«Tre, due, uno...via!» dico a Jacob iniziando a mangiare come un camionista ubriaco.
«Vincerò io» dice con la bocca piena di hot dog. «Credici, perdente» dico quasi strozzandomi.
Stamattina abbiamo scommesso 5 dollari su chi mangerà più hot dog. Oggi le lezioni sono finite prima, quindi ne abbiamo approfittato per andare a comprare 10 sacchetti di essi a testa.
Ho lo stomaco che è un pozzo senza fondo, quindi direi che non ho problemi, ma oggi di mangiare non se ne parla proprio, dopo ciò che è successo ieri sera. Dopo che quel ragazzo se n'è andato, ho preso altri 5 bicchieri di whisky, quindi le condizioni di certo non erano ottimali.
Mi tengo la testa fra le mani, smettendo di mangiare, per colpa di un allucinante mal di testa. Jacob se ne accorge, e si ferma «Tutto okay?» chiede preoccupato.
Sorrido. Certe volte è così premuroso nei miei confronti, però è molto ansioso e tende subito ad andare nel panico se mi succede qualcosa. Ormai da quando siamo piccoli è così.
«Si, solo un po' di mal di testa» dico alzando lentamente il capo prendendo dal mio zaino le mie amate sigarette.
Lui mi rivolge uno sguardo severo «Ti sei sbronzata ieri?»
Sospiro, ormai è inutile nascondergli le cose. Annuisco, prendendo l'accendino dalla tasca e portandolo vicino alla sigaretta.
«Devi smetterla Jane, quand'è che lo capirai?» mi dice guardandomi male. «Non posso farci niente» dico scrollando le spalle.
Lui si arrabbia «Non puoi farci niente? Devi crescere e maturare, non serve a nulla farsi del male così, devi andare avanti e buttarti tutto alle spalle» alza un po' di più il tono, poi si calma «Sei ciò di cui fai uso, Jane. Sei come il whisky, sembri così innocente ma sei così amara. Sei come il whisky perché se qualcuno ne fa uso, poi non ne fa più a meno, però fa male, davvero male. Se qualcuno ti conosce non può più farne a meno di te, però c'è un prezzo da pagare - si ferma, prendendo un piccolo respiro- si deve condividere una piccola parte del tuo dolore, e fa dannatamente male. Sei come la sigaretta che hai adesso in mano, sembri così innocua e superficiale, ma sei letale. E tu, Jane, sei come quella sigaretta, perché ti stai consumando lentamente senza che tu nemmeno te ne accorga»
Sto in silenzio, sapendo che il mio migliore amico ha ragione. Mi sto consumando come una sigaretta, ma non posso smettere di farne a meno come il whisky. E mi dispiace molto che queste cose debba sentirmele dire dal mio migliore amico, ma è una spirale in cui la via d'uscita è impossibile da trovare. Sono persa in un labirinto, e l'EXIT è molto lontano da dove ora io mi trovo.
«Mi dispiace» è tutto ciò che riesco a dire.
Lui si alza, prendendo con sé i restanti hot dog «Devo andare» sussurra alzandosi dalla panchina su cui ci eravamo fermati per poi incamminarsi verso casa.
Prendo un lungo e profondo respiro «Che giornata del cazzo» mormoro passandomi una mano sulla faccia.
Bene, e ora che me ne faccio di tutto questo cibo?
Mentre cerco un cestino in cui buttare questa roba, inizio a sentirmi osservata. Mi guardo ripetutamente intorno, eppure non c'è nessuno.
Forse sto diventando trpppo paranoica.
Sto per uscire dai cancelli dell'inferno per tornare a casa, ma da lontano vedo una figura venire dalla mia parte tutta arrabbiata. Ma lei è la ragazza dark che ho incontrato il primo giorno!
Lei mi supera, senza fare caso alla mia presenza, ma sento che devo parlarle.
Quindi la richiamo «Ehi tu!» le urlo da dietro.Lei si gira, guardandomi confusa «Nana?» chiede.
Cristo ma perché deve essere così irritante?
Sbatto un piede a terra «La smetti di chiamarmi così?» le dico arrabbiata. Lei, dal cipiglio che aveva passa ad un sorriso divertito «No, mi diverto a far irritare la gente.»
«Beh non far irritare me.» la fulmino con lo sguardo stringendo leggermente i pugni.
«Va bene, lattina.» e decido di non rispondere prima di prenderla a calci.
Mi scruta con quei due occhi azzurri e in quel colore vedo gli stessi occhi di papà.
«Stai bene?» chiede dopo poco cambiando il tono della voce.
Faccio finta di non aver sentito e guardo i suoi auricolari, tra l'altro mezzi rotti, mi ricorda qualcuno.
«Che ascolti?» le chiedo facendole segno di sedersi accanto a me sull'erba.
«i Queen, non penso che tu li conosci» alza gli occhi al cielo.
Ancora sto gruppo, oh James.
«Si lì conosco, anche fin troppo bene a dire il vero.» sbuffo e le si illuminano gli occhi.
Mi guarda sognante e io ridacchio stendendomi sull'erba, chiudendo gli occhi.
«Tu che genere di musica ascolti?» mi domanda dopo un po'.
Il vento mi scompiglia i capelli nello stesso istante in cui il sole inizia ad illuminarmi il viso, mi appoggio al tronco di un albero nascondendomi all'ombra per il fastidio della luce e torno a guardare la ragazza dark.
«Non ascolto un genere particolare, sento una canzone e o mi piace o non mi piace.» mi squadra il volto come per capire se sto dicendo la verità e accenna un sorriso.
«Sembri simpatica, nanetta.» afferma pizzicandomi leggermente una guancia.
"Tu per me ora non lo sei" le direi, ma non è il caso di far fuggire qualcun altro che cerca di entrare nella mia vita.
Sono le 17 del pomeriggio eppure il parco è quasi vuoto rispetto alle altre volte.
«Jane.» scandisco il mio nome prendendo un altra sigaretta, la accendo e chiudo gli occhi, prendendo un grande sospiro.
Mi aspetto che mi critichi per questa cosa, dicendomi quelle classiche frasi come "il fumo fa male" e invece non lo fa, rimane a guardare il cielo, con i Queen nelle orecchie e un espressione pensierosa in volto.
«Amber.»
Spazio autrice
ciao a tutti! chiamatemi mor :)
ecco il 4 capitolo della storia che sto scrivendo, mi ci metto sempre molto d'impegno e ho postato anche se le 1:20 non sono un orario proprio sobrio HAHHAH.
Come andrà con Amber?
Jane rinconterà il ragazzo del bar?
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Game over.
ChickLitNulla è più stancante di una famiglia distrutta, un pessimo carattere e un omicidio irrisolto alle spalle. Per Jane è cosi. Bocciata due volte, scrupolosa come non mai e al suo fianco suo fratello e il suo migliore amico. Peccato che nel suo piccol...