7~ «Sei il mio schiacciatore!»

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«Sono a casa!» gridò Hinata dall'ingresso, togliendosi le scarpe e lanciando un'occhiata all'orologio, che segnava le nove di sera.

Si inoltrò per le varie stanze, trovando Kageyama appisolato sul tavolo, accanto ai piatti che fortunatamente erano ancora caldi.

Hinata arrossì, colto da un'improvvisa ondata di tenerezza. Raggiunse il fidanzato e si sedette accanto a lui, alzando un dito per scostargli le ciocche cadute davanti agli occhi.
«Kags.» bisbigliò, provando a svegliarlo.

Il corvino mugolò, aprendo gli occhi ed individuando subito la chioma rossa del suo ragazzo. Si tirò su, storcendo il naso, leggermente contrariato.

Era ormai un mese che Hinata faceva parte dei MSBY Black Jackal, e ogni giorno tornava dagli allenamenti sempre più tardi.
Kageyama si era trovato ad aspettarlo un numero incalcolabile di volte, quella era solo l'ennesima.

Gli dava enormemente fastidio il suo ritardo, ma non ne aveva mai fatto parola.

«Sei tornato, finalmente.» gli disse, sarcastico.
«Mi dispiace se ti ho fatto aspettare, ma stavamo provando delle schiacciate con Tsum-tsum e...—
« "Tsum-tsum" ?!» ripeté, allibito.

Aveva addirittura affibbiato un soprannome a Miya?!
Kageyama scostò il piatto, voltandosi verso Hinata, aspettando una risposta.

«Oh, intendevo Atsumu. Bokuto-san lo chiama sempre così, e quindi...–
«Non mi interessa il perché! Boke, Hinata boke! Non ci sei mai! Torni a casa tardi, la mattina te ne vai presto: mi sembra di essere tornato a quando stavi a Rio! E dai pure soprannomi ad altri alzatori del cavolo!» sbottò finalmente.

Hinata sgranò gli occhi, osservando il viso paonazzo dell'altro:«I-io...mi dispiace. É stato difficile tornare al chiuso dopo aver giocato sulla sabbia, quindi mi sono dovuto allenare di più. E poi...lo sai. Non smetto mai.» si scusò, provando a spiegare.

Il problema era proprio che Kageyama sapeva.
Sapeva dell'energia di Hinata nel campo, sapeva della sua forza, della sua resistenza.
Era rimasto tante volte con lui ad allenarsi, era stato in quei momenti -quando erano soli, tra le quattro mura della palestra- che era nato e cresciuto il loro amore.

E ora Hinata gli stava dicendo che condivideva quegli spazi, quel tempo, con qualcun'altro.

«Kags, mi dispiace per averti trascurato. Tornerò a casa prima, da domani.» gli comunicò il rosso, tendendosi per poggiare una mano sulla sua.
L'alzatore abbassò lo sguardo sulle loro mani, sospirando:«Va tutto bene.» borbottò, come faceva ogni volta che non lo vedeva tornare.

«Domani c'è una festa a casa di Atsumu, l'ha organizzata Osamu-san. Vieni con me.» gli propose Hinata, stringendo la presa sulla sua mano.
Kageyama fece incontrare i loro sguardi.
Quello ambrato del suo ragazzo era limpido, sincero, pentito.
«Come vuoi, boke.» sussurrò, chinandosi su di lui per baciarlo dolcemente.

Il rosso gli circondò il collo con le braccia, attirandolo a sé, finché entrambi si dimenticarono del cibo e si ritrovarono aggrovigliati fra le lenzuola.

~🏐🧡

«Taaaa-daaaan!» esclamò Hinata spuntando fuori dal bagno.

«Ci hai messo una vita, boke» lo apostrofò Kageyama, allacciandosi le scarpe.

Quella sera Hinata era davvero tornato prima a casa, dopo gli allenamenti, poi aveva monopolizzato il bagno per prepararsi per quella sera.

Kageyama alzò lo sguardo, per vedere come mai il fidanzato ci avesse impiegato così tanto tempo.
Ringraziò i negozi di Rio un'infinità di volte: grazie, supreme divinità della moda, per aver inventato i croptop. Siate benedette, avete la mia più profonda riconoscenza.

Fly away ||KagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora