Chapter ten

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La sera era la parte che preferiva di più della giornata.  Il sole calava, arrivava la luna, le stelle brillavano in cielo come numerosi puntini luccicanti. Sembravano dei piccoli diamanti e il cielo un quadro prezioso. La luna quella sera era piena e molto luminosa. Dal balcone della sua camera, il giovane uomo, fissava quel satellite opaco come se fosse la cosa più rara di questo mondo. Lo fissava in cerca di una qualche speranza. In cerca di qualche barlume di felicità in mezzo a tutto quel dolore che lo circondava.
Sentì la porta della camera aprirsi lentamente ma non si girò.
~ehm..papà?~ chiese in un sussurro.
~dimmi tesoro~ fece Draco continuando ad ammirare la luna.
~mi stavo chiedendo..non è che posso-~
~no~ rispose con voce ferma stringendo i pugni.
~ma perché? Albus pensa che lo odio..~
~io non voglio che frequenti quel bambino, soprattutto se fa parte di quella famiglia. Considera la vostra amicizia ormai conclusa~ affermò guardando ora il figlio.
~cosa? Non puoi farlo!! Al è il mio unico amico! Lo sai anche tu che gli altri studenti non vogliono stare con me!~
Draco aspettò un po' prima di rispondere.
~trovati un altro amico~
~ma-~
~niente ma. Non voglio riaprire il discorso. E ora fila in camera tua~ alzò un po' la voce è Scorp si spaventò. Non aveva mai visto il padre arrabbiato e questo un po' lo destabilizzò.
Indossò la sua maschera di indifferenza e nascondendo il dolore che provava per le parole del padre, si diresse all'uscita senza voltarsi. Aprí la porta e si fermò.
~ti odio~ affermò con voce carica di rabbia. poi uscì, chiudendo la porta.
Draco rimase a guardare il legno scuro della porta per molto tempo. Scorpius non gli aveva mai detto una cosa così brutta, anzi. Era sempre gentile e buono con lui. E sapere di essere riuscito a farsi dire quelle due paroline terribili, lo faceva stare male. Aveva promesso ad Astoria e a se stesso, che sarebbe stato un padre migliore del suo. Avrebbe amato suo figlio, avrebbe dovuto farlo divertire e giocare. Non gli avrebbe negato di stare con dei mezzosangue se avesse voluto. Gli avrebbe permesso tutto ciò che a lui era stato negato.
Ora però, era stato capace di farsi addirittura odiare. Non era questo l'obbiettivo che voleva raggiungere. Se per stare lontano da Potter, voleva dire stare lontano anche a Scorpius, preferiva di gran lunga continuare a vedere quella chioma corvina. Anche se non era pronto, anche se sinceramente, non voleva più farlo.
Incantarsi in quelle pozze smeraldo..perdersi,in quelle pozze smeraldo.
Le parole di Harry lo avevano distrutto. Lui era andato lì con la voglia e finalmente il coraggio di raccontargli i suoi sentimenti. E l'unica cosa che aveva guadagnato, era il suo cuore spezzato e un forte senso di vergogna nei suoi riguardi. Perché si, d'ora in poi non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia senza nemmeno pensare al loro "bacio". Che poi bacio non era nemmeno perché Draco, da vero cretino, non aveva ricambiato. Se avesse saputo che sarebbe andata a finire così, avrebbe di sicuro trovato il coraggio di ricambiare. Peccato che ormai era tutto passato e non si poteva tornare indietro nel tempo.
Cioè si, si poteva, ma non ne valeva la pena per una cosa così banale. Sospirò mentre si sedeva al bordo del letto e apriva il cassetto del suo comodino per tirarne fuori una sigaretta. La accese e se la mise in bocca. Inspirò e sentì nella bocca il sapore della nicotina, del monossido di carbonio e di tutte quelle cose babbane che c'erano dentro.
Si smaterializzò in giardino e si sedette su una panchina, per ammirare le bellissime creature che gironzolavano intorno a lui. I pavoni erano bellissimi con tutti quei colori freddi.
Fece un tiro di sigaretta.
Davanti a lui ce n'era uno che, a quanto sembrava, doveva essere un maschio.
La testa e il collo erano ricoperte di piume blu elettrico dai riflessi metallici. La zona intorno all'occhio era nuda, con pelle bianca interrotta da una striscia nera. Sulla nuca si vedevano alcune penne nude a formare un elegante ciuffo. Il petto e il dorso erano coperti da grandi piume blu-verdi metallizzate. le ali erano bianche marezzate di nero mentre i fianchi giallo-arancione. Era un animale a dir poco stupendo e quando apriva la coda, lo era ancora di più. La sua famiglia aveva sempre amato questo animale. Forse per l'eleganza posseduta, forse per l'aspetto bello e attraente che avevano o forse perché erano animali molto vanitosi, come loro.
Lo guardò mentre con il becco si toccava una delle zampe.
Fece un altro tiro. Sentiva il sapore di quelle cose strane in bocca e nella gola e non gli diede fastidio. Sentì ,alla sua sinistra, le siepi alte muoversi creando un fruscio di foglie e rametti. I pavoni si erano allontanati spaventati. Draco si alzò e prese la bacchetta pronto a combattere se ce ne fosse avuto bisogno. Impugnò saldamente la sua bacchetta in biancospino di 10 pollici e buttò la sigaretta a terra.
Dall'enorme muro verde, spuntò una luce argentea quasi azzurra. Era un animale. Un cervo forse. Era enorme e maestoso. Aveva due corna lunghe e possenti, e zoccoli ben postati.
Draco rimase con la bocca spalancata per parecchi secondi. Era bellissimo ed era un Patronus, sicuramente. Ma di chi era?
La risposta non tardò ad arrivare. L'enorme cervo prese a parlare e il cuore di Draco smise di battere quando le sue orecchie riconobbero la voce leggermente rauca e profonda dell'uomo.
~Malfoy...~ iniziò. Sembrava pentito, o forse obbligato a dire quelle cose.
~fatti trovare a casa mia tra mezz'ora. Io e alcuni miei colleghi dobbiamo parlarti. Non fare tardi, è importante~ detto ciò, l'animale di luce si avvolse su se stesso fino a scomparire in una nube argentea. Draco rimase minuti a fissare il punto dove si trovava poco prima l'animale.
Cosa voleva da lui? Non aveva fatto niente. Con dei suoi colleghi poi. Cosa volevano fare? Si guardò gli abiti e fece una faccia schifata. Non poteva presentarsi in quel modo. Doveva indossare un abito degno di un Malfoy. Entrò in casa e trovò Scorp seduto sul tappeto, che giocava con il suo gatto bianco. Alzò lo sguardo verso il padre ma lo riabbassò subito dopo. Draco sospirò e attraversò il corridoio per salire le scale che lo portavano al piano di sopra. Entrò nella sua stanza e aprí la cabina armadio. Dentro ci teneva le cose più eleganti e raffinate che aveva. Le altre erano situate in un'altra stanza. Visto che era Gennaio e faceva ancora freddo, optò per un pantalone nero elegante, una camicia bianca e una giacca anch'essa elegante e nera. Si prese una cravatta nera e si spruzzò parecchi litri di profumo. Era agitato, agitatissimo. Avrebbe rivisto Harry. Sapeva che tra loro c'era un'incredibile tensione e per questo sentiva un dolore allo stomaco. Forse per l'ansia. Non voleva rivederlo. Avrebbe preferito di gran lunga parlare con Lenticchia che con lui. Ma cosa volevano? Questa era la domanda più importante.
Sussurrò un Tempus e appena si accorse che mancavano cinque minuti, corse giù in salotto come una furia.
~tesoro..~ provò. Sapeva che il figlio era arrabbiato con lui ma doveva avvisarlo.
Scorp non lo guardò neanche ma Draco continuò.
~mi hanno chiamato dei signori del ministero e hanno detto che vogliono vedermi...sto andando ora...vuoi che chiami la nonna?~
Ma il figlio non rispose. Draco sospirò e decise di mandare comunque una lettera a Narcissa.
~io vado...ciao amore~ ma nemmeno questa volta il piccolo rispose. Draco abbassò il capo mentre si smaterializzava davanti casa Potter. Era sempre stato bravo a smaterializzarsi. Glielo avevano insegnato a Hogwarts il suo ultimo anno, ma anche i suoi genitori e casa gliene avevano parlato. Quindi si era trovato molto preparato ed esperto, infatti era stato uno dei primi, se non il primo, a riuscire a farlo subito.
Si sistemò i capelli platinati e i vestiti. Guardò la porta e sentì un brivido attraversargli la spina dorsale. Non voleva rivederlo. Non dopo quello che gli aveva detto l'ultima volta. Lo aveva deriso. Si vergognava di lui stesso ora.
~Malfoy... entra...che ci fai là fuori?~ Draco si guardò in giro e alla fine vide il proprietario della voce. La Granger era affacciata dalla finestra e lo invitava a entrare in casa. Draco allora bussò. Se prima avesse voluto andarsene, ora di sicuro non poteva farlo. La Granger lo aveva visto.
~Entra Draco, sei il benvenuto~ Hermione gli sorrise e lo spinse dentro con un comportamento da padrona di una casa non sua.
~i-io..~
~Harry e gli altri sono di là.. vieni con me~ la donna prese a camminare e Draco la seguì.
~no Harry, secondo me sono stati aiutati~
~Ron è impossibile. Da chi,poi? Non credo ci sia qualche componente della famiglia ancora in vita capace di aiutarli.. secondo me hanno usato tutti questi anni per rafforzarsi e-~ le parole gli morirono in bocca quando vide Draco. Era bellissimo,come sempre. Hermione era alla sua destra e sorrideva, mentre lui era serio e guardava in giro obbligandosi, sicuramente, a non incrociare lo sguardo di Harry.
~Malfoy...ce l'hai fatta finalmente... scusa l'ignoranza, ma voi persone ricche non avete un teletrasporto tutto vostro per andare in giro?~ scherzò.
~no coglione, ma ho un pugno che sta per posarsi sulla tua faccia~ disse avvicinandosi.
Seamus perse il sorriso.
~suvvia Malfoy, stavo scherzando~ rise nervosamente.
~meglio per te~
~avete finito con questo teatrino?~ chiese Hermione sbuffando.
~prego, Draco, prendi posto~ aggiunse.
~preferisco rimanere in piedi, Granger~ disse mentre si allontanava dal tavolo per posarsi con la schiena al muro della stanza.
~ti conviene sederti. Abbiamo molto di cui parlare~

ツ 𝖒𝖆𝖎 𝖑𝖆𝖘𝖈𝖎𝖆𝖗 𝖉𝖊𝖈𝖎𝖉𝖊𝖗𝖊 𝖆𝖑 𝖈𝖚𝖔𝖗𝖊 ツDove le storie prendono vita. Scoprilo ora