capitolo 13

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Jane's pov

Sono passati 3 giorni da quando ho scoperto dell'omicidio del padre di Scott.

3 giorni in cui ho evitato James, tra il voler dirglielo e il voler tenerglielo nascosto.

Com'è possibile che sia successo anche a lui? Lo stesso anno e lo stesso giorno?

Mi sembra ormai palese che sia stato organizzato, ma le domande rimangono comunque tante.

Perché? Perché proprio mio padre e il suo?
Chi è stato? Che organizzazione c'è sotto?
Perché hanno voluto portarmi via una delle poche persone che era al mio fianco?

Troppo spesso muoiono quelli che non se lo meritano.

Devo parlarne con James? Non lo so.
E a essere sincera non so nemmeno perché sono insicura sulla scelta di dirlo o meno.
È qualcosa, potrebbe aiutarci a scoprire di più, ad arrivare ad una prova o a qualche indizio fatale.

Eppure non voglio mettere Scott in mezzo a questa storia. E mi viene quasi da ridere a pensarlo perché non me ne importa più di tanto di lui.
Ma non voglio rischiare di metterlo in qualche casino.

Non voglio che succeda quello che è avvenuto con Nathan.

«Terra chiama Janee» mi sventola una mano davanti la faccia e io scuoto la testa tornando alla realtà.

Tendo molto a sognare ad occhi aperti.
Inizio a pensare qualsiasi cosa, anche semplicemente usando l'immaginazione, ed è come se tutto ciò che ho attorno si spegnesse. Come se non sentissi più nulla.

Il corpo c'è, la mente no.

«Ci sono, sono qui» dico e Jacob mi guarda un po' titubante.

Oggi l'ho convinto a pranzare con me a mensa e fargli conoscere Amber.
Dopo il pranzo che le offerto l'altro giorno ci siamo viste più spesso, abbiamo ascoltato musica insieme sul pullman e ho scoperto che le piace molto Shawn Mendes.

Già ha guadagnato punti con me la ragazza.

Approposito, ma quanto ci mette ad arrivare?

«A che pensi Jane? Sai che puoi dirmelo» mi dice serio.

Mi osservo le mani, notando le cicatrici che si trovano sulle mie nocche «Tre giorni fa ho abbracciato una persona, o meglio, mi ha abbracciato ed io ho ricambiato. Io ho ricambiato Jacob, capisci? Perché l'ho fatto? Io non lo faccio praticamente..mai, o semmai se qualcuno ci prova lo prendo a pugni. È strano»

Quando mi ha abbracciato ho provato una sensazione particolare.
Mi sono sentita piena e il tempo si è come fermato, come se potessi finalmente respirare.

Merda. L'ho pensato davvero? Sarà solo lo stress.

«Non abbracci qualcuno che non sia me o tuo fratello da, beh..lo sappiamo -evita di fare il nome di mio padre-. Non ti chiedo chi sia perchè so già che non me lo diresti, quindi, come ti ha fatto sentire?»

Alzo lo sguardo e i miei occhi incrociano i suoi, anche se non li sto guardando davvero, sto pensando a com'è guardare i suoi «Completa»

Un momento, gli occhi di Scott Cooper?

«Buongiorno nana!» arriva sedendosi difronte a me al tavolo.

Alzo gli occhi al cielo e lei si gira verso Jacob, il quale fa un sorriso timido, si gratta la nuca e le porge la mano. Lei ridacchia e ricambia la stretta, ed entrambi si presentano.

«Mio dio, siete proprio noiosi» dico, dopodiché prendo il mio panino dallo zaino.

Jacob e Amber parlano della scuola, dei loro hobby e dei viaggi che hanno fatto.

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