14~ «Sono qui.»

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TERZULTIMO CAPITOLO
~ 🏐🧡

«Porca miseria, porca miseria, porca miseria...» borbottò Hinata, fissando il proprio riflesso alla specchio, saltellando da un piede all'altro.

«Baka, Kageyama baka...» borbottò ancora, spalmando generosamente il correttore sul collo.

Il diretto interessato, probabilmente sentendosi preso in causa, spalancò la porta del bagno.
Si appoggiò allo stipite ed incrociò le braccia, a petto nudo, ghignando maliziosamente.

Hinata non aveva tempo per pensare a quanto fosse sensuale il suo ragazzo, perciò gli puntò un dito accusatore contro:«Guarda che cosa hai combinato. E oggi c'è la partita! Ti ammazzerei!» esclamò.

Erano passate settimane dalla loro riappacificazione, ed entrambi non avevano perso tempo a recuperare e a farsi perdonare per gli sbagli commessi.
Avevano fatto uscite romantiche: passeggiate sotto le stelle che parevano durare secoli, appuntamenti a sorpresa, regali.

E così era arrivato il giorno della partita tra i Black Jackal e gli Shweiden Adlers.

Kageyama tuttavia la sera prima aveva ben pensato di fare altro.
E Hinata non si era tirato indietro.

«Così tutti sapranno che sei già impegnato, boke.» replicò il corvino, rilassato.
«Come se guardassero me: non mi conosce nessuno in Giappone!»
«Per ora.» gli ricordò l'alzatore.

Hinata chiuse il correttore, arrendendosi. Si avvicinò a Kageyama e gli sorrise:«Per ora.» confermò.

Fece per avviarsi verso la camera, ma il corvino lo agguantò e lo spinse contro il muro, serrando la presa attorno al suo polso per impedirgli di muoversi.
Non che Hinata avesse voglia di spostarsi.

«Ti batterò, boke.» gli mormorò, con voce roca.
Gli occhi di Hinata si accesero. Kageyama amava quello sguardo, quell'audacia, quella determinazione: lo sopraffaceva completamente.

«Non ci contare, Mirtilo: stavolta sarò io quello a rimanere di più in campo.» replicò il rosso, spingendosi verso di lui.

Kageyama lo baciò prima che potesse fare un altro passo, le labbra che si muovevano affamate contro le sue.
Lo schiacciatore ricambiò con slancio, come una fiamma che improvvisamente veniva ravvivata.

«Devo andare.» si separò dopo un po', leccandosi le labbra, lo sguardo limpido.
Mi vuole morto, pensò il corvino, liberandolo dalla sua presa e lasciandolo andare.

Kageyama sospirò, passandosi una mano fra i capelli già scompigliati da Hinata: aveva una partita a cui pensare.

~ 🏐🧡

La palestra odorava di spray come sempre: a Hinata vennero quasi le lacrime agli occhi, quando adocchiò il campo.

Ogni volta era come se fosse la prima: le stesse identiche, travolgenti emozioni.
Voleva giocare. Voleva correre. Voleva saltare. Voleva volare.
Ma prima...

«Vado in bagno, Atsumu!» esclamò, dirigendosi verso il bagno canticchiando.
Alcune cose cambiavano, altre invece...

«Non te la starai facendo sotto, vero, boke?» lo apostrofò una voce conosciuta.
...rimanevano sempre uguali.

Le labbra di Hinata si curvarono involontariamente verso l'alto, mentre il cuore cominciava a martellargli nel petto.
Si voltò: Kageyama gli stava ghignando davanti, le mani nelle tasche e la maglia degli Shweiden Adlers.

«Col cavolo! Non sono più il tipo che aveva problemi di stomaco.» replicò il rosso, sostando in piedi, il mento alto, fiero.
«É meglio che sia così.»
«Vuoi mettermi alla prova?» lo sfidò.

Fly away ||KagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora