Anna
Arrivata al cancello provo a spingerlo, ma non si smuove di un millimetro: è chiuso.
Dopo aver passato le due ore con James, lui mi ha riaccompagnata a casa, per poi sparire dentro la sua, lasciandomi sola. Stare con lui mi ha fatto del bene: non solo perché vederlo dopo così tanto tempo mi è piaciuto, ma anche perché mi sono accorta che il nostro rapporto non è cambiato come credevo. Pensavo che il suo viaggio all'estero ci avesse allontanati e che lui avesse capito che stare senza di me era piacevole, ma a quanto pare mi sbagliavo: le sue braccia sono sempre lì per me, e anche i suoi occhi, e purtroppo anche le sue lacrime.
Continuo a provare ad aprire il cancello, ma visibilmente mio padre dev'essere tornato a casa ed averlo chiuso lui. Suono il campanello, ma nessuno mi viene ad aprire.
Grandioso.Sospiro e mi metto una mano sulla fronte, rassegnata a dover restare fuori finché mia madre non si accorgerà che le due ore sono passate, quando sento il rumore della porta di casa che si apre. Mi alzo sulla punta dei piedi per sbirciare e capire di chi si tratta, e quando vedo dei capelli ricci scuri sorrido.
«Noah!» lo chiamo, facendo un gesto con la mano.
Non so se questa cosa che sento nella pancia ogni volta che lo vedo è normale, ma faccio finta di niente quando apre il cancello e si ritrova davanti a me in tutta la sua bellezza.
Indossa una maglietta bordeaux a maniche corte, piuttosto larga, che a mio dispiacere non mostra molto i muscoli del suo petto, ma gli dà un'aria molto dolce. I pantaloni invece sono dei jeans neri, e quando torno a guardare il suo viso intravedo una punta di fastidio, che sparisce appena mi vede.
«Anie, ciao» sorride, mostrandomi i denti.
«Tutto bene?» chiedo, solo per essere sicura: non mi piace vederlo turbato.
«Ho incontrato tuo padre. Per la prima volta» alza le sopracciglia arricciando il naso in una smorfia buffissima, e faccio fatica a non ridere.
«Ah» mormoro.Mio padre è quello che qualche giorno fa mi ha detto di stargli lontana e di non frequentarlo più.
«Già. Hai un'idea del perché mi odia?» si acciglia, mettendosi una mano dietro la nuca.
«Non ti odia, ha solo molti pregiudizi» cerco di non offenderlo.Insomma, mio padre è il tipo di persona che quando vede qualcuno vestito tutto di nero, con dei tatuaggi e dei piercing, pensa subito sia o un tossico o un terrorista. Però Noah non ha quell'aspetto: per questo non ho ancora capito perché i miei sono fissati sul fatto che con lui non ci devo stare.
«Pregiudizi? Ma se sono adorabile?» fa un sorrisetto che, in effetti, è adorabile.
«A quanto pare il tuo fascino non fa colpo su tutti...» alzo le spalle.
«Su te ha fatto colpo però» il suo sorriso diventa malizioso.Mi prende per la nuca e mette le sue labbra sulle mie. Mi sciolgo fra le sue braccia, ma mi tiro indietro a malavoglia: «Noah... già gli stai antipatico, se ci vede così ti licenzierebbe» ridacchio un poco.
Ci spostiamo un po' più in là, per non essere scoperti.
«Cazzo, spero proprio di no» strabuzza gli occhi, mentre mi mette le mani ai lati della testa, bloccandomi contro il muro.
«Hai molto bisogno di quei soldi, non è così?» gli chiedo.
«Ho una famiglia da mantenere» sorride un poco, continuando a guardarmi la bocca.
«Se hai bisogno di qualsiasi cosa...» comincio a dire, ma lui mi interrompe.
«In questo momento ho bisogno delle tue labbra» e senza lasciarmi ribattere mi bacia.Questa volta col cavolo che mi tiro indietro. Gli afferro il colletto della maglietta per attirarlo di più a me, mentre lui accarezza la stoffa del mio vestito. Sorride sulle mie labbra, per poi stuzzicarmi la lingua con la sua.
D'un tratto il suo telefono squilla, ma lui non risponde, continuando a baciarmi. Poi però si stacca perché il telefono non smette di squillare, e quando legge il messaggio che ha ricevuto fa una smorfia.
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A&N
RomanceAnna e Noah. Due adolescenti in Costa Azzurra, di cui il destino è intrecciato, qualsiasi cosa facciano. Anna Ferrari, una liceale Italo-Francese, che come la maggior parte delle ragazze timide con pochi amici, utilizza i libri per scappare dai suo...