa la devo tenere?» domanda Isabelle, riportandomi con la testa nella realtà. Guardo la foto che ha in mano e sorrido spontaneamente nel vedere che ritrae tutti e tre in vacanza a Toronto, sorridenti come non mai. Sorriso che però, su di me non è durato a lungo.

È stata la vacanza più bella della mia vita quella, se non fosse finita come io e Max sappiamo bene.

Ed è incredibile pensare che da quel momento, siano già passati cinque anni.

«No» sussurro, stringendo il cuscino del letto al petto. Lei mi guarda, in attesa che io le motivi la mia risposta ed effettivamente, non ha tutti i torti.
Isabelle è sempre stata convinta che tra me e Max ci fosse un ottimo rapporto, arrivando anche ad esserne gelosa in uno strano periodo della sua vita.
Di conseguenza ora, la mia reazione le sembra strana. «Devi liberarti di tutto ciò che riguarda la vostra relazione» spiego, mentendo.

«Ma ci sei anche tu...» mi fa notare.

Ecco appunto, motivo in più per buttarla.

Mi stringo nelle spalle e lei, dopo aver preso un respiro profondo ripone anche quel quadretto nella scatola. «Non mi hai detto ancora perché sei qui e non con lui» farfuglia, sistemando altri oggetti che Max le aveva regalato.

Rimango in silenzio, cercando una scusa da rifilarle. Raccontarle la verità le farebbe solo più male perché capirebbe che Max ha voluto tagliare tutti i ponti con lei ed ora, senza di me, non avrà più motivo di rivederla. «Okay non rispondermi ma almeno rispondi a Charles che ti sta chiamando» scherza, asciugandosi qualche lacrima scivolata sul volto.

Guardo il mio telefono sulla sua scrivania intento a vibrare ma non muovo un muscolo per andarlo a prendere.

Per un secondo poi, mi passa per la testa l'idea di invitare il monegasco a passare qualche giorno qui in Olanda ma subito dopo mi rendo conto che sia un pensiero pessimo. Charles ha bisogno di chiarezza in questo momento ed io lo userei solamente come psicologo nei migliori dei casi e come giocattolo anti-stress nei peggiori. Il che mi farebbe essere una pessima persona e lui non lo merita.

«Magari lo richiamo dopo» la informo, sdraiandomi sul letto.

La sua mandibola per poco però, non cade per terra. «No scusami, Charles Leclerc ti sta chiamando e tu te ne stai lì tranquilla sul letto?» esclama, enfatizzando bene il nome del pilota.

Annuisco distratta. «La mia sorellina si è per caso innamorata di qualcun altro?» domanda allora maliziosamente mentre posa tutti gli oggetti che aveva in mano sulla scrivania e si avvicina a me, sedendosi poi sul mio letto.

«Che diavolo stai dicendo Belle?» mi lamento, rigirandomi dalla parte opposta ma lei non me lo permette perché mi afferra per la spalla e mi obbliga a guardarla.

«Nessuna ragazza con la mente libera rifiuterebbe una chiamata di Charles.
Quindi ora dimmi chi è il ragazzo che ti ha rubato il cuoricino» sorride toccandomi il petto e parlando teatralmente.

«Non c'è nessuno» sbuffo mettendomi seduta. «È solo che...» inizio, lasciando poi la frase in sospeso.

Lei mi guarda ed io prendo un respiro profondo. «Mi sono licenziata» ammetto, distorcendo però la realtà per far soffrire mia sorella il meno possibile.

Isabelle mi guarda sconcertata, quasi sul punto di avere una crisi isterica.
Per mesi l'ho stressata con il mio sogno di voler lavorare nel mondo della Formula 1 ed ora che era tutto così perfetto, è finita.

«Che diavolo stai dicendo?» domanda, cercando di mantenere la calma.

Lei è stata la prima ad appoggiarmi quando ho firmato il contratto con la Red Bull, è stata la prima a dire a Max di trattarmi bene, è stata la prima a credere in me.

«Le cose con Max non andavano più bene ed io beh...non reggevo più lo stress» mento, nonostante ci sia della verità nella confessione.

Lei abbassa lo sguardo, capendo perfettamente quanto sia difficile avere a che fare con Verstappen. Forse, non c'è nessuno che può davvero comprendere la mia situazione meglio di lei.
Lei che lo ha amato fino all'ultimo e che lo ha sempre protetto, ad ogni costo.

«Max è così Elle» prova a farmi ragionare «Ma ti vuole bene» sussurra «Tanto bene» aggiunge, iniziando a giocherellare con il braccialetto che porta al polso.

La cosa peggiore è che lo so.
So che in fondo Max ci tiene ma non è buttandomi fuori dalla sua vita senza motivo che tutto si risolve.

«Magari si è arrabbiato per una discussione che avete avuto» ipotizza ed apprezzo il fatto che stia cerando di aiutarmi nonostante pronunciare il suo nome le faccia davvero male.

Inizialmente annuisco distrattamente poi alzo la testa di scatto, ricordandomi del perché Max ha iniziato ad evitarmi.
E solo un nome passa per la mia mente: Charles.

Di conseguenza, ora so cosa fare per poter parlare di nuovo con Verstappen.

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Capitolo di passaggio, il prossimo invece sarà davvero molto importante per questa storia. Ripeto, non so ancora come andrà a finire perché voglio lasciarmi trasportare dalle emozioni che provo quando scrivo quindi è un finale tutto aperto. Detto questo vi ringrazio di cuore per il sostegno che state dando a questa storia, per me è davvero importante.
Per non parlare delle mille visualizzazioni, grazie ancora.

Inoltre, se avete quattro minuti del vostro tempo da perdere vi lascio qui sotto la canzone dalla quale questa storia è ispirata perché secondo me descrive al meglio la situazione che c'era, che c'è e che ci sarà tra Max ed Elle.

Grazie mille❤️

𝗘𝗺𝗽𝘁𝘆 𝘀𝗽𝗮𝗰𝗲 ||𝐌𝐚𝐱 𝐕𝐞𝐫𝐬𝐭𝐚𝐩𝐩𝐞𝐧||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora