Chapter twenty-seven

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~Malfoy, non so cosa sia successo tra di voi. Qualsiasi cosa sia spero si possa risolvere.L'unica cosa che so è che non potete smettere, almeno, non ora~
~Granger, lui ha esplicitamente detto di non volermi più vedere. Mi dispiace ma non posso aiutarti~ si lavò le mani e si tolse il camice.
~Harry è fatto così! Tende ad allontanare le persone a cui tiene. Secondo me dovresti parlargli~
~parlargli tu, sei o no la sua migliore amica?~
~non vuole dirmi nulla. Né a me né a Ron~
~ti sei data la risposta da sola. Se non vuole parlare con voi, cosa ti fa credere che lo farà con me?~
~tu non sei noi. Non sei un semplice migliore amico. Lui ti ama, Draco~ quell'ultima frase fece aumentare i suoi battiti.
~e lo ami anche tu quindi dovresti andare da lui~
~lui mi odia~
~sappiamo entrambi che non è così~
Malfoy la guardò dì sottecchi poi indossò la giacca del suo completo nero elegante.
~dovete andare avanti con la missione! Sono passati tre giorni Malfoy! Tre! Tu devi allenarti e Harr-~ continuò.
~Ascoltami una volta per tutte. È stato lui che non ha voluto spiegazioni. Ed è stato sempre lui a dire di non volermi mai più vedere, e a me sta bene così. Quindi, credo tu stia parlando con la persona sbagliata. Ora se vuoi toglierti dai piedi, avrei un pranzo da fare~
~non ti permetto di parlarmi così~
Draco la ignorò e si guardò nello specchio posto al muro del corridoio.
~Ron! Grazie a Godric! Malfoy non vuole ascoltarmi~ la riccia corse dal marito e iniziò a parlare.
~bene, io vi saluto~ fece per andarsene.
~tu non vai da nessuna parte. Vedi di fare pace con Harry o non so cosa potrei farti! Ti avevo avvisato, Malfoy. Non dovevi fargli del male~
~non è colpa mia se il tuo amico ha succo di zucca nel cervello!~ si alterò.
Tutti ce l'avevano con lui solo perché non sapevano la verità.
~non parlare così di lui!~ disse mettendosi davanti.
~togliti dai coglioni, Weasley. Non ho tempo da perdere~ Non mangiava da giorni e stava morendo di fame. Se il rosso non si fosse spostato, avrebbe mangiato lui.
Era già tardi e lui quella mattina, aveva iniziato presto il suo turno. Non si era fermato nemmeno un momento da quando era arrivato.
Aveva ripreso a lavorare al San Mungo. E menomale!!
A quanto pare la sua bravura era unica. Tutti là dentro erano incapaci.
~dovete mandare avanti il piano~ fece con tono arrogante.
~levati dalle palle~ disse evitando la frase.
~è un ordine?~ chiese alzando un sopracciglio.
~ordine, richiesta, chiamalo come vuoi basta che ti sbrighi~
Il rosso roteò gli occhi e fece un passo di lato, facendo passare il biondo.
~per favore.. parlagli~ disse con voce più garbata e cordiale, facendolo fermare.
~lui non vuole vedermi. Ma se ci tenete così tanto, posso sempre provarci~ non si voltò.
Poi prese a camminare, senza salutarli.

••••••••••••

Harry aveva passato quei tre giorni a domandarsi come mai quella irresistibile chioma biondo platino avesse fatto quel che aveva fatto.
C'era forse qualche cosa che l'aveva spinto a compiere tale gesto? Magari Harry si era comportato male, magari aveva detto una parola di troppo.
Continuava a pensare quale potesse essere il motivo scatenante ma più si impegnava più si convinceva di aver fatto tutto bene. Che l'avesse preso in giro per tutto quel tempo? No, impossibile.
I suoi gesti erano sempre stati sinceri. I suoi baci, le sue parole..
Scosse la testa obbligando se stesso a non pensarci, almeno per un po'. Si era sentito malissimo quando aveva riconosciuto i suoi capelli d'angelo, le sue mani affusolate, il suo corpo gracile e contemporaneamente stupendo e le sue labbra paradisiache, a contatto con un uomo che non era lui.
Aveva provato a scacciare le lacrime. Aveva chiuso gli occhi mentre con la mano aveva tenuto la foto saldamente stretta tra le sue dita e l'altra invece, l'aveva stretta in un pugno,così forte che era riuscito a sentire le unghie conficcate nella sua stessa pelle.
Aveva sentito il cuore spezzarsi in tanti minuscoli pezzettini e il suo sangue smettere di scorrere. I suoi occhi si erano spalancati, increduli.
Lucas aveva continuato a dire che gli dispiaceva, che se lo aspettava, da uno come lui.

Raccolse quella foto dal tavolino. Lì dove Malfoy l'aveva posata l'ultima volta. Foto che Harry era ritornato a guardare, nonostante il dolore. Sperava di trovare qualcosa che lo facesse ricredere su quello che aveva visto. Un qualcosa al posto sbagliato, un qualcosa in quell'uomo biondo che riuscisse a fargli capire che non era davvero lui, ma tutto fu inutile. Quello era Draco, Harry avrebbe riconosciuto la sua bellezza anche ad occhi chiusi. Aveva imparato le forme e i contorni del suo volto, l'aveva ammirato, guardato così tante volte che sarebbe stato in grado di dire quanti nei possedeva in tutto il corpo.
A volte, mentre lavoravano, quando dormivano insieme o quando si allenavano, rimaneva incantato a fissarlo. Sconcertato da quanta bellezza potesse contenere una sola persona. Sentì il cuore stringersi in una morsa quando ricordò il perché non fosse accanto a lui in quel momento.
Non doveva pensare a lui. L'aveva tradito. Pensava fosse diverso invece era stato uguale a tutti gli altri. Uguale a Ginny che come Draco, aveva preferito un altro.
Scosse la testa. Doveva smetterla di pensarci.
Dopo che quei cinque mangiamorte riuscirono nel loro intento di evasione, le guardie ad Azkaban si erano decisamente triplicate. Sotto sua richiesta naturalmente. Era però ancora all'oscuro di una cosa. Come cazzarola avevano fatto ad evadere? Forse erano stati aiutati. Questa era la prima ipotesi. Ma da chi?
Si ritrovò a grattare la scura barba che adornava il suo viso ormai da qualche giorno.

ツ 𝖒𝖆𝖎 𝖑𝖆𝖘𝖈𝖎𝖆𝖗 𝖉𝖊𝖈𝖎𝖉𝖊𝖗𝖊 𝖆𝖑 𝖈𝖚𝖔𝖗𝖊 ツDove le storie prendono vita. Scoprilo ora