Capitolo 12

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Arrivai di fronte al portone di casa Graham nel primo pomeriggio. Il mercato era già stato smantellato e il villaggio era deserto, per via del pranzo appena concluso.

Era il momento della giornata in cui ero più libera di muovermi all'interno della cittadina. Mi permetteva di sviare ai continui occhi indiscreti che all'ultima notizia erano ancora più vogliosi di cercarmi.

Mi assicurai che il dono per la signora Graham non mi cadesse dalle mani mentre bussavo tramite l'enorme picchiotto con la faccia della Vergine Maria, la Stella Maris dei pescatori.

Nel frattempo che attendevo, ripensai alle parole di mia madre sul regalo di Char.

Ero confusa.

Perché era un male se Char mi aveva regalato della liscivia?

In fondo stavo per fare il medesimo dono alla famiglia di Bash.

Era così anomalo per un nobile regalare del sapone?

Era strano riceverlo?

Guardai la pesante cesta che avevo in braccio, riempita da alcuni vasi in ferro.

Il primo tipo alto e lungo, conteneva la liscivia in forma liquida, per la pulizia dei vestiti, dei pavimenti e delle stoviglie. In forma molto diluita poteva anche essere usata per l'igiene personale.

Il secondo tipo, più basso e largo, custodiva la parte solida simile ad una pasta, ricavata per sedimentazione e utile per lo sporco più incrostato.

Ma questa liscivia era diversa dalle solite.

Mia madre quella mattina mi aveva convinto ad aggiugerci l'essenza di lavanda, elencandomi tutte le proprietà benefiche che il vecchio maestro le aveva insegnato.

Risultato: avevamo dovuto aspettare altre due ore prima che il solido si sedimentasse di nuovo nel fondo della pentola, da permetterci così di iniziare a imbottigliare.

Per tutto il tempo, mia madre non disse una parola sul discorso della sera prima.

Così non ero riuscita a chiedere spiegazioni nè sul gesto di Char, nè tantomeno riguardo all'uomo che ricordo vagamente come mio padre.

C'era qualcosa che non quadrava. Ormai non quadrava da giorni.

Mi salì al petto la stessa sensazione del sabato precedente, quando il mio istinto, o quello che era, mi avvisò che stavo trascurando dei particolari.

Che cosa stavo dimenticando?

Avevo chiesto a mia madre delle risposte, ero stata lasciata con ancora più domande.

L'ansia mi pervase.

Mi scossi dai miei pensieri quando Annie, la moglie di Jacob, venne ad aprire.

− Cèline! Che sorpresa! Vieni entra!− facendomi cenno con la mano.

− Grazie Annie. Come state? I bambini?

− Bene, bene. Le piccole pesti stanno dormendo, ma spero che rimarrai con noi finché non si sveglieranno! Saranno felicissimi di vederti.

L'enorme sala d'ingresso di casa Graham accoglieva il camino gigante e un altrettanto maestoso tavolo da pranzo.

Attorno ad esso le cognate e la madre di Bash stavano finendo di sparecchiare e ramazzare a terra, mentre gli uomini e i piccoli dormivano.

Per evitare di fare troppo rumore le donne quasi fluttuavano mentre lavoravano.

Quanto le invidiai, invidia buona s'intende.

Io potevo solo sognare di muovermi così.

Le altre mi videro e mi salutarono con gioia.

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