Capitolo 1

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Clarke POV

Per sempre. Quante volte ci capita di usare queste due paroline? Chi poche, chi tante e alcuni anche troppe. Altri ancora le usano senza nemmeno darli il peso che meritano, e promettono il per sempre anche se sanno già di non essere capaci a mantenerlo. Ma la domanda a cui dare importanza è, come spesso succede, il perché. Perché abbiamo bisogno del per sempre? Sappiamo che nulla dura in eterno, noi essere umani siamo i primi che non viviamo per sempre. Come afferma la scienza, tutto come inizia così finisce. Lo sappiamo bene, nonostante questo abbiamo bisogno della certezza che ci fornisce l'eterno. Questa certezza irreale ci rincuora, ci da stabilità, qualcosa a cui aggrapparsi quando tutto crolla, abbiamo di confidare in un per sempre, fregandocene del fatto che non è scientificamente possibile. Ok non sarà davvero eterno, sarà limitato ma rimane comunque un per sempre.  

La porta si apre improvvisamente e io che ero concentrata sulla mia lettura sobbalzo dal divano.

"Raven!! Rav! Esci subito da lì, ho una bellissima notizia" urla Octavia, e la cosa non mi sorprende affatto perché è sempre stata una che si fa trasportare troppo dalle cose, continua ad urlare e saltellare per la stanza, mentre io scoppio in una rumorosa risata.

"Ma io dico, tra tutte le ragazze del mondo proprio con queste due pazze dovevo diventare amica!!" Borbotta Raven, sempre gentile, mentre esce dal bagno ancora in accappatoio.

"Ehi, qui l'unica pazza è quella lì" mi difendo subito io puntando il dito contro O.

"Allora che cos'è sta notizia tanto urgente?" Continua Raven fingendosi infastidita da noi, ma lo sanno tutti che ci ama e non può vivere senza di noi.

"Beh questo weekend andremo a New York e ce la spasseremo!"

"COSAAA?" rispondiamo io e Raven praticamente nello stesso istante, ma con una diverse espressioni, io preoccupata e scossa da quella notizia assolutamente folle e Raven entusiasta con lo sguardo che voleva solo sapere quando partivamo.

"E con quali soldi?" Chiede Raven tornando un attimo con i piedi per terra.

"Lincoln ci pagherà tutte le spese e inoltre andremo ad un concerto"

"E di chi?" continua Rav sempre più gioiosa e curiosa.

"Beh ti ricordi di Lexa Woods?" A quel nome mi si raggela il sangue all'istante e mi pietrifico sul divano facendo immediatamente scomparire il sorriso che avevo pochi secondi prima.

"Certo che me la ricordo, non è passato poi così tanto da che abbiamo finito il liceo e poi non è la sorella di Linc?" continuano a parlare tra loro senza notare minimamente che io mi sono completamente freddata.

"Sì esatto, deve fare un concerto a New York e naturalmente ha invitato Linc così lui ha pensato di chiederli i pass anche per noi, quindi fai le valige Reyes partiamo stasera!"

"Sei un mito O" dice Rav saltandole letteralmente addosso e stritolandola in un abbraccio.

"E vieni anche tu Clarke? Non hai altri impegni giusto?" prima che potessi rispondere Rav mi precede.

"Cosa? Certo che viene... e poi è già da un bel po' che non ha mai impegni!" dice il tutto accompagnato da una risatina provocatoria.

"ah ah divertente Reyes, ma ve lo scordate che vengo al concerto di quella deficiente!" rispondo con 'deficiente' per non usare altre parole peggiori. Io e quella Woods abbiamo un passato molto turbolento e non di certo per colpa mia, ma solo perché è la persona più arrogante, presuntuosa, maleducata e imbecille che io abbia mai conosciuto. E in più, mi ha spezzato il cuore...

"Eh dai Griffin, non fare la noiosa! Non vorrai annoiarti per un altro weekend, sono mesi che esci solo per andare a lavorare! Persino tua madre ci ha detto di convincerti a portarti fuori da sta casa!" Iniziò così la ramanzina di Raven.

"Dai Clarke, ti prego... ti prometto che non te ne pentirai" interviene Octavia, per mascherare come al solito la freddezza di Raven.

"No! Mi dispiace, non riesco proprio, sono sicura che starei solo più male, e comunque Reyes non credo proprio che mia madre acconsentirebbe a farmi fare questa bravata!" continuo io alzando leggermente la voce.

"Clarke primo hai quasi trent'anni non devi chiedere più il permesso alla mammina e secondo ti propongo un patto...tu chiami tua madre e li chiedi cosa ne pensa, se lei dice che sarebbe una cosa buona per te allora vieni, altrimenti ti lasceremo qui a marcire su questo divano, senza spiccicare un'altra mezza parola... ci stai?" la butta lì Raven, senza accorgersi dello sguardo fulminante lanciato da O, mi viene quasi da ridere, ma vista la situazione non sarebbe opportuno... accetto la sfida, sicura che mia madre mi avrebbe supportato, sicurezza che svanì in un microsecondo. Faccio partire la chiamata e metto in viva voce per poter gustare meglio la mia vittoria...

-Mamma?-

-Ehi tesoro, è urgente? perché ho una cosa da fare...- oh grazie, ciao anche a te mamma, sempre molto gentile...

-Si, faccio in fretta, Raven e Octavia vogliono andare a New York per il weekend insieme a Lincoln, andranno anche ad un concerto, tanta gente, tanto caos, tanti ragazzi...alcol- aggiungo particolari cruenti per sensibilizzare sempre di più mia madre a poter dire un no secco, ti prego mamma non deludermi proprio ora.... se, non ci contare Clarke...

-Bello sembra divertente, tu vai insieme, non si discute hai proprio bisogno di svagarti Clarke, solo non esagerare...-

-ma mamma!!- la interrompo, mentre di colpo senza nemmeno essermene resa conto sono sbiancata e Raven se la ride sotto quei baffetti, che non ha, e O gli tira gomitate sui fianchi per farla ricomporre.

-Clarke, vai e divertiti... ora devo andare, ti voglio bene, tesoro. Avvisami quando arrivate...-

-no aspe...- neanche il tempo di finire e già mi aveva chiuso in faccia, che madre sciagurata che mi ritrovo... eh ora? Eh ora niente Clarke, alza quelle chiappe dal divano e preparati la valigia... ecco ora anche la mia stessa coscienza mi pugnala alle spalle.

"Mi dispiace Clarke..." mi consola Octavia, mentre Rav ride spudoratamente di me.

"Alza quelle chiappe Griffin" continua Raven, soddisfatta come non mai per la sua vittoria. Beh mi sa proprio che mi tocca. Mi alzo dal mio adorato divano, lasciando anche una notevole impronta del mio sedere, e sbuffando mi dirigo verso la mia camera per mettere le prime cose che mi capitano nella valigia.
Finisco di chiudere la valigia e subito dopo, mi butto sotto la doccia, per cercare di tranquillizzarmi, di allentare la tensione, ma con scarsi risultati. Mi vesto molto comoda, con una tuta, non troppo aderente e una felpa, odio i viaggi in aereo, quindi almeno starò comoda. Cerco di sistemarmi i capelli, ma niente... non ne vogliono proprio sapere, così me li lego in una cipolla alta, che mi viene anche dannatamente male, ma chissene! Resto imbambolata a fissarmi nello specchio per cercare di trovare qualsiasi cosa mi faccia venire la voglia di andare, e a dirla tutta anche la voglia di vivere in generale, ma anche stavolta fallisco miseramente, una voce serena e rincuorante mi riporta alla realtà...

"Clarky?! Sei pronta? Linc è arrivato... ci aspetta giù, quando vuoi andiamo..." Annuisco, sorridendo a quel concentrato di tenerezza, menomale che ci sei tu O... e mi giro per prendere la mia valigia.

"Ma cosa quando vuoi!! Datti una mossa Griffin... ma cos'è che hai sulla testa?" Mi chiede alludendo a quella sottospecie di acconciatura che avevo fatto. Per te non vale lo stesso Raven, a volte sei insopportabile.

"Sta zitta Reyes!" le rispondo arrabbiata, anche se so che lei fa sempre così, ma quando è troppo è troppo. Si azzittisce subito, capendo all'istante di aver esagerato. Dopo aver controllato se era tutto apposto, a malincuore esco prendendo al volo il mio libro e lascio chiudere la porta ad O.
Siamo tutti pronti per partire nella confortevole macchina di Lincoln, tutti felici ed entusiasti tranne io, che già prevedo un weekend da incubo.

Io e te, per sempre...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora