Belva e onda

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Attenzione: questo racconto è stato scritto per il contest "Only Music Believers" di Warrior_888 . Era richiesto di scrivere una storia ispirandosi a una canzone, e ho scelto Bohemian Rhapsody dei Queen. Nonostante non siano presenti scene forti, il tema trattato potrebbe disturbare persone particolarmente sensibili. Se notate un'assenza di virgole in alcune parti, delle ripetizioni di parole o frasi o una formattazione "strana" o mancante di maiuscole, l'effetto è voluto.
Non me ne intendo per nulla di psichiatria, perciò questo testo vuole solo essere opera di fantasia e non pretende di rispecchiare nessuna condizione in modo realistico. Buona lettura!

Sarebbe così bella, la realtàmolto più che un sogno di vitale colonne nel deserto salatotengono su

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Sarebbe così bella, la realtà
molto più che un sogno di vita
le colonne nel deserto salato
tengono su

tengono su

il cielo buio

e il vento comunque soffia...

se solo aprisse i calici di fragole rosse
e il coniglio della domenica non saltasse più...

Eccoci qui per un'altra chiacchierata, Jude.

Resta lì, non occorre che ti alzi. Lo ha detto il dottor Ferri: "nella vita bisogna imparare a prendersela comoda". Si può passare anche un giorno intero a letto, oh sì, anche due o tre giorni, basta che qualcuno poi ti porti da mangiare.

Non c'è niente di male, finché continui a bere, mangiare e prenderti cura di te!

Sai, una volta ho anche scaricato una mezza dozzina di quelle app che ti insegnano la meditazione, l'ayurveda o robe del genere. Senza che me ne accorgessi, il mio telefono si è trovato pieno di quella spazzatura.

Alla fine, le ho cancellate tutte quando hanno cominciato a importunarmi chiedendomi soldi, come parenti mai visti che sbucano fuori dal nulla dopo che hai vinto la lotteria. Denaro e ancora denaro, il vero motore del mondo!, per fare – tra l'altro male – la stessa cosa per cui pago profumatamente il dottor Ferri. Ma lui è un tipo a posto. È italiano.

Beh? Che c'è, perché mi guardi con quello sguardo fisso? Ah, già. Forse sto divagando di nuovo. Una volta me lo ha fatto notare anche il dottore, non ricordo se prima o dopo avermi prescritto gli antidepressivi. Quel giorno lì, ho comprato subito uno dei quei simpatici porta pillole colorati, con uno scomparto per ogni giorno della settimana. E subito dopo la domenica c'era disegnato un coniglio, come quelli dei cartoni animati. La signorina alla cassa mi ha guardato un po' male quando l'ho comprato. Lei non era nemmeno molto carina, ma per quella volta ho lasciato perdere: era una giornata bellissima.

Una volta a casa, ho seguito di nuovo i consigli di quel bravo dottore e, davanti allo specchio, ho parlato con Jude. Il vero problema è che, a volte, quando io (o, più in generale, qualcuno a cui è stato detto, come a me, "lei ha qualche problema!") mi metto davanti allo specchio, e mi vedo là dietro al vetro, mi prende un sentimento bizzarro.

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