Capitolo 25

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Anna

Il mio sguardo è fisso sulla mano di Noah. Aiuto... Non ci posso credere: ha davvero rotto il vetro della macchina di mia madre per prendere il mio inalatore?

«La tua mano...» sospiro.
«È solo un piccolo taglio, ne ha viste di peggio» ridacchia gli occhi marroni fissi su di me, «Ma mi farebbe comodo se mi prendessi quella benda lì dietro.»

Guardo i sedili posteriori e mi chino a prendere la benda appoggiata su di uno di essi.

«Faccio io» dico, e lui mi dà il disinfettante.

Mi acciglio, leggermente divertita.

«Davvero hai il disinfettante in macchina?» chiedo, prendendolo e disinfettando la ferita.
«Già. Ross si preoccupa troppo» dice con un sorrisino.

Non ci siamo visti da un po', ma è bello sentire di nuovo la sua voce.

È davvero bello, dannazione.

«Come mai eri ancora qui?» chiedo: in effetti pensavo fosse andato via da un bel po'.
«Ero uscito da dieci minuti, stavo chiamando Ross» e quando dice il nome del suo amico fa una smorfia.
«Okay. Grazie... per l'inalatore» dico, mentre finisco di avvolgere la benda sulla sua mano.
«Non ti preoccupare, distruggere il finestrino della macchina di tua madre è stato divertente» ridacchia, e io alzo gli occhi al cielo, «Le fai spesso?»

Ci metto qualche secondo per capire di che cosa sta parlando.

«Le crisi d'asma? No. Cioè in questi ultimi mesi ne ho fatte di più della norma. Penso sia a causa dello stress» dico, guardando fisso davanti a me.

Mi rendo conto che sto giocherellando con le sue dita, e mi tiro indietro di scatto.
Non avrei mai pensato che la pelle delle sue mani color cioccolato fosse così liscia e dolce.

Lui non sembra essere a disagio: «Non credo di aver mai visto una persona così ansiosa» ride, e i suoi riccioli gli ricadono un po' sugli occhi. Noto che i suoi capelli si sono un po' allungati da quando è venuto qui per la prima volta, e sinceramente, ora desidero ancora di più passarci le mani. Sospiro, ma sorrido anche io.

«Devo andare a studiare» dico e mi metto le mani sugli occhi.
«Annalisa, sono le sette di sera. Non pensi sia l'ora di smettere?» mi rimprovera.
«Mi chiamo Anna. Ma forse hai ragione...» rifletto.

Sì, per oggi niente studio, non ne avrei nemmeno la forza. Con tutto quello che è successo...

«Noah? Ho appena realizzato una cosa» dico dopo qualche secondo.
«Che cosa?»
«Sono di nuovo in debito con te» borbotto.

Lui si gira verso di me e un sorriso dolce si fa spazio sul suo viso.

«Già. In realtà ci sarebbe un modo per ripagarlo» dice, e ... perché ho aperto quella cazzo di bocca?
«Okay mi stai facendo paura» dico passandomi la mano sulla bocca.
«Vedi, stasera devo andare a cenare fuori, con Ross e...» esita, «E la sua ragazza» dice.
«Oddio... Buona fortuna» dico strabuzzando gli occhi, ma poi realizzo che cosa vuole da me.

Ah...

«Vuoi che venga anche io, giusto?»
«Ti prego, non ce la posso fare da solo. A meno che voi due non abbiate fatto pace... La tua amica non mi piace» si lamenta.
«Abbiamo fatto pace, però io faccio davvero schifo in queste cose» ribatto scuotendo la testa.

Giada, Ross, Noah ed io? Andrà a finire male, lo sento.

«Non è vero, sei brava a fare conversazione! Ti prego!! Voglio fare un piacere a Ross, ma senza di te non ci vado» incrocia le braccia al petto, mettendo sù il broncio.

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