𝓢𝓮𝓭𝓲𝓬𝓲

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8 dicembre 2020

«Si Carlos, sto andando!» esclamo, mentre lo spagnolo, dall'altra parte del telefono, continua a dirmi di fare veloce.

Una volta che il taxi si è fermato davanti all'hotel, scendo dopo averlo pagato e a passo svelto mi dirigo all'interno dell'edificio con ancora il borbottio di Sainz nell'orecchio. «Si può sapere come hai fatto a dimenticarti il telefono?» domando, non capendo come si sia accorto di averlo lasciato nella sua stanza solo due ore dopo aver finito gli allenamenti in palestra. Per non parlare del povero Lando che ha dovuto prestargli il suo solo per fare questa chiamata che sta durando da mezz'ora buona.

«Seidl mi ha messo fretta questa mattina, non è colpa mia!» si giustifica mentre io raggiungo la hall e mi avvicino alla reception.

«Salve signorina» mi sorride la donna cordialmente.

«Salve, sono l'assistente di Carlos Sainz, avrei bisogno della chiave della sua camera» le spiego mentre lei, sembra impanicarsi leggermente. La osservo attentamente mentre ridacchia e si muove da una parte all'altra per assecondare la mia richiesta.

«Uffa, suonava così bene, peccato che hai scelto Max» sento lo spagnolo lamentarsi ed allora decido di buttargli giù e di mettere il telefono in tasca.

Però è vero, alla fine ho scelto di restare alla Red Bull. Per me Max certamente, ma anche per me stessa.
Entrambi sappiamo che quello che stiamo creando potrebbe essere la cazzata più grande della nostra vita, quella che ci separerà definitivamente ma abbiamo comunque deciso di non pensarci e di provarci, senza farci troppe paranoie.

«Lei è Eleonore De Graaf?» chiede titubante  la donna mentre cerca la chiave. Io mi limito ad annuire, risvegliandomi dai miei pensieri. «Tenga» mi porge poi il mazzo, sorridendomi in maniera fin troppo esagerata.
La ringrazio educatamente e poi mi dirigo verso l'ascensore, ignorando il fatto che Carlos mi stia richiamando. Metto il telefono in modalità aereo mentre lentamente raggiungo il piano della sua camera.

Picchietto il piede sul pavimento in attesa che le porte metalliche si aprano in fretta e solo quando il mio desiderio viene esaudito, mi precipito verso la stanza di Carlos.
Non so bene perché tra tutti sia dovuta tornare io in albergo da sola, ma ho evitato di obiettare solo perché mi ha promesso di offrirmi una pizza se lo avessi accontentato.
E per la pizza si fa tutto.

Inserisco la chiave nella serratura abbastanza svogliata e solo quando apro la porta, per poco non perdo l'equilibrio sul posto.

Il letto matrimoniale dello spagnolo è ricoperto di petali di rose, intorno ci sono delle candele accese e negli angoli della camera, ci sono alcuni palloncini rossi.
Rimango per qualche secondo interdetta non capendo cosa stia succedendo e sicuramente la risposta non comprende un Carlos improvvisamente innamorato di me.

Per questo motivo chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino titubante al letto.
Magari qualche ammiratrice voleva fargli una sorpresa ed io sto rovinando tutto.
Infatti una parte di me vorrebbe far finta di nulla ed uscire, ma l'altra parte si incuriosisce quando nota una busta sul letto con su scritto il mio nome.

Per quanto gli voglia bene, so che questa non è opera di Carlos.
Mi vuole un mondo di bene certo, ma non è decisamente innamorato di me.

Sorrido da sola scuotendo la testa e mi siedo sul materasso afferrando quel foglio di carta con le mani leggermente tremanti.
Apro la busta e con delicatezza tiro fuori la lettera, intuendo quello che sta accadendo nell'istante in cui sento il profumo di Max provenire dalla carta.

È tutto così surreale.

Prendo un respiro profondo, dopodiché acquisto il coraggio necessario per iniziare a leggere.

𝗘𝗺𝗽𝘁𝘆 𝘀𝗽𝗮𝗰𝗲 ||𝐌𝐚𝐱 𝐕𝐞𝐫𝐬𝐭𝐚𝐩𝐩𝐞𝐧||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora