Capitolo 7

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Un bacio?

Esterrefatta, fissai prima Bash che me l'aveva chiesto, e poi mi voltai verso Char, il quale a parte irrigidirsi e dare man forte al compagno non aveva fatto altro.

– Un bacio?– stavolta le parole mi uscirono di bocca.

Perplessa e confusa cercai di nuovo lo sguardo di Bash. Non era uno scherzo vero?
Cioè, loro due sono alquanto avvezzi a queste cose, ma il mio amico era serissimo, la bocca serrata e l'espressione determinata sul suo viso erano prove sufficienti per dimostrarlo.

Diamine, un bacio. Perché un bacio?

– Tutto bene Wallowick? 

Le vibrazioni del battito di Char erano vicinissime, sembrava quasi che il suo petto si stesse fondendo con la mia schiena, in tutt'uno con il mio corpo. Il suo respiro fresco sul collo e la mano che cinse in un istante i miei fianchi mi offuscarono la mente, già sovraccarica di informazioni, facendomi avvampare con violenza. 

Era vicino, era troppo vicino. 

Ma adesso sapevo di buono anch'io, adesso i miei capelli profumavano, la tunica nuova non puzzava e la mia pelle era stata lavata. Ora sentivo di poterlo sfiorare, di poter fare tutto ciò che desideravo. La sensazione mi stava elettrizzando.

– Lin, solo un bacio– il sussurro assomigliava più ad una preghiera che ad una richiesta. L'elemosina di un affamato ad una pia anima samaritana. 

Mi accorsi di avere ancora una mano in quella di Bash e l'altra in quella di Char. Dalla richiesta non si erano ancora staccate dalle mie e me le stringevano senza forzare, ma con nessuna intenzione di lasciarmi andare. Rimasi a contemplare il nostro legame, i miei occhi bassi fissi sul loro significato.

Il mio istinto mi diceva che qualcosa non quadrava. Che la scelta era importante e che mi sfuggivano dei particolari. La mente annebbiata dalla prossimità dei miei amici non collaborava più di tanto e il mio cuore era focalizzato a correre all'impazzata, incurante di ascoltare. Dovevo lavorare di intuito, ma tutto il mio corpo sembrava tifare per loro, piuttosto che dare una mano a me.

Eh, grazie per l'abbandono, carissimi. Dissi affranta a quei due traditori ch'erano il cuore e il cervello. Ma se i due erano fuori gioco, con cosa stavo ragionando io adesso? 

Scossi la testa alle mie farneticazioni. Le loro mani strinsero le mie, impazienti del mio tentennamento. Avevo dato la mia parola, giusto? Andava mantenuta.

Sospirai, arresa. Avvertii anche i due complottisti affianco a me sospirare e rilassarsi. 

Un complotto, ecco cos'è, un complotto contro di me!!!

– Va bene, solo uno però– dissi arrendevolmente.

Bash sorrise, lo vidi praticamente illuminarsi di gioia, con gli occhi due specchi d'acqua e il sorriso più largo del solito. Ci doveva tenere davvero tanto alla correttezza. Mi parve strano, fino ad allora non era mai stato così pignolo.

Char mi strinse a sè e posò la sua testa sulla mia. Nell'istante in cui lo fece il mio corpo sussultò, il rosso del mio viso prese la tonalità scoperta da poco "voglio morire" e il cuore rischiò fortemente di esplodermi in petto. Mi irrigidii, ammutolita e tramortita dalla nuova effusione, non accorgendomi subito, per giusta causa aggiungerei, che era calato il gelo attorno a noi. 

La tesione si fece palpabile d'improvviso, ed io confusa com'ero, non potevo capire cosa stesse succedendo. Intravidi soltanto un'inquietante luce nello sguardo di Bash. 

Era rimasta famelica, quella luce, lo era stata per tutta la conversazione, rintanata dell'antro più oscuro del suo sguardo, ma ora era uscita fuori scalpitante e ne percepii un significato diverso. Era famelica, sì, ma non come prima, era rabbia mista a rancore e qualcosa che non riuscivo a decifrare. 

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