Hinata stava facendo passare con delicatezza i polpastrelli sulla schiena nuda di Kageyama.
Gli sembrava di disegnarlo, di fargli prendere forma sotto le sue dita, di renderlo reale solamente sfiorandolo.
Gli era mancato terribilmente, a Rio.
L'aveva chiamato ogni giorno, anche quando era stanco, distrutto, abbattuto: sentire la sua voce gli aveva dato forza, gli aveva ricordato il suo obiettivo.Kageyama mugolò nel sonno, voltandosi verso di lui e aprendo piano piano gli occhi.
«Buongiorno, Mirtilo» lo salutò Hinata, sorridendo.
Kageyama non rispose, ma si limitò a sporgersi verso di lui per dargli un innocente bacio sulla bocca.Il rosso scattò seduto, cominciando a stiracchiarsi, facendo spaziare lo sguardo per individuare tutti i vestiti che l'alzatore gli aveva tolto.
Tutto il suo corpo doleva, dopo quell'intensa nottata, ma Hinata ormai era abituato al dolore: gli allenamenti massacranti e Kageyama lo avevano temprato.
Scese dal letto e cominciò a recuperare i vestiti, partendo dai boxer, che si infilò in fretta, per poi raccattare il resto, appallottolandolo fra le braccia.
Sorrise a Kageyama, che lo stava fissando, ancora disteso sul materasso, ancora nudo.
Gli puntò un dito contro, accusandolo:«Devi andarci più piano, Kags. Ringrazia il cielo che posso ancora camminare.» gli disse.
Il suo ragazzo ghignò, portandosi le mani dietro la testa, senza rispondere.
Hinata sapeva che quelle parole non sarebbero servite a nulla.Si defilò in bagno, sbrigandosi a lavarsi e a vestirsi, per poi sorridere al suo riflesso nello specchio:«Cavolo, sono diventato un leopardo. Baka, Kageyama baka.» borbottò, alzando gli occhi al cielo.
Uscì dal bagno avvolto dal profumo del suo bagnoschiuma all'arancia, non trovando Kageyama al letto e perciò dirigendosi in cucina.
Lo vide impegnato ai fornelli, la testa bassa mentre osservava il bollitore con il tè.
Sorrise divertito quando notò il suo bicchiere di latte, già pronto, posato sul ripiano.Gli andò incontro e lo circondò con le braccia da dietro, posando la guancia contro la sua schiena.
Non si era messo la maglietta, e la sua pelle era fredda.«Oggi devo andare a parlare con la squadra.» lo informò.
«Mpf.» sbuffò il più alto, incrociando le mani con Hinata, continuando a concentrarsi sul té.
«Vuoi venire con me?» gli propose il rosso, delicatamente.Kageyama si voltò, sorpreso, trovando il suo ragazzo con un'espressione sincera, senza filtri.
«Sì...» ripose, arrossendo.
Hinata gli sorrise, contento.Fecero colazione in tranquillità, Kageyama ancora assonnato che beveva il suo latte in silenzio, e Hinata che raccontava cose avvenute a Rio.
«Comunque Kags, dobbiamo assolutamente riempire queste pareti!» esclamò ad un tratto, allargando le braccia per indicare i muri bianchi.
«Magari potremo metterci dei corpi nudi!» suggerì, ridacchiando.
Kageyama si strozzò con il latte:«Ma che cavolo dici, boke?!» replicò, tossendo.
«Perché la stanza è spoglia!» specificò Hinata, ridendo per la sua battuta.«Boke, Hinata boke! Faceva pena!» lo riprese Kageyama, disgustato dall'umorismo del suo ragazzo.
«Non è vero, era divertente.»
«Assolutamente no.» decise il corvino, alzandosi in piedi e cominciando a sparecchiare.Hinata rise, zompando su anche lui e aiutandolo, impossessandosi della postazione al lavandino e cominciando a lavare le stoviglie.
Aveva imparato a farlo a Rio, alternadosi con Pedro ogni sera.Una volta terminato, si diresse in camera e aprì la valigia, che ancora non aveva disfatto.
Dallo scrosciare dell'acqua aveva intuito che Kageyama si stesse facendo la doccia, perciò cominciò a tirare fuori gli abiti dalla valigia in modo disordinato.Si infilò il cappello che usava a Rio per coprirsi dal sole mentre giocava a beach volley, e valutò con lo sguardo una maglietta verde. I vestiti che aveva non erano propriamente adatti, ma non ne possedeva altri, perciò si sarebbe arrangiato.
Guardò con nostalgia la marea di abiti con la bandiera del Brasile sopra: non credeva che avrebbe più avuto la possibilità di indossarli.Kageyama uscì in fretta dal bagno, un asciugamano attorno alla vita.
I due si prepararono in poco tempo, poi si catapultarono fuori dalla casa.Hinata era trepidante d'emozione.
Quando finalmente giunsero in palestra, stava praticamente saltellando.«Oi, boke, datti una calmata!» lo riprese Kageyama, esasperato e intenerito.
Hinata gli sorrise e gli fece la linguaccia, dopodiché abbassò la maniglia e fece capolino in palestra.«HEY HEY HEYYYY!!!! HINATA, HEY!!!» gridò una voce dall'interno, esuberante.
«BOKUTO-SAAAAAN!» replicò Hinata, addentrandosi in palestra e interrompendo gli allenamenti.Kageyama rimase accanto alla porta, a sorvegliare il suo mandarino da lontano.
Miya Atsumu si era voltato verso Shoyou appena aveva sentito la sua voce, e ora i suoi occhi brillavano.
Kageyama sapeva che Atsumu voleva ardentemente giocare con Hinata: era stato così fin dal loro primo incontro.Hinata e Bokuto si stavano urlando a pochi metri dal viso, le braccia alzate, sorridenti.
«COM'ERA IL BRASILE??? SEI CADUTO DI SOTTO???» stava chiedendo Bokuto.
«NON SI CADE DI SOTTO, BOKUTO-SAN!!!! INVECE AKAASHI-SAN CHE FINE HA FATTO???» replicò Hinata.Kageyama si prese il viso fra le mani: quei due da soli bastavano a diminuire il quoziente intellettivo della squadra. Si sentì fortunato a non doverne avere a che fare.
«E pensare che dovrò gestire io tutti questi stupidi.» commentò la voce di Atsumu.
Kageyama alzò lo sguardo per incrociare quello tranquillo e divertito dell'altro alzatore.
«Sono contento di rivederti, Tobio-kun» lo salutò.
Kageyama rispose con un cenno del mento.«Shoyou, non credevo che saresti venuto qua!» si rivolse poi a Hinata, che si voltò nella sua direzione senza perdere il sorriso.
Kageyama sapeva di star diventando sempre più rigido, ma non ne poteva fare a meno.
Lo sguardo di Atsumu gridava chiaramente le migliaia di possibilità che poteva avere con Hinata.«Sono venuto per vincere, Atsumu-san!» rispose il rosso, mentre si avvicinava.
«E poi...» il suo sguardo si puntò sul moro. La tensione che gli stava serrando lo stomaco si sciolse un poco: lo sguardo di Hinata era limpido, non c'erano ombre, né incertezze:«...così potrò battere Kageyama!»
Atsumu lanciò un'occhiata all'alzatore, che stava malcelando un ghigno.
«É così, quindi?» borbottò tra sé.Circondò le spalle di Hinata con un braccio, senza distogliere l'attenzione da Kageyama, che quasi raggelò.
Hinata guardò il suo nuovo compagno di squadra, in attesa.
«Va bene, allora: finché ci sono io, potrai battere chiunque.» gli comunicò, guardando Kageyama con sfida.L'alzatore ingoiò il groppo di gelosia che gli si era formato in gola, e osservò Hinata: il rosso stava sorridendo, curioso, energico, pieno di aspettative.
Ma non stava sorridendo a lui.
STAI LEGGENDO
Fly away ||Kagehina
Fanfiction«Dopo che prenderemo il diploma, andrò via, Kags. Qua non c'è nulla per me, ma da qualche altra parte troverò un posto.» Kageyama rimase fermo, ad osservare la schiena di Hinata. Voleva dirgli di restare. Voleva dirgli che il suo posto era accanto...