Char mi prese la faccia con una mano, la voltò verso di lui e mi baciò.
Fu come il nostro primo bacio, lento e dolcissimo, tenero e leggero.
Decisi di prendere ancora una volta l'iniziativa e leccai lievemente le sue labbra, il quale mi invitò ad entrare.
Il sapore della sua lingua era esotico tanto quanto l'odore della sua pelle.
Era una sensazione inebriante.
Passai una mano tra i suoi morbidi capelli biondi, mentre il mio basso ventre si contraeva ad ogni singolo movimento dei nostri corpi, il suono delle lingue che rimbombava sulle pareti rocciose della cava.
Ciascuno dei miei sensi era rivolto verso il mio nobile amore, non notai il fatto che il pescatore si era alzato ed era in procinto di sciogliermi il vestito.
Mi staccai dal primo e decisi di aiutare il secondo.
Sciolsi con cura i lacci del corpetto che faceva aderire la tunica al corpo.
Li guardavo divertita mentre osservavano concentrati ogni mio gesto, nella paura di non perdersi neanche il minimo dettaglio.
Mi aiutarono a rimuovere l'abito blu notte e rimasi con la sottoveste bianca, quasi trasparente alla luce delle candele, le quali mettevano in risalto le ombre di ogni mia forma.
Sebbene la cava fosse in penombra, sentire i loro sguardi sulla mia seminudità mi provocò un netto senso di vergogna.
Cercai di coprirmi con la sopraveste.
Ancora una volta i ragazzi annebbiarono i miei pensieri.
Strato dopo strato, con movimenti lenti e goffi, Char si privò della parte superiore dei vestiti.
Rimasi imbambolata alla vista quasi eterea della pelle pallida e delicata del giovane nobile.
Il torace appariva magro e tonico, senza cicatrici o deformazioni, testamento dello stile di vita agiato e la disciplina imposta dal padre.
Il vestito quasi mi cadde di dosso quando cercai di sfiorare cotanta meraviglia.
Bash mi prese il polso e afferrò il tessuto prima che potesse toccare terra.
Mi voltai di scatto e mi accorsi che anche lui era a torso nudo.
Lo vidi piegare la tunica e riporla su un cuscino e ne approfittai per ammirare il ben di Dio che mi era stato presentato giorni addietro.
Le spalle larghe e le braccia muscolose facevano da contorno ad una schiena ampia e possente, la cui pelle ambrata era coperta dalle numerose cicatrici, causate dalle varie vicissitudini in mare.
Era molto rude paragonarli ma non potei fare a meno di notare quanto fossero diversi.
Uno era scuro, massiccio e ferale. L'altro esile, aggraziato ed angelico.
Nonostante ciò, entrambi emanavano una certa virilità.
Dire di essere arrossita è davvero poca cosa.
Non capitava mica tutti i giorni di averli seminudi di fronte a me in tutto il loro splendore.
In quel momento mi resi conto quanto il nostro rapporto fosse cambiato.
Negli ultimi giorni eravamo passati da amici a molto amici, fino a diventare addirittura amanti!
Ma che diavolo sto combinando?!
Mi portai le mani alla testa.
Ero forse impazzita?!
− Line.
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La biblioteca nel faro
HistoryczneInghilterra, 1665. Céline Wallowick, quasi sedici anni, è la guardiana del faro. Ha osservato da lassù la vita monotona dell'isola che chiama casa da troppo tempo ormai, è ora di cambiare aria e di vedere il mondo. E quale miglior modo di piantare...