11~ «Solo io posso sbatterti al muro.»

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Hinata, secondo anno, spostava il peso da un piede all'altro, mentre si mordeva il labbro e controllava l'orario sul telefono.

Era il suo terzo appuntamento con Kageyama, eppure era teso come se fosse il primo.

Per questo era arrivato in anticipo, e lo stava aspettando all'angolo della strada, impaziente.

Gli passò davanti un trio del terzo anno, dei giganti rispetto a lui.
Si era alzato solo di qualche centimetro, e agli occhi delle persone sembrava ancora un bambino.

Soprattutto perché appariva come un pulcino emozionato che si guardava attorno in ansia.
Qualche vecchia signora si era pure fermata per chiedergli se si fosse perso.

Kageyama sarebbe arrivato a breve, secondo l'orologio.
Un sorriso spontaneo gli curvò le labbra quando se ne rese conto.

«Oi, oi, oi, dove scappi, eh?!» esclamò qualcuno dal vicolo accanto, accompagnato da risate.

Ad Hinata non piaceva per niente quel tono sarcastico e minaccioso: meglio tenersi alla larga.

«Credi davvero di avere anche una sola possibilità, primino?!»
«Aiuto!» gridò qualcun altro, spaventato.

Hinata si cristallizzò.
Una voce razionale nella sua testa - che stranamente suonava come quella di Kenma -, gli diceva di allontanarsi e di non immischiarsi, se non voleva finire male.

Purtroppo, Hinata era conosciuto per fare sempre di testa sua.

Si affacciò nel vicolo, individuando i tre colossi di prima alle prese con un primino dall'aria spaventata.

Quando lo vide, gli occhi del ragazzino parvero illuminarsi.
Doveva essere davvero disperato, se si entusiasmava per l'arrivo di qualcuno che non aveva la minima speranza contro quei tre.

«Che sta succedendo?» la voce del rosso era limpida, il suo sguardo furioso.

I tre avevano accerchiato il primino come iene pronte a divorarlo.

«Stiamo solo facendo due chiacchere con il nostro nuovo amico.» ripose uno dei tre, con un sorriso falso quanto la versione femminile di Tanaka.

«Perché invece non mi lasciate il vostro amico, e voi andate altrove? Sarete molto impegnati, dei senpai come voi non avranno sicuramente tempo da perdere con i più piccoli.» replicò Hinata, sarcastico, mantenendosi prudente, sebbene fosse infuriato.

«Oi, ragazzino, vuoi diventare nostro amico anche tu? Cerchi rogne?» lo accusò un altro, senza girarci attorno.
«Lasciatelo perdere!» esclamò Hinata quando vide quello che pareva il capo afferrare il primino per la collottola.

Il tipo più vicino a lui fece per acciuffarlo, ma Hinata lo schivò con la sua agilità, fiondandosi sul ragazzino e spintonandolo via dalla presa del capo.

La situazione era drammatica.
Ora, quello al centro del branco affamato era lui.
Era terrorizzato, così tanto da non potersi muovere.

Eppure lo faceva ancora.
"Non ce la faccio più."
"Vorrei fermarmi e basta".
É quando pensa qualcosa del genere, che riesce a fare un passo avanti.

«Vattene!» gridò al primino, gesticolando animatamente.
Lui non se lo fece ripetere due volte: se la diede a gambe.
Bene, pensò il rosso, riportando l'attenzione sui tre che lo accerchiavano.

Fly away ||KagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora