𝓠𝓾𝓪𝓽𝓽𝓸𝓻𝓭𝓲𝓬𝓲

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2 dicembre 2020

Max

Fisso il soffitto pensando a tutto quello che è successo. Ho fatto tanti errori, ma mai così grandi. Volevo averla accanto a me e l'unica cosa che ho ottenuto è stato l'effetto contrario. Ho sempre avuto quest'attitudine ad allontanare le persone, a far perdere loro la speranza di starmi accanto, a farmi mandare a quel paese definitivamente a causa del mio carattere apparentemente arrogante ma con Eleonore tutto era diverso.

Lei c'è sempre stata.
Quando urlavo, quando piangevo, quando ridevo, lei era lì al mio fianco.
E ha ragione quando dice che sono un egoista perché raccontare tutto ad Isabelle è stata una mia decisione, scaturita dal volere la mia felicità.
Di conseguenza, non la biasimo adesso che ha deciso di non rispondere più alle mie chiamate o ai messaggi.
Prima c'era la Red Bull che, in un modo o in un altro, ci teneva uniti. Ed anche in questo caso, per un mio capriccio, ho rovinato tutto.

«Buongiorno»

Sposto lo sguardo alla mia destra mentre sento la figura minuta al mio fianco muoversi leggermente, facendo scricchiolare il letto.

Lei allunga un braccio e posa la sua mano sul mio petto ancora scoperto.

Eppure, non fa nessuno effetto il suo tocco.
A stento lo percepisco.

«Buongiorno» sussurro ritornando a fissare il soffitto, pentendomi immediatamente della scelta che ho fatto ieri sera. Uscire con Daniel sembrava la cosa giusta da fare in prossimità di un week end di gara, ma lasciarlo da solo al bar per tornare a casa e scopare con Jen non è stata invece una buon'idea.

Lei lo sa che tra di noi non c'è nulla di vero, eppure sembra andarle bene.
E anche in questo caso mi faccio schifo da solo. Jen è una bella ragazza, forse un po' stupida, ma non si merita di essere usata come giocattolo anti- stress mentre nella mia testa, questa notte, avrei voluto avere solamente Eleonore nel mio letto.

«Vado a farmi una doccia, vieni con me?» domanda provocatoria mentre si sporge e baciarmi il lobo dell'orecchio. I suoi capelli ricci mi solleticano il volto ed in un'altra occasione non me lo sarei fatto ripetere due volte. Ma oggi no.

Scuoto la testa leggermente e la sento sospirare. L'ultima cosa che voglio è che ci resti male ma fin dal principio avevo messo le cose in chiaro.

«Va bene...» bisbiglia «Se cambi idea sai dove trovarmi» conclude prima di lasciarmi un rapido bacio a stampo sulle labbra per poi alzarsi e dirigersi a passo svelto verso il bagno senza preoccuparsi di coprire il suo corpo.

Una volta che la porta in legno si è chiusa, rilascio uno sbuffo di frustrazione mentre mi passo nervosamente una mano sul viso. Vorrei urlare, lanciare qualsiasi cosa contro il muro ma so che Eleonore non sarebbe qui a calmarmi e quindi evito di fare pazzie, dato che senza di lei controllarmi risulta difficile.
Sono impulsivo, è vero. Ma con lei ho fatto tutto con una calma quasi angosciante perché aspettare cinque anni non è da tutti. Neanche da me.

Senza neanche voltarmi afferro il mio telefono dal comodino in legno dovendo tastare più volte la superficie per trovarlo.
Come immaginavo, sullo schermo non compare nessuna sua notifica.
È così dannatamente fastidioso pensare che lei sia esattamente nell'appartamento al piano sopra il mio, mentre sembriamo così distanti.

Apro la sua chat senza neanche riflettere e l'idea che io l'abbia tempestata di messaggi anche ieri prima di uscire con Daniel mi devasta.
So che lei sarà presente al Gran Premio di Sakhir, sotto invito speciale di Carlos, ma so anche che non potrò parlarle perché lei non me lo permetterà.

𝗘𝗺𝗽𝘁𝘆 𝘀𝗽𝗮𝗰𝗲 ||𝐌𝐚𝐱 𝐕𝐞𝐫𝐬𝐭𝐚𝐩𝐩𝐞𝐧||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora